Capitolo 12

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Forse penserete che Rachel in quel momento stava pensando a come uccidere Tony dopo che quell'incubo sarebbe finito, sempre se ne fosse uscita indenne, ma la sua fiducia nell'uomo era andata a farsi bella mentre pensava al suo corpo spappolato su uno dei grattacieli di Manhattan, con le membra e gli organi che fuoriuscivano dale ferite causate dalle parabole delle TV. Immaginava dei detective che si interrogavano su come avesse fatto una quindicenne a cadere da una tale altezza, immaginava dei piloti di elicotteri incolpati senza prove di averla buttata di sotto senza paracadute. Immaginava il suo funerale, immaginava Spiderman che si toglieva la maschera e mostrava a lei il suo viso rigato dalle lacrime e colpito dal senso di colpa.

Era molto ottimista.

-Immagina le molecole dell'aria attorno a te, immagina di spostarle al di sotto di te, con la telecinesi- Rachel faticava a concentrarsi sulle parole di Tony, e peggio ancora a concentrarsi sull'aria, come aveva detto Ironman.

Fece mente locale, ma invece di pensare alle numerose molecole attorno a lei pensò "quanto in alto eravamo? È mezz'ora che sto cadendo" era perché Tony l'aveva previsto che ci sarebbe voluto un po' di tempo.

"Ok, ok non ce n'è più di tempo." Si guardò intorno e si concentrò sulla rabbia che provava verso Tony per averla lasciata andare così imprudentemente cadere, e immaginò di vedere le minuscole parti che componevano l'aria.

Ad un certo punto rimbalzò su qualcosa di molliccio. Si sentiva la schiena dolorante, e guardò sotto di sé.

Era sopra Manhattan, stava per sfiorare la punta dell'Empire State Building, e fluttuava.

Da sotto di lei un colore rossastro si ramificava per costituire una specie di pavimento sopra il quale lei poteva camminare. Non camminare, volare.

Stava volando.

Fece un passo in avanti, per testare la sua nuova capacità, e fantasticò con la mente. Lei stava volando. Lei stava volando davvero.

Pensando a ciò si deconcentrò, mise un piede in fallo e la barriera si distrusse. Continuò a cadere, strinse forte gli occhi forse per costruire un altro pavimento o forse per non vedere il marciapiede dove la sua mandibola si sarebbe unita a nozze con la spina dorsale, e poi sentì due braccia possenti che la prendevano ad appena un palmo dal cemento.

-Ti eri dimenticato di me, eh?- chiese Tony, malizioso.

-Forse non sei ancora pronta, devi imparare a gestire a pieno i tuoi poteri. Ma ora non c'è tempo. – e se ne andò, lasciandola a terra.

-Tony! Non mi lasciare qui! Io posso aiutarti, posso aiutare Spiderman!- urlò, ma Ironman era già lontano.

Peter era nei guai. Se lo sentiva. Beh, dopo avere accidentalmente tagliato a metà un traghetto, era il minimo per lui.

In preda alla disperazione, aveva preso la bambolina datale da Rachel e aveva premuto freneticamente il pulsante, dicendole dove fosse.

Era arrabbiato con il signor Stark, gli aveva detto che c'erano armi su quel traghetto, e lui, come al solito, non gli aveva dato ascolto.

Con le ragnatele unì le due parti della nave, che si stavano dividendo proprio come fa un melograno, solo che qui lui non voleva che si dividessero.

Tirò con tutte le sue forze, e urlò dando sfogo agli sforzi che stava facendo, una persona a tenere insieme due parti di una nave. Una nave molto più grande di lui.

Un tizio a bordo lo incitò -Si, Spiderman- e lui si sentì rinvigorito. Con un ultimo strattone, le due metà combaciarono, e lui, dopo averle unite con le ragnatele, si sdraiò, sfinito.

E l'impasto colloso iniziò a dividersi, facendo preoccupare Peter: la nave si stava nuovamente dividendo.

Proprio non sapeva cosa fare, non gli rimaneva altro che sperare nell'intervento di Rachel, che probabilmente non sarebbe arrivato.

E se invece aveva ragione? Se lei era davvero Aler?

Vide una figura rossa e dorata venire verso di lui, e il viso si illuminò, ansioso di conoscere la nuova Avenger, e grato per essergli venuto in aiuto.

Ma poi si rabbuiò, vedendo che dopotutto era solo Ironman.

"Solo Ironman?" si rimproverò. Ed iniziò ad avere paura su come avrebbe reagito il signor Stark.

Quest'ultimo si appoggiò su una metà della nave, ed iniziò a spingere, con la sua armatura che lo aiutava.

Quella metà iniziò a muoversi, ma l'altra continuava inesorabile ad affondare.

Peter pensò di andare a spingere quella, ma il signor Stark gli disse: -Hai fatto abbastanza, ragazzo!-

Era un chiaro invito ad andarsene da lì e non interfierire sul suo lavoro. Peter non sapeva cosa fare, ed era scuro che neppure Ironman ci sarebbe riuscito da solo, perciò decise di lasciarlo fare dimostrandogli quanto fosse difficile indipendentemente da quanti gadgets avesse.

Si diresse verso un palazzo, e si sedette su un vecchio cartellone della pubblicità.

Il signor Stark era in evidente difficoltà, e lui non mosse un dito proprio come gli aveva consigliato.

Aveva bisogno di aiuto.

Mandò un altro messaggio tramite bambolina a Rachel, e lei obbedì al suo richiamo. Solo che non arrivò sottoforma di Rachel.

Aler|| AvengersDonde viven las historias. Descúbrelo ahora