Una qualsiasi persona normale sarebbe sbiancata alla vista dei metri che la separavano in quel momento dal terreno, ma non Scorpius. Lui viveva per quelle altezze, per quel brivido di adrenalina che sentiva scorrergli lungo la spina dorsale, per quel vento freddo che gli sferzava in viso, per quella scopa che teneva tra le dita ghiacciate e, soprattutto, per quella divisa che stava indossando.
I Cannoni di Chudley.
Scorpius ancora stentava a crederci, un giorno era un ragazzino pieno di sogni e speranze alle selezioni della squadra di Quidditch di Serpeverde e il giorno dopo si ritrovava a giocare sullo stesso campo in cui si erano confrontati i migliori giocatori del mondo.
Lui, un piccolo ragazzino pelle e ossa dai capelli biondi e dal cognome più pesante di un macigno, un Malfoy, ora volava veloce verso l'alto dopo aver individuato il suo boccino dorato. Il Quidditch gli scorreva nel sangue fin da quando era un bambino di cinque anni e giocava nel giardino di casa al Malfoy Manor, quando suo padre lo aveva messo per la prima volta a cavallo di una scopa.
Quando le sue dita si racchiusero attorno a quella piccola pallina impedendole di scappargli ancora, sentì il resto dei suoi compagni esultare e il suo allenatore urlagli di scendere a terra.
Per tutta l'estate aveva giocato e si era allenato con i Cannoni di Chudley ininterrottamente pur rimanendo sempre nelle retrovie ad ogni partita. Era ancora minorenne e doveva finire la scuola, inoltre Kevin, l'attuale cercatore avrebbe finito la sua stagione tra due mesi. Scorpius non si era lamentato quando gli era stato proposto un ruolo nella squadra di riserva, anzi, aveva fatto i salti di gioia e aveva passato notti intere insonne al solo pensiero di poter giocare tra quei professionisti.
Scese verso il terreno con il Boccino d'Oro ancora stretto dalle dita, smontò dalla scopa e si diresse verso bordocampo con un sorriso sincero stampato sulle labbra. Gli spalti arancioni ancora gli provocavano il batticuore ogni volta che si fermava ad osservarli, gli sembrava di vivere in sogno. Il Quidditch ad Hogwarts era divertente, ma quello stadio gli regalava emozioni nuove e sconvolgenti ogni volta che ci metteva piedi.
Jason, uno degli attaccanti, gli diede una spallata giocosa prima di rubargli il boccino e mostrarlo vittorioso al Battitore che stava atterrando proprio in quel momento. «Ah! Visto Marcus? Il moccioso ha acchiappato il Boccino prima ancora che tu potessi buttarlo giù dalla scopa con uno dei tuoi Bolidi maledetti!»
Marcus sbuffò e scompigliò i capelli biondi di Scorpius prima di chiudere la mano a pugno a sorpresa e strofinargliela in testa velocemente.
«Ahia!» si lamentò il biondo, posando la scopa per terra mentre Jason si lanciava di peso sull'amico dando inizio ad una vera e propria lotta a chi riusciva ad atterrare l'altro per primo. Scorpius si liberò da quel groviglio di corpi e scope con non poca fatica e si voltò ad osservarli incuriosito.
«Ma fanno sempre così?» chiese interdetto a nessuno in particolare.
«Moccioso, pensavo che dopo mesi passato ad allenarti con noi avessi capito che hanno un neurone stanco in due.» asserì David, il Portiere e autoeletto padre del gruppo. Scorpius era rimasto sconvolto quando aveva appreso che avesse solamente venticinque anni e che fino al suo arrivo David era stato il giocatore più giovane della squadra.
«È difficile abituarsi a qualcosa del genere, soprattutto contando che hanno quasi trent'anni!» replicò con un sorriso accennato.
«Mai sentito parlare della Sindrome di Peter Pan? Quei due ne sono l'esempio vivente.» David gli mise una mano sulla spalla come consolazione poi gli fece cenno verso il loro allenatore che gli stava facendo segno di avvicinarsi. «Credo che tu debba andare, ti vogliono laggiù.»
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Ex's and Oh's | Scorose
Fanfiction"Rose Weasley e Scorpius Malfoy non stanno più insieme" si sussurra non poi così discretamente nei corridoi di Hogwarts. Quello che nessuno sa, nemmeno Albus Potter, è il motivo della rottura della coppia più amata dal Gossipposo, il giornale più pe...