Rachel si svegliò nel suo letto. Si strofinò gli occhi con i pugni chiusi, e finalmente li aprì.
Guardò giù. Aveva una felpa nera addosso. Non ci volle molto per ricordarsi come ci fosse arrivata lì. Il traghetto, il walkie-talkie, Spiderman. Adesso lui sapeva la sua vera identità. Ma lei di lui non sapeva niente.
Si sentiva come nuda di fronte a lui, non aveva più segreti, la conosceva come nessun altro.
E questo a lei non piaceva.
Si sentiva ancora euforica per la scoperta del giorno prima, ossia che poteva creare pavimenti sotto di sé e che poteva spingersi in avanti, per quel motivo era arrivata a quella velocità. Però doveva ancora allenarsi, dato che era svenuta dopo un attimo.
Si alzò, e si diresse verso il salotto, dove trovò Nat a scrivere qualcosa su un foglio.
-Ehi, come va?- domandò appena si accorse della sua presenza. A Rachel sembrava di essere stata travolta da un TIR, ma fece un sorriso forzato e disse:
-Bene, grazie- non le era mai piaciuto dire veramente come si sentiva agli altri.-Mi fa piacere. Ti va di andare in libreria?- sorrise Nat. In genere quando Rachel voleva pensare andava al centro commerciale a più piani dove si trovava un'enorme libreria.
-Mmmh, sì- prese la sua giacca rossa e uscì. Non aveva intenzione di parlare a Nat di quello che era successo.
Entrò nella libreria. Respirò il profumo di libri nuovi, e sorrise. Dietro a tutti gli scaffali c'era una vasta vetrata che offriva una vista spettacolare su New York, essendo la libreria al quinto piano del centro commerciale.
La ragazza stava leggendo la trama di alcuni libri, quando sentì una voce minacciosa al di là dello scaffale intimare a qualcuno: -Dammi il portafoglio, ora! –
Rachel aggrottò le sopracciglia. Chi avrebbe mai cercato di rapinare qualcuno in una libreria piena di gente?
Non badò troppo a questa domanda, e si fece coraggio.
Indossò il cappuccio, girò attorno allo scaffale, e notò un uomo imbaccuccato da capo a piedi di sciarpe e maglioni che teneva per il collo una donna incinta che cercava di dimenarsi.
-Lasciala andare- esclamò. Inizialmente non sapeva cosa fare, ma l'idea che quell'uomo potesse fare del male a delle persone innocenti o nella stessa situazione di quella donna incinta le aveva fatto salire l'istinto che la spingeva a mettersi nella mischia.
L'uomo si girò, lasciando la donna, la fissò per un periodo che le sembrò interminabile, e poi disse, scandendo ben le parole: -Proprio come un'Avenger-
-Cosa vuoi. Soldi? Ti sembra la persona a cui chiederli?- chiese Rachel ignorando il commento dell'altro e indicando la donna incinta.
-No, no. Ti sembro così stupido da rapinare una donna in un posto affollato?-
-No, ma sei così stupido da non mettere i soliti passamontagna e coprirti così- ribattè Rachel, accennando al suo pessimo modo di vestirsi.
La gente aveva fatto spazio a quella bizzarra discussione, ed ora si divideva in due ali intorno a loro due.
Un ragazzo alla sua destra ridacchiò, infastidendo l'uomo, che urlò: -Tu, zitto!- indicandolo con la mano coperta da un guanto.
Abbassò il braccio per posare la sua attenzione sulla mora che lo fronteggiava.
-Se proprio vuoi saperlo, io sono venuto qui per te-

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Aler|| Avengers
Science FictionSequel di Spiderman homecoming. Rachel è una semplice ragazzina che viene espulsa, per un motivo o per un altro, da tutte le scuole in cui va. Ma nessuno sa che lei è la figlia adottiva degli Avengers, e un vecchio nemico di sua madre si fa vivo per...