19 - Mirror Mirror on the Wall...

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Esisteva un tempo in cui ero una bambina piena di sogni e speranze.

Poi è arrivata la guerra, la morte e la distruzione. 

La fabbrica.

Così quella bambina è cresciuta ed è diventata una sopravvissuta.


"Bene Harris, vedo che non sai stare lontana dai guai, vero?" mi domanda Mr. David con un sorrisetto divertito in volto. Il giorno in cui capirò quest'uomo probabilmente sarò morta e sepolta.

"E' più forte di me, mi spiace" alzo leggermente le spalle. 

"E la stessa cosa vale per te Belyaeva a quanto pare" sposta lo sguardo verso la mia amica, che aggrotta le sopracciglia come per dire 'ma che cazzo?'.

"Senza offesa Mr. David, ma non capisco dove vuole arrivare" comunica Volchi e sinceramente è la stessa cosa che mi sto chiedendo pure io dal momento in cui ha iniziato a parlare.

"Chi ha detto che voglio arrivare da qualche parte?" si alza e fa il giro della cattedra, per poi sedercisi sopra con le gambe chilometriche distese davanti a sè.

Ok, questo si droga. Si droga e deve cambiare pusher.

Iniziamo una sorta di gara di sguardi, piombando in un silenzio a dir poco imbarazzante, quando tutto ad un tratto qualcosa mi fa drizzare i peli sulla nuca e rabbrividire come non mai.

"Julia" di nuovo quella cazzo di voce nella mia testa. Almeno adesso so che sta chiamando me e che non sto diventando pazza. Forse.

"Ok, vocina del cazzo. Chi sei e cosa vuoi da me?" chiedo come se veramente mi aspettassi una risposta. Forse veramente sto iniziando a impazzire e questo è il primo campanello d'allarme. Alla psichiatria penserò più tardi.

"Finalmente hai ricordato chi sei, vero?" risponde con mia sorpresa, la vocina nella mia testa. Una voce maschile, profonda e molto familiare. Ok, quindi per esclusione non posso essere io, perchè la voce nella mia testa è decisamente femminile. Per adesso posso tirare un sospiro di sollievo e mettere da parte l'opzione psichiatria. Per ora.

Mr. David incurva l'angolo della bocca verso l'alto in un'ombra di sorriso, talmente impercettibile che ho la sensazione di essermelo immaginata.

"Hai un nome o posso chiamarti 'Il rompicoglioni nella mia testa'?" chiedo un tantino esasperata.

"Ariel, mi chiamo Ariel. E sono il tuo angelo custode" risponde finalmente lui. Aspetta, ho un angelo custode? E soprattutto, perchè si chiama come la sirenetta?

"Guarda che è un nome da uomo" risponde ai miei pensieri. Cazzo, dannato legame, dannati angeli e la loro capacità di leggere nel pensiero. Che poi tecnicamente posso farlo pure io, ma sono dettagli.

"Sì certo sirenetto, come vuoi tu" lo sfotto un po'.

"Ah e tanto per la cronaca: non mi drogo e non ho bisogno di cambiare Pusher" sottolinea lui. 

Aspetta. Cosa?

Non è possibile, cazzo. Questa cosa l'ho pensata prima riguardo a Mr. David. Non può essere.

No

No

NO

"Invece è proprio così" replica Mr. David ad alta voce, togliendomi qualsiasi dubbio. 

Volchi guarda prima me e poi lui, chiaramente confusa riguardo alla situazione. 

"Ok, Volchi. Lui è Ariel, Ariel lei è Volchitsa" li presento e poi aggiungo "Giusto, lui è il mio angelo custode". Sì, dirlo ad alta voce è decisamente strano.

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