Quella era una bellissima domenica. I due Kim uscirono di casa verso le 10 e il Sole splendeva alto nel cielo limpido. L'aria era fredda, ma a riscaldare i due erano i lunghi cappotti che avevano indossato. Era la giornata perfetta per andare al parco, infatti, così fecero. Il posto era pieno di gente, chi era lì per fare una semplice passeggiata con gli amici, e chi invece, come Taehyung, era lì in compagnia di suo figlio, per farlo svagare e divertire. «Piccoletto, che vuoi fare?» chiese il padre al bambino, che lo guardava dal basso verso l'alto. San alzò il braccio e indicò un gruppo di altri bambini, alcuni della sua età ed altri più grandi, che erano intenti a giocare con una palla rossa, al momento in movimento. Il moro collegò il dito del bambino a quello che stava indicando e poi lo guardò, accennando un sorriso. «Vai San, ma non allontanarti e sta' attento a non farti male, io sarò seduto su questa panchina a guardarti. Quando ti stanchi, andremo a prendere un gelato, ma non dirlo alla mamma: per lei fa troppo freddo per quello.» raccomandò il padre accarezzando la testa dell'altro, che subito sorrise per attaccarsi alla gamba del suo papà per ringraziarlo. Taehyung sorrise di più e subito dopo incitò il bambino ad andare dagli altri.
Si sedette, sbuffando, poi fissò tutto il tempo suo figlio, sperando non cadesse e che non si facesse male in ogni modo. Taehyung pensava molto in quel periodo: pensava al caso, a come risolverlo, pensava a sua moglie e cosa facesse in realtà quando diceva di andare a lavoro; inusualmente, pensava anche a quel Jimin dai capelli d'argento. La conversazione che aveva avuto gli aveva lasciato un bel marchio nel suo cervello. Non aveva provato neanche a negare che fosse stato piacevole parlare con quel ragazzo, ma al contempo, gli era parso tutto strano. Non si erano mai visti prima, eppure, colui che spesso era protagonista dei suoi pensieri, era stato così sciolto e disinvolto nel parlargli. Ma come era solito a fare, anche in quel momento mandò via l'argento dalla sua testa, essendoci stato forse anche troppo. Tornò a focalizzarci su suo figlio, e scoprì che, almeno lui, si stava divertendo.
San si stancò dopo quasi un'ora. Raggiunse il padre e gli chiese il gelato che tanto attendeva. Così, Taehyung lo prese per mano e si avviarono insieme in gelateria. Non era molto distante e il tragitto era stato comunque tranquillo e per nulla noioso, poiché il più piccolo raccontò a suo padre il tempo passato insieme ai suoi nuovi amici, e che gli sarebbe piaciuto incontrarli di nuovo.
«Ma quindi il ragazzo di poche parole fa il babysitter?»
Si sentì parlare Taehyung improvvisamente. Quest'ultimo si girò verso la voce, adesso sconosciuta, e si stupì di vedere Jimin: aveva i capelli spostati da un lato, stavo indossando un cappotto lungo nero, e poi c'era il solito sorriso furbo sul suo viso. «In realtà, è mio figlio.» rispose il moro, guardando il protagonista del discorso. Jimin lo affiancò e così, ripreso a camminare insieme. «Dove vi dirigente?» chiese. «In gelateria. Tu, invece?» rispose Taehyung con le mani nelle tasche e lo sguardo basso: quella situazione era un po' strana per lui, e questo lo faceva imbarazzare. «Oh be', anche io.» disse l'argentato furbo, sorridendo allo stesso modo di sempre. Sul volto di Taehyung apparve un piccolo sorriso. «Un figlio eh? La causa della tua tristezza è un figlio oppure il matrimonio infelice?» chiese di botto, e Taehyung si assicurò del fatto che San non stesse ascoltando, infatti, era occupato a canticchiare assieme al suo orsacchiotto giallo. «Ma che stai blaterando.» parlò poi, sbuffando subito dopo. Quel ragazzo era un po' troppo impiccione per i suoi gusti. «Quindi se non sei un babysitter, di cosa ti occupi, Taehyung?» domandò e il preso in causa si ritrovò a girare gli occhi per tale curiosità. «Non sono affari che ti riguardano.» disse semplicemente, senza ampliare o mostrarsi interessato al discorso. «Wow! Ma quanto sei maleducato? Hai idea di quanto tu mi abbia ferito adesso?» disse con fare ironico, mettendosi anche la mano sul cuore. Taehyung si era già stancato a parlare. «Ora se mi vuoi scusare, vorrei passare del tempo con il mio bambino.» rispose freddamente.
«Va bene, falso babysitter.»
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Coffee & Poison. [ Vmin ]
Fanfiction[COMPLETA] Un assassino spregevole decide di prendersi gioco degli abitanti della capitale della Corea del Sud. Il suo metodo di uccisione lo rende ancora più unico: veleno dopo aver offerto un caffè alla vittima. Kim Taehyung, ispettore del paese...