Quelle due giornate volarono via insieme al vento che passava calmo sulla città di Sokcho. I due ragazzi si erano divertiti così tanto, non lasciando che un solo minuto diventasse noia per loro. Taehyung non sorrideva ampiamente da tempo, e ciò fece rincuorare anche Jimin, poiché si era impegnato molto per far sì che il moro si distrasse da quella situazione poco piacevole. Nel secondo giorno di sosta a Sokcho i due non fecero molto, ma comunque non si annoiarono. Jimin presentò il suo nuovo amico a Taehyung, e meravigliato, pensò che Yoongi fosse di ottima compagnia. Passarono ore insieme e si scoprì che Yoongi era lì per una semplice vacanza da solo, per smaltire via lo stress accumulato. Un po' come loro.
Era arrivato il terzo giorno, ovvero l'ultimo, e Taehyung si buttò a peso morto sul letto della stanza d'hotel. Sospirò, ma questa volta, al contrario degli altri, questo sembrava più un sospiro di sollievo. Ebbene, l'ispettore non era mai stato così bene. Erano davvero bastati 3 giorni con Jimin per fargli dimenticare la rottura con sua moglie e il tradimento? Si; ma non erano stati propriamente i 3 giorni, ma proprio la presenza di Jimin: con le sue battute, che Taehyung stava imparando ad apprezzare ed a riderci sopra come tutto, del resto, ma anche la sua gentilezza e la sua disponibilità. Poteva dire di stare bene.«Perché sorridi?» pronunciò Jimin appena uscito dal bagno dopo una doccia. Erano da poco passate le 19:00, e il Sole era già andato a dormire, perciò ad illuminare la stanza era la luca collocata al centro del soffitto. Taehyung spostò gli occhi sulla figura di Jimin, che aveva ancora i capelli bagnati, ed alzò le spalle. «Non lo so... mi piace tutto questo.» rispose. Ed era davvero così. Anche Jimin si era accorto del suo improvviso cambio d'umore, ed era piacevole per lui vederlo così sciolto e calmo. «Ne solo felice, Taehyungie.» rispose Jimin mentre si avvicinava al letto, dove poi si sedette, affiancando l'altro ancora sdraiato. «Come mi hai chiamato?» alzò un sopracciglio il più piccolo. Jimin ripetè il nomignolo ridacchiando un po', tramandando il suo buon umore all'altro. Era così da due giorni, d'altronde. «È carino.» disse il moro, con un lieve sorriso sulle sue labbra. «Come te.» parlò Jimin con sguardo dolce mentre guardava l'altro arrossire a quelle parole improvvise. Continuò a ridacchiare e si alzò dal letto per dirigersi verso la valigia. Taehyung si mise a sedere e osservò attentamente le azioni del maggiore. «Sai, oggi è l'ultimo giorno che stiamo qui, quindi volevo proporti una cosa.» disse Jimin mentre era intento a prendere dei vestiti puliti sia per lui che per Taehyung. «Cosa?» domandò quest'ultimo. «Ti piace il mare?» chiese di rimando il corvino mentre si avvicinava al corpo, ormai in piedi, dell'altro. Taehyung annuì con ancora lo sguardo dubbioso. «Allora ti porto a cena fuori e poi facciamo un giro in spiaggia. Ti va?»
Il vento freddo di dicembre solleticava la loro pelle mentre camminavano per arrivare al ristorante, prenotato da Jimin. Alla fine Taehyung acconsentì, ovvio che lo fece: quella proposta gli era sembrata un vero e proprio appuntamento, e nel momento in cui Jimin pronunciò quelle parole, mille farfalle iniziarono a volare dentro il suo stomaco. In realtà, era davvero spaventato per via di quelle sensazioni, seppur non nuove, ma comunque di nuovo vive nel suo corpo. E infatti si ritrovò a dare ragione a Jimin: aveva paura ma era palesemente attratto da lui. Ma ormai non poteva più tornare indietro: Jimin piaceva a Taehyung sia in modo affettivo che fisico.
