Capitolo 18

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Nei giorni seguenti accaddero cose strane. Il volo delle armi che dovevano essere portate alla Torre era stato intercettato da un tizio, Adrian Toomes, che voleva impadronirsene.

-Dunque, la tua stanza sarà accanto a quella di Visione, non è vero, Happy?- il signor Stark continuava a parlare ininterrottamente come se fosse scontato che Peter volesse entrare negli Avengers.

Non fraintendetemi, è un grande onore, ma Peter non si sentiva pronto per questo. Se lo avesse fatto, che cosa ne sarebbe stato del caro vecchio amichevole Spiderman di quartiere?

Aveva impedito al padre di Liz di usare le armi degli Avengers, sì, però le aveva anche distrutte.

Rifiutò educatamente, e si voltò, per dirigersi verso la macchina di Happy che l'avrebbe riportato in città. Guardò il signor Stark da dietro la spalla, mentre camminava, per cui non si accorse di stare andando addosso a qualcun altro che non stava prestando attenzione a dove andava.

Rachel stava controllando per l'ennesima volta i fogli per l'iscrizione. Li stava sfogliando, quando notò uno in particolare con su scritto Decathlon.

Cera un post-it con la scrittura di Thor che diceva "Scusami se non te lho detto prima, comunque è una specie di corso per cervelloni come te."

"Non sono cervellona" pensò stizzita.

Tony le aveva detto di non disturbarlo, perché era alle prese con un nuovo Avenger, ma non era entrato nei particolari. Comunque lei aveva bisogno del suo aiuto nell'inviare alcuni fogli, per cui stava andando da lui. Ma, come abbiamo già visto, tra loro due cera un ostacolo: Peter Parker.

Nessuno dei due stava guardando davanti a sé, e si scontrarono, com'era ovvio.

I fogli che prima erano nelle mani di Aler si sparpagliarono per il corridoio, volando di qua e di là, e la ragazza se la cavò con un: -Oh, scusa- che non sembrasse troppo nervoso.

Se avesse perso anche solo uno di quei fogli, Tony l'avrebbe uccisa. E, parlando di Anthony Edward Stark, si intende letteralmente.

Alzò lo sguardo, e vedendo chi aveva davanti, arrossì all'istante. Era alto e magro; i capelli mossi e castani erano pettinati verso l'alto, ed incorniciavano un viso pallido ma simpatico, con due occhi scuri, ridenti, in cui Rachel si perse da subito; un naso che gli donava un profilo perfetto e due labbra ben disegnate increspate in un sorriso perenne completavano il tutto.

-Scusami, davvero, non ti ho vista- disse Peter aiutandola a raccogliere i documente sparsi per terra, e sorrise tra sé. Era proprio lei, Rachel Black, o, se proprio voleva, Aler.

Aveva una bella voce, e, a pensarci, sembrava familiare a Rachel.

-Ci conosciamo?- chiese infatti poco dopo.

-No, non mi pare- rispose il ragazzo.

-Ah, è che mi sembra di averla già sentita la tua voce-

L'altro ridacchiò nervosamente.

-Decathlon?- chiese Peter guardando il foglio per l'iscrizione al Decathlon.

-Oh, sì, è una cosa della mia scuola, un progetto a pensarci non so bene cosa sia.-

-Scusa, in quale scuola vai?-

-George Washington-

-Quanti anni hai?- Rachel aggrottò la fronte. Cosa gli importava?

-15, perché?-

-Ah, quindi andrai in secondo-

-No, sono anticipataria. Sono nata il 10 Marzo-

-Ah. In che classe andrai?-

-3 A, ma perché?-

-Anche io! Peter Parker- il ragazzo tese la mano.

-Oh. Fantastico! Sarà bello conoscere almeno qualcuno nel tuo primo giorno di scuola- rispose giocherellando nervosamente con la collanina. In genere non era molto aperta, tendeva a stare sulle sue. Senza contare quando stava con Spiderman, ovvio.

-Io sono Rachel Black- e lei gli strinse la mano -perchè sei qui?- chiese Rachel. Non era da tutti i giorni incontrare ragazzi della sua età alla Torre.

-Veramente mi stavo chiedendo la stessa cosa di te-Peter mise la mano sulla nuca mentre le consegnava i documenti.

-I miei genitori lavorano qui- arrossì violentemente e abbassò lo sguardo sotto quello indagatore di Peter. La guardava con un sopracciglio alzato, il che metteva a disagio la ragazza.

-Tu?- lei cercò di cambiare argomento.

-Lo stesso- l'altro non sembrava molto convinto di ciò che diceva. Perché non avrebbe dovuto crederle per poi dire qualcosa che non era evidentemente vero? -allora, quando sarà il tuo primo giorno di scuola?-

-Tra due giorni. Sì, non so perché mi hanno fatto aspettare fino a Gennaio, ma non è da tutti iscriversi a metà anno-

-Bene, allora ci vediamo tra due giorni- esclamò Peter salutandola e lasciandola lì impalata a cercare di ricordarsi il proprio nome.

"Beh, cara la mia Rachel, penso proprio che il tuo cervello sia andato in pappa."

Aler|| AvengersWhere stories live. Discover now