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aprì lentamente gli occhi, una grande parete bianca invase subito la sua vista, un soffitto.
si alzò pacatamente per ispezionare la stanza in cui si è svegliata. una finestra da cui penetrava un piccolo raggio di luce poteva essere una buona via di fuga, ma era bloccata da eleganti griglie in ferro. anche la porta era chiusa, non sapeva se a chiave o meno, ma se fosse uscita da lì l'avrebbero scoperta. non avendo vie di fuga, la ragazza si soffermò nell'osservare la camera: pareti grigie sia scure che chiare davano un aria moderna e spaziosa, anche perché la camera era quasi vuota; c'era solo un comodino fatto di legno dipinto di bianco con rifiniture in acciaio e una superficie in vetro che ricopriva il piano d'appoggio, una piccola scrivania fatta allo stesso modo e un letto a due piazze, quello in cui lei si era accomodata.
dopo poco tempo decise di contraddire i suoi pensieri provando ad aprire la porta il più silenziosamente possibile che stranamente si aprì. non sapere dove si trovava le incuteva ansia ma provò comunque a reprimere tutti i pensieri negativi cercando di trovare una porta per uscire, non voleva stare lì, voleva tornare a casa e voleva dare a sua madre il funerale che si meritava. scese quindi delle scale trovandosi in un grande salotto ben arredato. la vista di una porta in fondo al corridoio le causò un sorriso. si avvicinò facendo passi sempre più svelti fino a arrivare alla maniglia, non c'era nessuno, poteva uscire. stava per abbassare la maniglia quando una voce delicata la fermò lasciandola pietrificata. "stai provando a scappare?" provò a aprire velocemente la porta ma ovviamente era chiusa a chiave. si maledisse mentalmente per essersi fatta prendere troppo dall'ansia senza pensare a delle cose così ovvie.
ormai senza alcuna speranza si girò con riluttanza verso la voce. un ragazzo alto e dalla pelle chiara si stava avvicinando con un dolce, e stranamente rassicurante, sorriso stampato in volto. lei cercava di mantenere lo sguardo incollato al suo non riuscendo però a nascondere completamente l'ansia che la travolgeva. non avrebbe potuto fare niente indebolita e affamata com'era contro un uomo alto e in forma. mentre questi pensieri la travolgevano lui le rivolse la parola "non avere paura, non farò niente" il suo sorriso diventò più ampio e i suoi occhi si trasformano in scure mezzelune. i capelli color carota ricaddero sulla sua fronte fino a arrivare quasi sulle ciglia, rendendolo ancora più dolce, e il suo viso aveva dei lineamenti delicati e attraenti, era sicuramente un ragazzo giovane. lei continuò semplicemente a mantenere il contatto visivo per quanto poteva.
"mi chiamo Jungwoo, piacere"
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・𝑫𝒆𝒂𝒓 𝑫𝒊𝒂𝒓𝒚・【𝙹𝚞𝚗𝚐 𝙹𝚊𝚎𝚑𝚢𝚞𝚗】
Fanfiction・𝚍𝚒𝚊𝚛𝚒𝚘, 𝚑𝚘 𝚙𝚎𝚛𝚜𝚘 𝚝𝚞𝚝𝚝𝚘... 𝚊𝚗𝚌𝚑𝚎 𝚓𝚊𝚎𝚑𝚢𝚞𝚗・ 【・𝑨 𝑱𝒂𝒆𝒉𝒚𝒖𝒏'𝒔 𝒇𝒂𝒏𝒇𝒊𝒄𝒕𝒊𝒐𝒏・】