-Tutto bene?- Tony era riapparso alle sue spalle ed aveva tra le braccia uno scatolone pieno di libri, quello di Rachel.
-Lo sapevi già?- chiese lei mostrandogli il foglio.
-Senti, io non ne ero sicuro...- iniziò a mormorare l'altro per poi essere interrotto da una Rachel dalla voce rotta:
-Tu mi hai iniziato a trattare bene- e indicò il tavolino da disegno -solo perché sono un tuo esperimento? Io sono un pezzo di carne per te? Hai aspettato tutto questo tempo per vedere se le tue approssimazioni erano vere? Mi sei stato vicino tutto il tempo solo per sorvegliarmi? Sentiamo, chi altro lo sa?-
-Solo Thor e Bruce, agli altri non l'ho detto. Senti, Rachel –
-Tu hai sempre provato a farmi vivere emozioni forti per vedere come avrebbero reagito i miei poteri? -Urlò pensando al giorno in cui l'aveva portata a fare paracadutismo da una distanza minima per una minorenne come lei.
-No. Non funziona cosi. Un potere si manifesta solo quando si desidera ardentemente e si prova, in contemporanea, un'emozione forte. Se pensi al paracadutismo che ti ho fatto fare- "perspicace il signor Stark" -era solo perché so che ti piace l'avventura. Non ti userei mai come un esperimento, Rachel. Tu sei mia figlia. Se ho sempre cercato di soddisfarti è sempre stato perche ti voglio vedere soddisfatta. Tu mi conosci, e se hai notato mi comporto da arrogante con tutti, meno che te, Pepper, Morgan e... non fa niente-
Rachel sorrise. Non era da Tony fare discorsi sdolcinati, né da lei riceverli senza dare un ceffone al suo interlocutore, per cui non seppe cosa dire. Lo abbracciò e sussurrò continuando a sorridere: -Comunque tu non sei il mio padre legale-
Rachel e Tony erano nuovamente in laboratorio. Stavano analizzando una cellula di Rachel. Con il suo consenso, ovviamente.
-Chi è stato?-
-A fare cosa?- Tony negò la sua attenzione a quello che stava facendo per girarsi verso Rachel. Ultimamente si stava occupando di più della ragazza, non voleva che il loro rapporto si spezzasse.
-A modificarmi geneticamente così come ha fatto con mia madre-
-Non saprei. Però ora sappiamo che non è stata la Natura a conferirti questi poteri-
-Secondo te voleva farci del male rendendoci così?-
-Può darsi. Ho visto gente che usa i propri figli come esperimenti. –
-Quindi potrebbe essere stato mio padre?-
-Mmh...no. Dalla lettera che ci ha lasciato sembrava amare ardentemente tua madre. Tu non gli andavi proprio a genio, però non penso comunque che sia stato lui, non avrebbe mai afflitto tali sofferenze alla donna che amava.-
-Allora chi può essere stato? –
Tony si sorresse il mento con due dita, pensando, e Rachel vide dal suo orologio da polso che doveva andare. Durante il trasloco il suo unico amico -di cui però non conosceva neppure il nome- le era stato sempre accanto e si erano conosciuti meglio. Si incontravano spesso, principalmente sui tetti dei palazzi, cosicchè nessuno potesse disturbarli.
-Devo andare, scusa io, sì ho un'appuntamento- balbettò. Nessuno sapeva della sua amicizia con Spiderman, principalmente perché lui le aveva chiesto di non dirlo, perché altrimenti non le avrebbero creduto, ma lui non sapeva chi fossero i suoi genitori.
A detta di Rachel.
-Com'è? – Rachel e Spiderman stavano mangiando un panino sul tetto di uno dei palazzi in cui si incontravano più spesso.
-Buono. Il tuo?- la voce del ragazzo era quella di un bambino, ma era carina. Rachel adorava ascoltarla
-Fantastico. Poi devi dirmelo dove li trovi panini così.- riddacchiò lei.
Aveva sempre voluto sapere almeno il nome del ragazzo, ma aveva rispettato la sua privacy senza sfiorare quasi mai l'argomento.
Per il momento si accontentava di vedere il mento di lui andare su e giù mentre masticava.
Quando si era alzato la maschera fino al naso per mangiare, lei lo aveva guardato con gli occhi luminosi e curiosi di chi vuole sapere l'identità di qualcuno a lei vicino. Ma poi era rimasta delusa quando gli occhi rimasero coperti.
-Sono troppo ingenua?- chiese, sperando che Spiderman non capisca troppo presto dove volesse andare a parare.
-Che intendi?-
-Non ho nessun amico, e non so neanche com'è fatto l'unico che ho- lo guardò con occhi supplicanti.
Peter esitò. Dopotuto, non se lo meritava?
-Perché hai accettato di stare con me? Voglio dire, perché sei mio amico? Ti faccio pena? – abbassò la voce la ragazza in questione cambiando argomento.
-Cosa? Non dire mai più una cosa del genere. Come ti è venuto in mente?-
-Beh, a nessuno importa di te tranne un supereoe con poteri sovrannaturali che è l'eroe del quartiere?-
-Se la vedi da questo punto di vista... però non mi fai pena. Anzi, penso che chiunque ti snobberà alla nuova scuola dopo lo rimpiangerà e basta.-
-Allora adesso dimmi perché mi snobberà. Cos'ho che non va?-
-Tu? Niente. Sei perfetta così. Non devi cambiare, devono accettarti così come sei. Solo, devi essere più sicura di te stessa-
-Parla quello che ha troppa paura di togliersi la maschera- ridacchiò Rachel.
Non aveva tutti torti.
-Perché non ti ho incontrato prima- sussurrò, quasi a se stessa, appoggiando la testa sulla spalla di Peter.

KAMU SEDANG MEMBACA
Aler|| Avengers
Fiksi IlmiahSequel di Spiderman homecoming. Rachel è una semplice ragazzina che viene espulsa, per un motivo o per un altro, da tutte le scuole in cui va. Ma nessuno sa che lei è la figlia adottiva degli Avengers, e un vecchio nemico di sua madre si fa vivo per...