Capitolo 28

4.4K 279 134
                                    


BUON 2021!🥳🎆

LO SO, SONO LETTERALMENTE SCOMPARSA, PERO' ECCOMI QUI CON 2 AVVISI IMPORTANTI E CON UNA DOMANDA UN PO' MENO IMPORTANTE.

Notizia numero 1: fino al 7 febbraio ho esami perciò non riuscirò a postare il prossimo capitolo prima della fine della sessione 🥺

Notizia numero 2: dal 7 febbraio fino al primo di marzo non avrò più nulla da fare perciò pubblicherò 4 capitoli per farmi perdonare  dell'assenza :)♥️🥸

E ora la domanda poco importante: avete TikTok? Se si, volete seguirmi? (Nel caso vi spammo il mio profilo su insta o nei commenti🥴)

Detto questo, buona lettura~~
_________

Dopo qualche giorno passato a pianificare il piano per far impazzire Jackson finalmente trovai l'occasione per mettere in atto tutto quello a cui avevo pensato.

Era un tranquillo giovedì sera e come tutti i giovedì sera, mio padre discuteva animatamente di alcune partite giocate dalla loro squadra di football preferita.

Io e Kelly non partecipavano mai alla conversazione perché l'argomento non ci interessava più di tanto e così ci ritrovavamo ad ascoltare in silenzio i due uomini.

«Hanno giocato benissimo la scorsa volta, forse il passaggio finale è stato leggermente azzardato però hanno comunque vinto»

Mio padre parlava rivolgendosi direttamente a Jackson che si trovava seduto proprio di fronte a lui.

«Si, lo penso pure io» Jackson come sempre era preso dalla conversazione tanto da non accorgersi della mia mano che in quel preciso momento si stava appoggiando con nonchalance sul suo ginocchio.

Il ragazzo che fino a quel momento non era stato zitto neanche un secondo si ammutolì tutto ad un tratto.

Notando lo sguardo confuso dei nostri genitori, si schiarì la gola e sempre senza guardarmi ricominciò a parlare

«Eh.. come stavo dicendo..» né mio padre né Kelly ci fecero caso più di tanto e continuarono così a mangiare la loro bistecca al sangue.

Era l'occasione giusta per me.

Senza indugiare oltre cominciai ad accarezzare il suo ginocchio con movimenti circolari.

Jackson tossicchiò nuovamente ma non mise fine al discorso.

Erano passate quasi due settimane da quando avevamo avuto un contatto vero e proprio e dopo la sua richiesta di qualche giorno prima ero disposto a giocare un pò con lui e a stuzzicarlo fino a quando non sarebbe venuto da me a chiedere perdono per il suo comportamento.

Spostai così la mano verso il suo interno coscia e iniziai lentamente a risalire verso il suo "amichetto".

Sperai che queste attenzioni sarebbero servite a qualcosa.

Osservai con la coda dell'occhio il ragazzo al mio fianco e lo vidi deglutire.

La risposta era quindi affermativa.

In tutto questo, i nostri genitori non si erano ancora accorti delle attenzioni che da sotto il tavolo la mia mano stava rivolgendo alla morbida ma possente gamba di Jackson.

Il ragazzo però, non sembrava volermela dare vinta e così fece cadere apposta la sua forchetta per mettere fine al nostro contatto.

Si abbassò per raccoglierla e fui così costretto ad allontanare la mano da lui.

Era abbassato a raccogliere la sua posata quando lo vidi guardarmi male.

Sempre da sotto il tavolo lo sentii bisbigliare qualcosa.

Mi stava dicendo di smetterla.

Questa cosa ebbe però l'effetto contrario e così mi ritrovai eccitato all'idea che i nostri genitori ci avrebbero potuto scoprire.

Forse stavo impazzendo.

Jackson si mise nuovamente seduto composto ma questa volta con le gambe serrate per evitare altri miei attacchi a sorpresa.

«Caro, sei sicuro di star bene? Stasera mi sembri piuttosto agitato» Kelly come al solito sembrò essersi accorta di qualcosa ma Jackson la tranquillizzò dicendole che era semplicemente stanco.

Non ero ancora pronto ad arrendermi e così decisi di improvvisare un secondo attacco.

Decisi di seguire l'esempio di mio fratello e così feci cadere a terra il coltello che fino a quel momento non avevo neanche toccato.

«Stasera a quanto pare Jack non è l'unico ad essere sbadato» affermò mio padre facendo riferimento a quanto detto da Kelly pochi istanti prima e alla posata appena caduta.

Ridacchiai all'affermazione di mio padre e mi abbassai alla ricerca del coltello scomparso.

Infastidito da Jackon per aver serrato apposta le gambe tirai un pugno al suo piede e così colto alla sprovvista saltò sulla sedia e abbassò la guardia.

«Oh scusa Jackson, però penso che il mio coltello sia finito sotto la tua sedia»

E così dicendo abbandonai la mia sedia e mi accovacciai ai piedi di un Jackson senza parole.

Mio padre nel mentre continuava a parlare di quanto la squadra fosse forte e chiedeva a Kelly che cosa ne pensasse al riguardo.

Mi mossi dal mio posto e mi infilai tra le gambe di Jackson che a causa del pugno che gli avevo dato si erano spalancate.

Lo fissai negli occhi ghignando malefico e appoggiai la mano in mezzo alle sue gambe.

«Eccolo!» affermai ad alta voce riferendomi in realtà a tutt'altra cosa.

E dopo essermi accertato del fatto che il mio giochetto non era stato vano, mi rialzai soddisfatto con in mano il coltello che si trovava proprio sotto la mia sedia.

E come se nulla fosse, mi riaccomodai come se non avessi appena molestato il ragazzo affiancco a me.

«Ti ha fatto proprio penare eh?» disse mio padre riferendosi al coltello scomparso.

«Si papà, non sai quanto» dissi guardando Jackson negli occhi.

______

Se non l'avete fatto, leggete l'avviso ad inizio capitolo :)
Alla prossima!

Amanti o fratelli?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora