M A L I K

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Arrivai a casa di fretta. Potevo intravedere il mio fiato nel buio della sera. Era una delle cose che amavo di più. Aprii la porta, sentendo il calore di casa appoggiarsi sulla mia pelle.

«Sono a casa!»urlai. Nessuna risposta. Alzai le spalle e salii di corsa le scale, facendo scricchiolare ogni gradino rumorosamente. Spalancai la porta della camera e quasi presi un colpo.

«Che ci fai qui?!»

dissi abbracciandolo senza dare importanza a quello che stavo facendo. Mi diressi verso il letto sorpassandolo con una spallata.

«Vedo che siamo di buon umore.»mi chiese.

«Scusa è che non è tanto giornata.»

gli risposi.

«Che è successo?!»

«Niente davvero è che oggi mi sono successe tante cose..»

mi giustificai.

«Va be ho capito.»

sussurrò. Poi si diresse alla porta che portava fuori dalla mia stanza.

«Zayn»lo bloccai. «Aspetta..»

Si girò. Gli andai di fronte e gli sussurrai "scusa" appoggiando le mie labbra sulle sue. Lui mi tirò il labbro inferiore con i denti e io lo spinsi via con una manata sul petto. Lui mi prese per un braccio prima che potessi cadere all'indietro.

«Ma che sei pazzo?!»gli dissi.

«Dovrei chiedertelo io! Se tu ti facessi male non me lo perdonerei mai!»

«È colpa tua!»gli dissi dandogli le spalle, facendo la finta imbronciata.

«Jenny..»disse mettendomi le mani sulle spalle. Le fece scendere poi raggiungendo le mie mani.

Iniziò a baciarmi la guancia ma io mi girai.

Gli presi il volto tra le mani e lo baciai.

«Ormai sono diventata meglio di te in queste cose!»gli dissi istigandolo.

«Ah si?! Adesso vediamo!»mi disse buttandomi sul letto.

«No Zayb noo!»

Mi iniziò a fare il solletico e io inziai ad urlare.

«Shh Jenny!»

mi zittì ridendo. Urlai sempre più forte cosi lui attaccò le sue labbra alle mie impedendomi di dire anche solo una parola. Sorrisi, mentre lui appoggiava la sua fronte contro la mia. Gli accarezzai i capelli, massaggiandogli la testa. Il mio telefono iniziò a squillare, così ci alzammo entrambi dal letto. Mi stava chiamando Rosy. Sbuffai e Zayn a quel gesto mi prese il cellulare e rispose chiudendo la chiamata dopo una parola.

«Mi uccide Zayn!»gli dissi impaurita.

«Nahh»disse facendomi l'occhiolino.

«Comunque..dove eravamo rimasti?»mi chiese avvicinandosi a me.

«È PRONTO!»

Era la voce di mia madre. Sospirai e diedi una pacca a Zayn che si incamminò insieme a me in cucina, seguendo quel dolce profumo di torta salata.

Nothing can come between.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora