Peter non poteva più stare lì a guardare. Con una ragnatela bloccò la mano di uno, e scese nella mischia.
-Ehi, lasciate stare la mia ragazza! – disse per un po di scena. Era davvero sorpreso, insomma, lei stava dando delle lezioni ai due energumeni, e lui rivolse la sua attenzione al capo.
-Ti ricordi di me? – chiese.
-Come non dimenticarsi di un ragno che mi ha tolto dalle mani un bel bocconcino dopo avermi umiliato? – rispose l'altro. Parlare così della sua amica? Un guizzo di gelosia si accese in Peter e attaccò. La rabbia gli fece quasi dimenticare il motivo per il quale era lì, e si voltò verso la ragazza, ma non ce ne fu bisogno: li stava massacrando di calci e pugni. Aveva davvero una forza insospettabile per una ragazza minuta come lei, e sembrava che combattesse da una vita. Anche se Spider-Man non ci fosse stato, lei ne sarebbe uscita indenne da quel maledetto vicolo.
"Questa zona è nostra" avevano detto nel loro primo scontro. Come se anche le persone che passano di lì fossero di loro proprietà.-Non è finita qui, stupido insetto – urlò il boss della gang rialzandosi e dandosela a gambe -non è finita qui- E il resto al seguito.
-La mia ragazza, eh? – disse lei dopo aver ripreso fiato -mi stavi seguendo? –
-Mi hai retto il gioco. Ti ho seguita perché un giorno una mia amica è venuta qui, e li ha incontrati. Non volevo che accadesse lo stesso a te- replicò restando sul vago.
-Rachel Black – e gli porse la mano. Lui restò colpito, dato che lei rimase con la mano tesa e un sorriso riconoscente sulla faccia, quasi si aspettasse che lui le stringesse la mano e dicesse "Ciao, sono Peter Parker"
-Tranquillo, rispetto la tua privacy. – Lei quasi gli lesse nel pensiero. Esitò, poi aggiunse:
-Anche io, se fossi un Avenger, non direi a nessuno il mio vero nome - e Peter le fu grato per questo. -Ora, ti devo assolutamente quei biscotti di cui ti parlavo l'altra volta. Ti piacciono con la vaniglia e le gocce di cioccolato?– Spider-Man capì perché gli piacesse quella ragazza: era semplice, non stava troppo tempo a salutarlo, chiedergli come sta o cose inutili. E gli nacque un dubbio.-Dove stai andando? – chiese.
-In cartoleria, devo stampare dei fogli –
-Per cosa? –
-Niente, insomma, sono stata espulsa anche da questa scuola. Devo stampare dei fogli per liscrizione. Ma non mi hai ancora risposto. –
-Oh, no, non fa niente. Ma lo dici così, con tranquillità? –
-Cosa? Ah, si, certo, era prevedibile che alla fine mi avrebbero cacciata. Lo fanno sempre. –
-Perché? –
-Sai, per un motivo o un altro, cambia sempre l'accusa. –
-L'accusa? –
-Sì, nessuno mi vuole nella propria scuola. Se qualcuno picchia qualcun altro ci va sempre di mezzo Rachel Black. Se la scuola va a fuoco, beh, è colpa di Rachel Black. Se qualcuno si arrampica sul tetto e poi cade, è stata Rachel Black. Insomma, ogni cosa è un pretesto per espellermi. Scusa, ora vado di fretta, facciamo così: incontriamoci domani a quest'ora qui, e ti darò la scatola di biscotti. –
E se ne andò, lasciando Peter con un "non fa niente" in aria e con talmente tante domande nella testa che questa gli sembrava un frullatore.
Ora, per fare mente locale, Peter, mentre andava a casa, riflettè su quello che aveva appena visto e sentito. Quella ragazza combatteva con una serie di stili diversi: era agile come la Vedova Nera, era forte quasi quanto Thor, prevedeva i colpi come il sr. Stark Era come un mix di Avengers. Poi era stata accusata di aver incendiato scuole, aver picchiato qualcuno anche se lei diceva che non era vero, di aver buttato delle persone giù da un tetto. Avrebbe dovuto aspettare il giorno dopo per delle risposte.
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Aler|| Avengers
Science FictionSequel di Spiderman homecoming. Rachel è una semplice ragazzina che viene espulsa, per un motivo o per un altro, da tutte le scuole in cui va. Ma nessuno sa che lei è la figlia adottiva degli Avengers, e un vecchio nemico di sua madre si fa vivo per...