We looked at each other
a little too long to be "just friends"
"Chi cazzo sei tu?" mi ritraggo immediatamente dalla presa salda del ragazzo, ora di fronte a me.
"Sono quello che ha trascinato il tuo culo fuori dai problemi, prima che finisse male. Ma non c'è di che, tranquilla" ha l'espressione seria e concentrata, anche se gli occhi azzurri come l'oceano trasmettono una sensazione di tranquillità e gentilezza.
"Non ti ho chiesto io di salvarmi, occhi blu" indietreggio leggermente solo per osservare meglio il ragazzo di fronte a me. Quello che seppur mi costi ammetterlo, mi ha salvato il culo, evitandomi probabilmente una sorte peggiore della morte.
Una leggera pioggia ha iniziato a cadere e i capelli castano scuro e spettinati ad arte gli ricadono ribelli sulla fronte, leggermente bagnati. La mandibola squadrata e dura, delineata ancora di più dall'ombra della barba fresca di rasatura. Le labbra piene e definite, come se fossero state disegnate dalla mano di un'artista. Poi quegli occhi blu, talmente tanto profondi da ricordare l'oceano o l'intera volta celeste che si riflette in esso. Occhi che mi stanno bruciando sulla pelle per l'intensità con cui lui mi sta fissando.
Mi si avvicina "dovresti mostrarmi almeno un minimo di gratitudine, non credi?" la testa inclinata di lato e la mandibola contratta.
"Hai ragione, scusa" sollevo le mani e le scuoto come segno di resa "grazie per avermi salvato il culo" gli tendo la mano come offerta di pace e lui dopo averla osservata un attimo confuso la afferra e la stringe. Una stretta salda e decisa, ma allo stesso tempo gentile.
"Ora mi dici come ti chiami o devo tirare a indovinare fino a quando non faccio centro?" chiedo all'uomo misterioso di fronte a me. Nel frattempo abbiamo iniziato a camminare, diretti chissà dove. Qualsiasi cosa pur di allontanarmi dai miei aguzzini.
"Mi chiamo Castiel" replica, restando concentrato sulla strada da percorrere. La postura sicura di sè e rigida, come quella di un soldato. Trasmette sicurezza e forza, infatti poco prima me ne ha dato un assaggio mettendo al tappeto tutti quegli angeli senza alcuno sforzo. Come un angelo sceso sulla terra per fare giustizia.
"Beh, io invece sono Jul.." "sei Julia, lo so. Mi ha chiesto mia sorella di venire" mi interrompe, spiegandomi in breve.
Sua sorella? Chi diavolo è sua sorella? Ne parla come se la conoscessi. Le mie labbra si schiudono appena formando una 'O' non appena collego. L'unica persona a cui ho detto che mi trovavo nei guai era Naomi, quindi dev'essere stata per forza lei.
"Nao, sono ancora tutta intera" le comunico attraverso il nostro legame. La sento che si rilassa non appena la notizia le arriva.
"Oddio, per fortuna. Stavo morendo dalla preoccupazione Juju" risponde strappandomi un sorriso, "aspetta, Cas è lì con te?" aggiunge, confermando la mia ipotesi. Lei è sua sorella, quindi ciò fa di lui un angelo.
"Sì, se non fosse stato per lui non sarei qui ma legata ad un cazzo di muro" le rivelo per poi aggiungere "se non fosse stato per te a dire il vero. Perciò grazie" le devo la vita più volte di quanto detesti ammettere. Questa si aggiunge solo alla pila infinita di volte.
"Non devi ringraziarmi Juju, sei la mia Parabatai." dice semplicemente senza aggiungere altro. Perchè sa che quelle parole bastano per farmi capire.
E' così che il nostro legame funziona. Due anime legate dallo stesso destino. Ogni sua battaglia è anche la mia e viceversa. Ogni sensazione e sentimento lo condividiamo come se fosse una sola persona a provarlo; ed effettivamente è così. Siamo una sola persona ma divisa in due corpi. Se una delle due dovesse morire prima dell'altra, anche l'altra dentro di sè morirebbe perchè parte della sua anima se ne andrebbe. Il suo destino è morire con il suo Parabatai.
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What about us?
ParanormalQuando i dadi del destino vengono tirati, tutto il mondo rimane in bilico con il fiato sospeso, perché sa che nulla sarà più come prima. Quattro ragazze accomunate da una cosa: sono state private dei ricordi della loro vera identità e sono in cerca...