Capitolo 21

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-Quindi tu sei la figlia adottiva di Natasha Romanov?- MJ non ci avrebbe creduto se non avesse visto la sua amica fluttuare sopra il ladro di biciclette -sei unAvenger!-

-Sì- Rachel si sentiva in imbarazzo, non lo sapeva nessuno allinfuori della Torre. Si trovavano da Holly's, sorseggiando un delizioso milkshake su un tavolino a fianco della vetrina del negozio.

-Ma mi sono fatta scappare quel ladro, forse avrei dovuto consegnarlo alla polizia.-

-Scherzi? Sei stata formidabile. Almeno ho ancora la mia bici- le aveva raccontato lintera scena. Lei laveva appena parcheggiata, quando un ragazzo le era passato sfrecciando davanti, tra lei e la bici, e subito dopo questultima non cera più.

Forse sarei dovuta scappare appena lei mi ha vista stava riflettendo Rachel. In quei giorni tutti venivano a scoprire i suoi segreti, e lei non era così aperta.

-Però ho bisogno che tu non lo dica a nessuno. Capito? Nessuno. Neanche a Ned o a Peter.-

-OK, promesso. Ma perché vuoi rimanere nascosta?-

-Tu lo urleresti ai quattro venti? Io no. Non sono abituata ad essere al centro dellattenzione, e se lo rivelassi lo sarei-

-Ma tu abiti nella Stark Tower! Tu vivi al centro dellattenzione!-

-No, non è così semplice vivere là. Avrei bisogno di vivere una vita normale, come una normale ragazza di New York, con una normale famiglia americana. –

-Capisco. Una cosa che non capisco però è che tu non valuti la tua fortuna ad avere il potere della telecinesi e della pirocinesi. Dovresti andarne fiera. –

-Ma io ne vado fiera! Solo che sono le persone normali che non capiscono quanto sia difficile la nostra vita. Voi non avete dei nemici che vi vogliono morti-

-Che intendi? Hai già un nemico? Chi è?- la travolse MJ. Ma Rachel non era pronta per parlarne a qualcuno aveva sempre trovato difficile fidarsi ciecamente, e sapeva che doveva cambiare, e MJ sembrava una a posto ma se lavesse tradita come aveva fatto Sarah? Non poteva rischiare di perdere unamica come Michelle, eppure lei era diversa dagli altri. Non era MJ ad avere problemi, era Rachel. Ma poteva sempre cambiare. Solo non in quel momento.

-No- rispose la mora sostenendo lo sguardo penetrante dellaltra. Ma fortunatamente lasciò perdere e continuò a parlare di altro, ma la mente di Rachel già vagava

La sua attenzione venne catturata da unombra fuori dal bar, che però si fece notare solo per un attimo. Ma quellombra laveva già vista: non solo al mercato mentre seguiva il ladro di biciclette. Si tuffò fuori dal bar appena in tempo per vedere Spiderman voltare langolo in un vicolo isolato. Ovviamente, ci entrò. Linterno della stradina era buia, non vedeva nulla, ma poi sussultò.

-Te la sei cavata con quel ladro, eh?- la stuzzicò Spiderman dietro di lei a testa in giù appeso ad una sua ragnatela.

-Eri tu?-

-Sì, lo stavo inseguendo io, ma a quanto pare non ce nera il bisogno. – a quel punto Rachel si sentì in colpa. Forse lo stava oscurando, non era più leroe del quartiere avrebbe provato a Brooklyn.

-Scusa, io non volevo, è che ha rubato la bici di una mia amica-

-Amica?- chiese sorridendo laltro.

-Sì, sai, in questa scuola ho incontrato tre ragazzi davvero simpatici-

-Ah? Chi sono?-

-Rachel? Dove sei?- MJ era sbucata in quel vicolo.

-Nasconditi, ne riparliamo dopo- sussurrò Rachel.

Dopo essersi assicurata che Spiderman si fosse nascosto per bene, si voltò ad affrontare al sua amica.

-Scusa, mi era sembrato di aver visto quel ladro, mi dispiace di essermene andata così senza avvertirti-

-Non fa niente, tranquilla. Anzi, adesso devo andare a casa, quindi ci vediamo domani?-

-Sì, tu intanto vai, io devo fare ancora una cosa- aspetto che la riccia se ne andasse, poi fece il segno della via libera al supereroe.

-Dicevi?- chiese lui malizioso.

-Cosa dicevo?-

-Avevi trovato degli amici. Voglio sapere tutto di loro-

-Beh, cera MJ, che è quella che hai appena visto, e poi cè Ned, ed è simpaticissimo-

-Non avevi detto tre?- Spiderman si sistemò meglio e si sedette sullunità esterna di un condizionatore (lho cercato su internet si chiama proprio così haha).

-Ah, sì- Rachel abbassò lo sguardo per non mostrare il rossore che le aveva infuocato le guance -poi cè Peter- Spiderman scrollò le spalle. Le sembrava deluso, come se si aspettasse qualcosa di più. E, per lui, essere nominato per ultimo nella sua lista degli amici ed essere dimenticato non era stimolante.

-Tutto bene?-

-Sì, come no. E comè? Intendo, Peter-

-Beh, lui è Peter- la ragazza sorrise. Le piaceva pensare a quel ragazzo solare e sorridente. E sembrava fare piacere anche al suo amico, dato che raddrizzò al schiena.

-Che intendi?-

-È molto dolce, solare è semplicemente Peter, non so come spiegarlo- sorrise imbarazzata.

Rachel continuò a guardare verso il basso, sentendosi osservata. Pensò a come quel ragazzo moro lavesse cambiata, da ragazza timida e chiusa a ragazza benvoluta tra i suoi amici. Di cui però di uno non conosceva il nome. Nuovamente iniziò a tormentarsi sul fatto di essere ingenua e di essersi confidata così strettamente con una persona mascherata, il che venne notato dalla persona in questione.

-A cosa pensi?-

-Non mi piace chiamarti Spidey- confessò finalmente lei evitando il contatto visivo. Che poi, con quella maschera, chissà quale contatto visivo potevano avere.

-Solo il tuo nome, ti prego- la ragazza congiunse le mani, fece il labbruccio, gli occhioni e alzò le sopracciglia.

Laltro invece esitava. Non le avrebbe detto il suo nome, no. A stento lo sapeva Ned, perché dirlo a lei? Però lui sapeva il suo segreto più grande ma lavevano scoperto per sbaglio. E lui non avrebbe fatto lo stesso errore. Ma non poteva neppure negare una risposta a quella ragazza che sembrava così carina con quella faccia da bambina, che pur non sapendolo gli aveva fatto dei complimenti.

-Mi chiamo Andrew- le parole gli uscirono dalla bocca da sole, quasi non se ne accorse. Disse il primo nome che gli capitò sottomano, e rimase stupito dal fatto di avere appena mentito a quella ragazza che si fidava così tanto di lui... Al che si sentì uno schifo. Ma non potè fare a meno di sorridere alla vista della luce che iniziava ad illuminare quel bel visino che aveva davanti.

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