12.

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Mi svegliai sentendo addosso un leggero venticello.
Avevo lasciato aperta la finestra ieri?
Non avevo freddo però sentivo un calore addosso.
Aprii gli occhi e vidi che non ero nella mia camera, al castello.
Giusto, era la seconda notte che dormivo fuori.
Ero avvolta da una coperta, girata su un fianco, sdraiata su un prato.
Sentivo un fiato caldo sul viso, quindi lo alzai leggermente.
Il volto di Andres era a pochi millimetri dal mio, la mia testa appoggiata al suo torace.
Ero tra le sue braccia e... ci stavo bene. Ma lui a breve si sarebbe sposato ed io non potevo farci niente. Lo osservai in silenzio, mentre dormiva, osai addirittura allungare un dito verso il suo viso, tracciandone i lineamenti. Quanto avrei voluto che fosse mio che non ci fosse alcuna legge che lo vietasse. Arrivai a sfiorargli il mento, poi il mio dito si soffermò sulle sue labbra. Di colpo me lo mordicchiò facendomi spaventare e ritrarre il dito. Aprì leggermente gli occhi: << Mi stavi per caso accarezzando? >>. << Ti stavo semplicemente studiando >> lui ridacchiò. << Fingerò di crederci >> ribatté mentre si stiracchiava. << Sai, stavo pensando, come farai a sposare Linda? Voglio dire, sei scappato via con me e poi non me ne hai mai parlato bene >> distolsi lo sguardo per non fargli vedere la tristezza sul mio volto, ma lui me lo afferrò con un dito, costringendomi a guardarlo. << Io e lei non stiamo ancora insieme, non devo darle spiegazioni e poi gliel'ho detto di non provare interesse per lei, anche a mio padre, ma ad entrambi importa solo del mio titolo >>. << Non lo sapevo mi dispiace tanto >> dissi mentre non riuscivamo a distogliere lo sguardo . << A me dispiace non poter stare con te >> sussurrò e il cuore iniziò a martellarmi nel petto. Afferrò la mia mano e se la portò al petto, sopra il cuore che batteva ad un ritmo irregolare, poi lentamente mi disse: << Questo effetto me lo fai solo tu >>. Si avvicinò a me fino ad arrivare a far scontrare i nostri nasi, poi appoggiò la fronte alla mia: << Non so se suona romantico, ma sei il mio terremoto Arinda. Ogni volta che ti vedo non ci capisco più niente, farei di tutto per te >>. Se avessi avvicinato le mie labbra alle sue anche solo di un millimetro si sarebbero toccate. << Signorina Arinda! Signorino Andres! >> entrambi scattammo al suono della voce di Ernesta che stava volando verso di noi. Appena ci vide così vicini la sua espressione divenne esterefatta: << L'ho sempre saputo che tra voi due ci fosse qualcosa, Shulby mi deve dieci sacchetti di polvere blu allo zucchero - scosse la testa - comunque, non sono qui per questo dovete fuggire! La regina sta facendo setacciare ogni angolo di Merindial e anche se questa foresta è molto difficile da localizzare, non penso che ci metterà tanto a trovarla! Ha fatto bene a dirmi dov'eravate principe Andres! Non so come avrei fatto sapendo che eravate in pericolo e... >>. << Okay Ernesta, grazie dell'avviso, ma adesso tranquillizzati, so già dove andare >> affermò Andres, poi si voltò verso di me: << Adesso dovrai fidarti di me >>. << L'ho sempre fatto >> ribattei. << Allora andiamo >> disse prima di trasformarsi in un'uccello gigante. Ernesta mi aiutò a salirgli sopra, poi partimmo. << Fate attenzione! >> ci urlò la fata mentre Andres iniziò a sbattere le ali. << A presto! >> urlai di rimando. Avevo ancora il vestito a sirena, ma quando dissi ad Andres che mi sarei voluta cambiare, lui mi ripeté di fidarmi. Mi concentrai, quindi, sul panorama che si trovava sotto di noi, non avevo mai sofferto l'altezza, anche se un po' di paura di cadere ce l'avevo. Ad un certo punto vidi che stavamo superando una barriera dalla quale non c'erano più foreste, né castelli, solo case, strade e palazzi. Sentii l'euforia farsi largo dentro di me: eravamo nel regno umano!
Continuammo a volare fino a raggiungere un piccolo paesino che riconobbi subito, presto vidi il labirinto e poi... Casa mia!
Andres atterrò, stendendo l'ala destra per farmi scendere.
Mentre ritornava in sembianze umane corsi verso la porta di casa e bussai.
Dopo meno di dieci secondi mia madre aprí.
Appena mi vide fu sbalordita.
<< Mamma! >> Urlai abbracciandola.
Lei ricambiò la stretta e rimanemmo così a lungo mentre mi sussurrava quanto le fossi mancata.
Appena ci staccammo le chiesi subito: << Hai ricevuto la mia lettera? >>.
<< Sì tesoro e hai fatto bene a spedirmela, altrimenti avrei pensato al peggio.
Non ho risposto perché, a meno che non fosse venuta una fata a ritirarla, non avrei avuto modo di mandartela >> spalancai la bocca.
<< Quindi sapevi tutto del regno magico! >>.
Lei sospirò: << Si, ma se non te l'ho mai detto era solo per proteggerti. Adesso entra, così ti spiego davanti a un bel piatto di pasta al sugo, ti va?>>.
<< Aspetta - mi voltai verso Andres - lui è il principe del regno del sud, mi ha scortata fino a qui >>.
Lui si avvicinò allungando una mano verso mia madre: << piacere signora, mi chiamo Andres >>.
<< Piacere, sono Fire, la madre di Arinda >>.
<< È stato lui a lasciare la mia lettera nella posta >> dissi.
<< Oh, beh non sai quanto te ne sono grata >> disse ad Andres, poi ci sorprese entrambi abbracciandolo.
<< Forza, cosa aspetti? Entra! Stasera sei nostro ospite >>.
<< Grazie mille >>.
<< Di nulla, è il minimo per esserti preso cura di mia figlia >>.

Il Regno Sperduto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora