15.

61 7 0
                                    

Passammo la notte nella grotta di Shreck.
Era stato molto gentile e disponibile nei nostri confronti, ci aveva accolte nella sua dimora e offerto alcuni frutti che aveva raccolto come cena.
Ci eravamo sistemate tra alcune rocce, certamente non erano letti, ma meglio di niente e poi lì eravamo al sicuro.
La mattina quando mi svegliai, un sorriso mi sorse spontaneo al pensiero di essere lì con mia madre, di avere qualcuno dalla mia parte.
<< Buongiorno >> mi disse l'orco vedendomi sveglia.
<< Giorno! >>.
<< Vedo che la signora ancora dorme, intanto se gradisci del miele regalatomi da un mio amico orso, puoi favorire >> mi disse posandone un barattolo sulla roccia su cui avevamo già mangiato il giorno prima.
<< Oh, accetto molto volentieri! Grazie mille >> non tutti gli esseri qui erano cattivi, bisognava soltanto imparare a conoscerli.
<< Allora, cosa si fa oggi? Avete fatto tanta strada per raggiungere il regno del sud a piedi... Immagino vogliate andare al castello >>.
Feci spallucce: << In realtà non so quale sia la cosa migliore da fare adesso >>.
Io e mia madre avevamo già spiegato a Shreck le nostre intenzioni riguardanti il matrimonio, ma avevamo evitato di dirgli chi ero realmente.
In fondo anche se si era mostrato un essere buono fin ora, bisognava sempre mantenere un po' di prudenza.
Mi accomodai in compagnia dell'orco e inizia ad assaporare il miele.
Quando anche mia madre si svegliò, mi disse che non avevamo tempo da perdere e dovevamo proseguire, da sole però.
Shreck ne rimase dispiaciuto, ma ci promise di essere sempre pronto ad aiutarci.
Noi lo ringraziammo e ricominciammo il nostro viaggio.
Ad un certo punto ci fermammo davanti ad un lago.
Davanti quel lago.
La mia ultima esperienza nell'oltrepassarlo non era stata un granché positiva, ma allora non sapevo dei miei poteri.
<< Mamma, tu aggrappati alle mie caviglie e non lasciarle mai >> dissi con una sicurezza maggiore di quella che realmente sentivo.
Lei annuì e insieme entrammo in acqua.
Stavolta sarebbe andato tutto bene, mi dissi, sapevo già chi si trovava in quel lago.
Iniziai a nuotare e anche questa volta non ci impiegai molto a raggiungere la metà della sponda.
<< Tesoro, sei molto veloce >> commentò mia madre cercando di starmi dietro.
Se non si reggesse non credo riuscirebbe a farcela.
<< Sai, questa è una capacità tipica delle sirene >> commentò.
<< Ma non era Linda ad aver ripreso da loro? >> Domandai ripetendo le sue parole.
<< Così mi aveva detto tuo padre.
Avevo dato per scontato che tu avessi ripreso dalle fate, sai quando sei nata sapevi della loro polvere >>.
Rimanemmo in silenzio per tutto il resto del tragitto, stranamente nessuna sirena si era fatta viva.
Appena giungemmo alla riva eravamo bagnate fradice, mia madre tremava nonostante il sole.
<< Andiamo al castello adesso? >> Chiesi, ma mia madre mi fissava sbalordita.
<< Come fai... ? >>.
<< A fare cosa? >> Domandai storcendo il labbro.
<< Ad essere già asciutta >> mi osservai e mi accorsi che aveva ragione.
<< Non lo so... >> più andavo avanti, più mi sentivo strana.
In effetti anche quel giorno che ero stata catturata dalla sirena... Quando mi ero svegliata nel castello ero completamente asciutta.
In quel momento ero così frastornata da non prestarci attenzione, ma ora...
<< Signorina Arinda! >> Neanche il tempo di voltarmi, Shulby mi era già addosso.
<< Ei! >> Lo salutai ricambiando la stretta.
<< Deve sbrigarsi! Il signorino Andres domani dovrà sposare la regina Linda >> mi disse visibilmente preoccupato.
<< Adesso dov'è? >> Domandai cercando di pensare a come muovermi.
<< Alle prove del matrimonio >> ammise.
<< Arinda! >> Alzai lo sguardo e vidi Ernesta venirmi incontro e abbracciarmi.
<< È stata via per poco tempo, eppure mi è mancata >>.
<< Anche voi... Ma a quanto pare sono arrivata tardi >> dissi abbassando lo sguardo al pensiero di Andres che bacia mia sorella.
<< E invece è arrivata giusto in tempo >> disse mentre le altre cameriere arrivavano dietro di lei.
<< Ragazze - disse Ernesta rivolta a loro -  voi prendete la madre, io mi occupo della ragazza >> disse e le fate afferrarono mia madre mentre si sollevavano in aria.
Io allargai le braccia per farmi prendere, ma lei scosse la testa.
<< Potrai fregare gli altri, ma non me - disse agitando la bacchetta e facendomi comparire delle ali rosate alle spalle - sai volare.
Ce l'hai nel sangue >> detto questo afferrò Shulby e iniziò a muovere le ali.
Tentai di imitarla, sorpresa dal fatto che avesse capito la mia natura.
Riuscii pian piano ad alzarmi da terra, anche se ogni tanto barcollavo.
Seguii Ernesta che si voltò a farmi l'occhiolino.
Non stavamo volando troppo in alto e immaginai che non fosse per casualità.
Ringraziai mentalmente Ernesta, mentre ammiravo il panorama sotto di me,era meraviglioso.
<< È la tua prima volta signorina, guarda avanti >> mi richiamò la fata.
A malincuore seguii il suo consiglio, in fondo non volevo rischiare di perdermi.
Dopo un po' la schiena iniziò a farmi male e strinsi i denti per lo sforzo.
Non so perché, però mi tornò in mente la lettera della fata anonima.
Sapeva già che non ero un'umana?
Mi aveva chiamata per fermare il matrimonio tra Andres e Linda?
O c'era qualcos'altro che mi aspettava?
Continuai a pensarci per tutto il tragitto.
Appena arrivammo, aspettai che Ernesta mi fece scomparire le ali, ma non lo fece.
<< Scusami - la chiamai - non stai dimenticando qualcosa? >> Chiesi indicandomele.
Lei sospirò: << Ti facevo più sveglia, queste ali non sono le solite argentee, quelle finte... Prima ho fatto apparire le tue >> io la fissai sbalordita.
<< Cosa?... >>.
<< Arinda >> mi chiamò mia madre, anche lei atterrata.
Appena si accorse delle ali spalancò gli occhi.
<< Allora avevo ragione... >>.
<< Su, non perdiamo tempo! Andres è proprio qui dentro >> disse Ernesta, indicando una porta enorme che si trovava accanto a noi.
Non dubitai neanche un attimo nel momento in cui la aprii e varcandola gridai: << Mi oppongo! >>.

Il Regno Sperduto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora