Keychain

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Minseo dentro a quel negozio di souvenir, guardava ogni oggetto senza però voler accennare a comprarne uno. Il suo sguardo venne attirato da una candela. Sembrava fosse piena d'acqua, sotto il fondo del bicchiere, c'erano delle piccole pietre, con conchiglie e stelle marine finte. Davanti al bicchiere c'era scritto "Under Busan". Lo prese in mano, era parecchio carino.

-Lo prendi?- sentì al suo fianco. Alzò lo sguardo incontrando lo sguardo di Jin.

-Non lo so, non avrei a chi regalarlo- ammise. Dopotutto era vero, a gita finita sarebbe ritornata all'hotel. Oramai alloggiava definitivamente li. Suo padre aveva provato a riprenderla a casa, togliendole persino l'autista privato, costringendola a dover utilizzare i mezzi pubblici. Le aveva anche chiuso il conto in banca, senza però pensare al fatto che lei potesse accedere liberamente a quello lasciatole dalla madre tempo a dietro.

La fortuna di Minseo infatti era proprio quella, prima di poter passare a miglior vita, la madre aveva stabilito che all'età di sedici anni, Minseo poteva accedere liberamente ad ogni cosa da lei lasciata, potendo gestire a pieno anche l'hotel.

-Prendilo per te, come ricordo di questa vacanza- le consiglio Jin. -Dopotutto è stata carina-

-Se non si conta la sbronza del secondo giorno, si- ammise lei, facendo accennare una risata al ragazzo.

-Sai cosa, te lo compro io come regalo- Jin le prese l'oggetto dalle mani. Ma Minseo se ne impossessò nuovamente.

-Sono in grado anche di poterlo compare da sola- gli disse.

Il ragazzo alzò gli occhial cielo. -E io che volevo fare il gentlman- disse con fare teatrale.

Minseo sorrise, portando una mano sulla sua spalla, sporgendosi per dargli un bacio sulla guancia. E seppur Jin volesse voltarsi all'ultimo e baciarla, rimase fermo, godendosi quel contatto, che lo fece sorridere, facendo allargare anche quello di Minseo.

Vederla sorridere così raggiane, dopo tutto quello che aveva dovuto passare a causa della famiglia acquisita, era come una benedizione. Perché lei era finalmente libera da ogni regola, libera di poter essere se stessa.

Nel sentire un urlo si voltarono preoccupati, vedendo Jimin togliersi la maschera da mostro e piegarsi in due dal ridere, mentre Jisoo iniziava a colpirlo sul braccio.

-Idiota, sei un idiota Park Jimin- gli diceva.

I due risero a quella scena.





Rosè dal canto suo, aveva già una busta piena in mano, ma continuava lo stesso a guardarsi in giro. Si fermò alla vista di due collane simili. Era un cuore spezzato, in una parte era scritto in piccolo "Her one" mentre nell'altra "His only".

-Yoongi, guarda che cari..no- si fermò quando non lo vide al suo fianco. Si guardò intorno alla ricerca del ragazzo, notandolo fuori dalla porta del negozio, poggiato al muro, con le mani dentro le tasche della felpa, che portava sopra la camicia della divisa scolastica. Mosse giusto un passo nella sua direzione, fermandosi, quando vide l'insegnate Haeun, di coreano, raggiungerlo.

La donna aveva notato a sua volta che Yoongi si era allontanato e isolato da tutto il resto dei ragazzi.

-Min- lo chiamò, attirando la sua attenzione. Data una breve occhiata, notò che Yoongi a differenza dei suoi compagni non aveva comprato nulla.

-Non ti piace nulla?- chiese gentilmente.

Yoongi dedicò una breve occhiata alla vetrina del negozio. -Non sono tipo da souvenir- si limitò a rispondere, ritornando a guardare davanti a se.

L'insegnate Haeun osservò come il viso del ragazzo rimanesse impassibile, ma anche come i suoi occhi fossero più tristi di quanto si sarebbe mai immaginata. Yoongi era una grande punto interrogativo per lei. Lui e Jungkook erano gli unici due studenti che lei non sapeva mai come poter prendere. Si muoveva e parlava sempre in modo cauto con loro, in modo da poterli far capire che c'era e non era loro nemica. Perché lei teneva a tutti i suoi studenti, ma gli alunni della 2D, avevano un qualcosa di speciale.

Hopeless 2 // J.JKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora