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●Blake●
Mentre Isabel segue le lezioni, mi concedo la mattinata per girare la città.
È stupenda.
Magari riesco a trovare un posticino tranquillo per portarla a cena.
Ecco!
Quel ristorante mi sembra perfetto.
Guardo l'orario sulla vetrina: Apre alle 20:00.
Ottimo.
Mi segno la via e vado a prendere Isabel all'università.
La vedo accanto alla sua amica.
Mi guardano e poi si mettono a parlare.
Le donne.
Appena entra in macchina le chiedo «Parlavate di me?»
Isabel «No no.»
«Conosco voi donne...»
Isabel «Forse conosci la tua ragazza.»
«Non ho una ragazza.» le sorrido «Ma in compenso conosco te.»
Isabel «Mh, capisco. Pensavo di si.»
«Tranquilla.» parcheggio l'auto ed entriamo in casa.
Isabel «Come mai non hai una ragazza?» riprende il discorso.
«Perché lo vuoi sapere?»
Mi siedo a tavola.
Quando sua sorella e sua madre non ci sono, mangiamo insieme.
Isabel «Così, non mi parli mai di niente.»
«Non sono autorizzato.»
Isabel «Quindi non posso sapere nulla?»
«Farò un'eccezione solo perché sei carina.»
Spero di non aver osato troppo ma avevo voglia di dirglielo.
Isabel «Carina?» lo guarda.
«Comunque...Ho avuto diverse ragazze ma non era mai quella giusta, capisci?»
Isabel «E invece la tua famiglia?»
«Ho solo mio padre.»
Isabel «Mi dispiace. Non lo sapevo...»
«Succede.» avvicino la mano sul tavolo sperando che si avvicini anche lei.
Isabel mette la mano sulla sua «Mi dispiace davvero.» sospira e poi continua «Avevi degli amici prima di venire qua?»
«Si.» mento per creare un po' di effetto «Ma li ho dovuti lasciare.»
Dovrebbero darmi un Oscar.
Isabel «Sarà stato brutto doverli lasciare. Non è facile trasferirsi da un giorno all'altro.»
«Infatti. Non lo è stato. In due giorni.»
Sospiro per rendere la situazione più drammatica.
Isabel «Qualche volta potresti farli venire. Pago io i biglietti.»
«No! Volevo dire no...Sto lavorando. Non possono venire.» le sorrido «E comunque, sto bene qui.»
Isabel «Capisco. Se hai bisogno di vederli mi avverti.»
Avvolgo la sua mano nelle mie «Grazie.» e la guardo in quei suoi occhi meravigliosi.
Isabel «Non c è di che.»
Purtroppo lei si scosta e si alza.
Uffa.

Nel pomeriggio, la accompagna di nuovo dal suo ragazzo.
Già non mi piace stare con questo tipo. Figuriamoci a casa sua.
Che odio.
«È qui casa sua?»
Le dico mentre passiamo davanti una villa con una piscina in giardino.
Isabel «Si, esatto.»
Parcheggio e scendiamo.
Isabel bussa e sfortunatamente ci apre.
Ha una faccia che attrae il mio pugno.
Devo trattenermi.
Daniel «Sei arrivata tardi. L'appuntamento era ieri sera, se ricordi.» dice duro.
Isabel guarda Blake e poi Il suo ragazzo «Scusa. Mi sono addormentata.»
Daniel «Addormentata? Dici sul serio?!»
Isabel «Daniel ti ho detto che mi dispiace. Non l ho fatto di proposito. È successo.»
«Ieri sera? Cos'è questa storia Bell?»
Daniel «Voleva svignarsela da te. Non abbiamo più i nostri spazi. Diglielo pure tu Bel.»
«Cosa volevi fare?!»
Isabel «Volevo solo uscire per stare con Daniel. Tutto qui.»
«Puoi stare con lui in mia presenza. Non posso allontanarmi. Tuo padre mi ha riferito questi ordini.» sposto lo sguardo su quell'essere «Quanto a te, lo spazio di Bel sono io. Io decido cosa, quando, come, dove e perché. Se non ti sta bene, posso benissimo darti un'altra lezione.»
Daniel «Darti un'altra lezione?! Vuoi perdere il posto di lavoro?! Perché a me va benissimo.»
Isabel «Smettetela! Non ne posso più!» Mi giro verso Blake «Dovete finirla di bisticciare in continuazione! Vorrei passare la giornata tranquillamente.»
Stringo i denti e rimango in silenzio.
Isabel «Bene.»
Daniel la avvicina da un fianco «Bel, devi capire che se mi arrabbio è solo perché voglio stare con te senza che nessuno ci interrompa. Sai cosa intendo.»
Isabel «Ok, va bene. Fa niente.» gli dà un bacio.
Mentre loro pomiciano sul divano, io cerco di mandare delle occhiatacce a Daniel.
Lo odio.
All'improvviso Daniel mette le mani sotto la maglietta di Isabel e quando sto per avvicinarmi, lei si ritrae.
Come si permette di toccarla.
«Scusate. Bell, mi ha mandato un messaggio tua madre. Ti vuole vedere.» li interrompo mentre Daniel si sdraia sopra di lei.
Isabel «Daniel, spostati.»
Daniel «Come? Ora?»
Isabel «Si, ora.»
Daniel sospira e si toglie.
«Isabel, dobbiamo andare.»
Prendo Isabel per mano e la accompagno a casa.
Appena arriviamo, la lascio in stanza e mi nascondo in camera mia.
Chiudo la porta a chiave e mi metto sotto le coperte.
Non bussare. Non bussare. Non bussare.
*Toc toc*
E ha bussato.
Mi alzo e apro la porta «Si?»
Isabel «Ho chiamato mia madre e lei non sapeva nulla del messaggio. Mi dici che succede? Perché siamo tornati a casa?»
«Ops, credo di essermi sbagliato. Ciao.» cerco di chiudere la porta ma lei mi blocca.
Mi spinge ed entra in camera mia.
«Non puoi entrare qui.»
Isabel «Ormai sono dentro. Perché mi hai detto una bugia?»
«Non ho mentito. Mi sono sbagliato, tutto qui.»
Isabel «Allora vediamo il telefono. Voglio proprio capire con cosa ti sei sbagliato.»
«Non puoi vederlo. Non comandi tu.»
Isabel «Ti ricordo che lavori per me.»
«Lavoro per tuo padre, non per te.» mi avvicino a lei.
Vorrei baciarla proprio adesso.
Isabel «Si ma si tratta di mia madre.» lo guarda.
«E quindi?»
Isabel «Quindi voglio vedere. Solo i messaggi.»
«Ho detto no. Non puoi avere tutto ciò che vuoi.»
Isabel incrocia le braccia al petto «Era solo una scusa per poter andare via? Dimmi la verità.»
«Per me potevi stare anche tutta la giornata là. Ho frainteso un messaggio, fine della storia.»
Isabel rimane in silenzio per qualche istante e poi risponde «Va bene, ok.»
Le guardo le labbra e poi gli occhi più volte.
Il mio cuore batte all'impazzata.
Non so cosa mi stia prendendo.
Sono arrabbiato e allo stesso tempo vorrei abbracciarla.
Isabel «Allora scusa se ho frainteso. Pensavo non ti piacesse rimanere là.»
Le accarezzo il viso con la mano e le sposto i capelli dietro l'orecchio.
«Scuse accettate.»





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