Quando arrivarono al ristorante prenotato dal corvino Taehyung si sentì di stare in un film: la visuale che donava il mare a quella bellissima ed elegante struttura era qualcosa di spettacolare, infatti, l'ispettore, accennò un lieve sorriso calmo mentre ammirava il tutto. Jimin si accorse del suo stato d'animo, e dopo aver informato al cameriere che fosse arrivato, si avvicinò al corpo alto del moro e gli circondò la vita con un braccio, guardandolo con lo stesso sorriso che Taehyung riservava al mare. «Ti piace?» chiese e il ragazzo sussultò appena sentì il calmo tocco dell'altro. «Tantissimo.» sussurrò quest'ultimo mantenendo quel sorriso che procurava battiti più accelerati al cuore di Jimin. Si avviarono verso il loro tavolo e mangiarono, godendosi pienamente quella piacevole serata grazie all'atmosfera e alla propria presenza.«Grazie di tutto.» parlò Taehyung una volta finito di mangiare. Erano scesi sulla spiaggia e, nonostante il buio, potevano vedere perfettamente le onde arrabbiate della distesa d'acqua. Jimin camminava con le mani dentro le tasche del suo cappotto, affiancandolo, con un sorriso soddisfatto sul suo volto. «Sono contento che tu ti sia divertito.» rispose, mentre guardava la sabbia che prendeva la forma dei suoi piedi nudi. Taehyung frugò nelle sue tasche e Jimin presto se ne accorse. «Il mare d'inverno è la seconda cosa che più mi rilassa.» parlò l'ispettore, rivolgendo lo sguardo verso il mare blu sfumato con il bianco della schiuma. Jimin, che posò lo sguardo verso di lui, corrucciò lo sguardo. «E quale sarebbe la prima?» chiese. Taehyung liberò le mani da dentro le tasche del cappotto di Jimin, che gli aveva gentilmente prestato, facendo uscire il pacchetto di sigarette, insieme all'accendino. «Queste.» mosse il braccio di fronte allo sguardo attendo di Jimin. Infatti, quest'ultimo si affrettò a rubargliele per poi nascondersele dietro la schiena. «No, oggi non si fuma!» lo rimproverò. «E devi cercarlo di non farlo anche domani, dopodomani, e gli altri giorni a seguire.» continuò il suo discorso da mamma premurosa. Taehyung sospirò pesantemente e si avvicinò lentamente al corpo del corvino. «Jimin...» sussurrò, pregandolo di ridargli quella scatolina. Jimin negò con la testa, stringendo i due oggetti nella sua mano non molto grande, e Taehyung si affrettò a fare la sua mossa: si tuffò verso Jimin per riprendere ciò che era suo, ma l'altro ragazzo stette attento a non farsi prendere, iniziando a correre. Corsero come se stessero facendo una maratona, con la sabbia che si alzava sporcando i loro pantaloni, e risero così tanto che non si resero neanche conto di star piangendo per il troppo divertimento.
Jimin si fermò, accasciandosi a terra con il fiato corto, venendo subito affiancato da Taehyung. Lui lo guardò e entrambi si sorrisero, insieme ai loro cuori che presero a battere velocemente in contemporanea. Jimin lanciò il pacco di sigarette al moro, un po' deluso. «Tieni.» disse soltanto, e Taehyung, una volta che lo prese, lo rimise in tasca. «Non mi servono più, è come se avessi fumato l'intero pacco.» parlò. Il corvino si girò verso di lui, e lo stesso fece l'altro, incastrandosi così, i loro sguardi. «Ah si?» chiese Jimin, chiedendo il perché dell'improvviso cambiamento. Avevano solo corso, in fin dei conti. «Sto bene così.» rispose l'ispettore, continuando a guardare il ragazzo che aveva di fronte. Jimin annuì e per la prima volta si sentì in soggezione per quello sguardo serio di Taehyung, che lo aveva colpito fin da subito. Continuarono a guardarsi, rimasti ipnotizzati da quelli sguardi profondi e seri.«U-uhm, forse è meglio se torniamo, che ne dici?» parlò per primo Taehyung dopo quel lungo e imbarazzante silenzio. Jimin si risvegliò subito dopo aver udito la voce del più piccolo, e subito annuì, alzandosi per dirigersi insieme a lui verso il proprio albergo, con lo sguardo amareggiato perché il desiderio che gli si era messo in testa non era stato esaudito: infatti, non aveva baciato Taehyung.
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Coffee & Poison. [ Vmin ]
Fanfiction[COMPLETA] Un assassino spregevole decide di prendersi gioco degli abitanti della capitale della Corea del Sud. Il suo metodo di uccisione lo rende ancora più unico: veleno dopo aver offerto un caffè alla vittima. Kim Taehyung, ispettore del paese...