Capitolo 16

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In questo profilo risponderò alle vostre domande e vi terrò informati sugli aggiornamenti della storia. Perciò seguitemi 😊
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Jackson decise di non ascoltare le mie repliche e mi portò via dalla festa.

«Non è giusto , mi stavo divertendo»

Il ragazzo continuava ad ignorarmi

«Poi volevo bere ancora un pò»

Silenzio, il ragazzo non rispose

«Mi gira la testaaaa»

Jackson continuò per la sua strada.

«Ho fame e devo andare in bagno»

Mi accorsi dello sguardo infastidito di mio fratello.
Forse stavo esagerando ma non mi importava più di tanto e così continuai con le mie lamentele da bambino viziato.

«Poi non ho salutato gli altri»

«FIDATI, non importa a nessuno! Erano tutti talmente andati da non ricordarsi nemmeno il loro nome» sbottò all'improvviso il ragazzo

«Allora sai parlare! Non mi piace quando mi ignori. Mi fai sentire inutile»

«Sei inutile» disse continuando a guardare la strada

«E tu sei un gran maleducato! ti odio»

Jackson fermò la macchina.
La strada era deserta.

Passò qualche secondo di silenzio e poi decisi di continuare.

«Odio il fatto che da quando sono arrivato mi parli a malapena.
Odio i tuoi sguardi cattivi nei miei confronti.
Odio quando fai le tue battutine o mi prendi in giro ed io non riesco a ribattere.
Ti odio perché hai una fidanzata ma tu continui a non volerne parlare con me.
Ti odio perché ti sei limonato quella ragazza in mezzo a tutti e odio il fatto che tu l'abbia portata in una stanza e che ci abbia fatto altre cose.
Odio come cazzo mi fai sentire anche con un semplice sguardo.
Ti odio perchè mi hai obbligato ad essere tuo schiavo, non ti sei fatto spogliare e non mi hai lasciato vedere il tuo corpo ma, sopratutto, ti ODIO con tutto il mio cuore perché mi stai guardando le labbra in quel modo ma stai lì fermo senza fare niente quando invece l'unica cosa che dovresti fare sarebbe avvicinarti a me e baciarmi!»

Jackson sentendo le mie ultime parole sembrò risvegliarsi da uno stato di trance.
Mi prese il volto e si avvicinò in modo repentino alle mie labbra.
Però prima che potesse anche solo sfiorarmi, una macchina sfrecciò affianco alla nostra auto e suonò il clacson interrompendo così il nostro momento di intimità.

«Coglioni! non fermatevi in mezzo alla strada!» urlò un signore dalla sua auto.

Jackson allora si allontanò da me e come se nulla fosse ripartì.

«Andiamo a casa che è tardi»

Io rimasi senza parole e pensai attentamente a quello che stava per succedere.

Un misto di frustrazione e rabbia mi investì in pieno.

Volevo continuare da dove eravamo stati interrotti e allo tempo volevo tornare indietro a pochi istanti prima per evitare di confessarmi a Jackson ed impedire a me stesso di ridicolizzarmi in quel modo.

Il viaggio in macchina fortunatamente durò meno del previsto e una volta arrivati a casa mi fiondai in bagno per vomitare tutto quello che avevo bevuto.

Per un momento sperai di vedere Jackson entrare in bagno per assicurarsi della mia salute ma ciò non accadde.

Forse era meglio così.

Con questi pensieri mi misi a letto e in pochi minuti mi ritrovai tra le braccia di Morfeo.

Mi aspettava un risveglio interessante.

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