21.

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Non sapevo cosa fare, come andare avanti.
Il mare del confine.
Così lo aveva chiamato Ernesta, chissà cosa significava.
Rimasi lì, ferma ad ammirare le onde che si scontravano tra di loro, la sabbia ormai cristallina e il fruscio del vento.
Chiusi gli occhi godendomi l'aria fresca sul viso, tra i capelli.
Sembrava accarezzarmi, consolarmi.
<< Ti sei persa? >> Scattai al suono di una voce.
Aprii gli occhi e vidi davanti a me un uomo immerso nell'acqua: aveva gli occhi azzurri e i capelli ricci e biondi.
<< Oh, salve. Ecco, io... >>.
<< È una domanda difficile? >> Chiese sorridendomi.
Risi mentre mi avvicinavo a lui.
<< Io dovrei solo seguire questa mappa >> feci mostrandogliela.
Lui tirò una mano fuori dall'acqua... Una mano piena di squame.
Scattai indietro.
<< Vattene! >> Lui però inarcò un sopracciglio.
<< Non me la fai, so che voi sirene o sireni siete cattivi >>.
Lui rise sommessamente.
Mi stava prendendo in giro?
<< Ah, voi umani siete uno spasso >>.
<< In realtà io non sono esattamente un'umana >> dissi facendo spallucce.
<< Ah no? >>.
<< Sono la figlia del re Val >>.
Lui mi squadrò da capo a piedi.
<< Sei la regina Linda? >> Sbuffai.
<< No, sono sua sorella >> lui spalancò leggermente gli occhi.
<< Non sapevo avesse una sorella, vabbè in ogni caso sarò ugualmente felice di servirla. Devo darle del lei? >>.
<< No, tranquillo. Mi basta non venire uccisa da qualche mostro marino >> ammisi sedendomi sulla sabbia, a debita distanza da lui.
<< Non accadrà - disse porgendomi una mano - ti guarderò le spalle >>.
Rimasi del tempo a fissarlo indecisa.
<< Non credo tu abbia molta scelta... >> Aveva ragione.
Sprezzante lasciai che prendesse la mappa.
<< Mh... Vuoi andare dal re degli abissi? Lì sì che rischieresti la vita >> non sapevo neanche che esistesse un re dei mari...
<< Devo sapere se ha rapito lui mia madre >> susseguì un attimo di silenzio.
<< Togliti le scarpe ed entra nell'acqua >> mi ordinò poi.
Ero un po' titubante, tuttavia lo ascoltai.
<< Molto bene, ora voglio testare se anche tu, come tua sorella, puoi mutarti in una sirena >> un brivido mi percorse la schiena a quelle parole.
<< Sta' tranquilla okay? >>disse posandomi le mani sulle spalle.
<< Respira >> lo avevo appena conosciuto, eppure mi trasmetteva tranquillità e sicurezza.
<< Ora prova a immaginarti con una coda... Pensa come sarebbe se nuotassi velocemente tra le acque dei mari, ammirando ogni specie di pesce, potendo respirare sott'acqua >> io ormai stavo già viaggiando con la mente.
Un sorriso mi sfuggì mentre mi immaginavo con una coda rosa scintillante.
Sentii un rumore accanto a me, aprii gli occhi e vidi una luce dorata che mi circondava.
<< Ma cosa...? >> Appena se ne andò, ebbi una strana sensazione addosso.
Sentii i capelli toccarmi la schiena, strano, non erano così lunghi, le gambe unite, come fossero un tutt'uno e l'acqua sulle braccia e sullo stomaco, come se non avessi vestiti.
Abbassai lo sguardo e vidi due conchiglie brillanti coprirmi il petto, poi tentai di stendere le gambe in avanti e vidi proprio la stessa cosa che mi ero immaginata.
Sorrisi entusiasta e guardai l'essere davanti a me.
<< Grazie... >>.
<< Christopher >> disse allungandomi la mano.
La strinsi, notando con sollievo che la mia non conteneva squame.
<< Ora nessun essere marino ti farà del male, cerca però di nascondere le mani e di non guardarli negli occhi.
Se qualcuno scopre chi sei tenterà di ucciderti.
Qui è poca la gente buona >>.
<< Come te? >> Lui mi sorrise.
<< Si, come me >>.
<< Io mi chiamo Arinda comunque >> mi sembrava giusto dirglielo.
<< Arinda... È un bellissimo nome >>.
<< Bene, adesso la mappa non ti servirà più! >> esclamò entusiasta.
<< Perché hai una guida personale marittima >>.
Mi porse la mano, io la afferrai e insieme andammo sott'acqua.

...

L'oceano era meraviglioso.
Il fatto di poter respirare sott'acqua mi rendeva euforica e grazie alla coda andavo ad un'ottima velocità.
Inoltre mi sentivo bella, luminosa.
Non riuscivo a smettere di sorridere, eccetto quando pensavo a come si erano concluse le cose tra me Ernesta, Shulby e... Andres.
Mi accorsi che mi mancava, che la mano che stavo stringendo non era la sua.
Mi sentii in colpa per un attimo, ma poi mi dissi di non star facendo nulla di male.
Inoltre era stato lui ad andarsene, cosa che non pensavo avrebbe fatto veramente.
<< Facciamo una piccola sosta, ti va? >> Mi chiese Christopher indicando una specie di bar marittimo.
Io annuii svoltando leggermente a destra insieme a lui.
Un polpo, dietro al bancone, si avvicinò a noi.
<< Cosa vi porto? >> Chiese con voce ovattata.
Mi venne da ridere al vedere un polpo parlare.
<< Due snack alle alghe blu >> rispose il sirenetto con non chalance.
Il polpo allungò due tentacoli insieme e afferrò quelle che sembravano due barrette.
<< Ecco a voi, sono due monete di granchio >> Christopher schioccò le dita facendone apparire due.
<< Grazie mille, ci vediamo >> lo salutò il polpo facendogli l'occhiolino.
Appena fummo abbastanza lontani non mi trattenni più e scoppiai a ridere.
Com'è che si diceva? Meglio ridere che piangere.
Christopher mi fissò scuotendo la testa e mi allungò una barretta.
<< È buona, fidati >> disse notando la mia espressione.
<< Se lo dici tu... >> Diedi un morso e constatai che aveva ragione.
In poco tempo la finii e mi leccai le dita provocando una risata.
<< Vedo che hai buon gusto >>.
<< Mhh >>.
<< Come mai eri da sola? >> Mi chiese d' un tratto puntando i suoi occhi celesti nei miei.
<< Beh, diciamo che ho trattato male i miei amici e loro se ne sono andati >> distolsi lo sguardo.
Lui pose la sua mano sulla mia.
<< Ei, se sono veri amici, torneranno indietro >>.
Io tolsi la mano di scatto, dentro di me non riuscivo a non sentirmi in colpa.
<< Proseguiamo il percorso? >> Domandai speranzosa che quel discorso troncasse lì.
Lui sbuffò ma acconsentí.
Riprendemmo a nuotare, la sua coda viola scuro accanto accanto alla mia.
I capelli talvolta mi finivano davanti al viso e mi sorpendevo nel notarli più lunghi e splendenti.
Essere una sirena non era così male, ma senza mia madre, senza Andres... Non era la stessa cosa.
Nuotai sempre più decisa, facendo forza sulla coda.
Se c'era un motivo per il quale ero lì era mia madre e non me ne sarei andata senza prima averla trovata.

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