19.

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Mi svegliai con una scia di luce color arancio davanti agli occhi.
Mi guardai intorno e notai che ce ne erano milioni, costituite da varie sfumature di rosso.
<< Buongiorno >> mi voltai e vidi Andres mezzo addormentato al mio fianco.
<< Buongiorno... >>.
<< Ti piace l'alba? >> Bofonchiò.
<< Si, voglio dire, è semplicemente stupenda >> commentai estasiata.
<< Beh, da qui lo è per forza >> ed emise uno sbadiglio.
Mi ci voleva proprio una tregua da tutto il caos dell'ultima settimana.
Andres iniziò ad accarezzarmi distrattamente la schiena mentre il tempo passava lentamente, ma di un lento incredibilmente incantevole.
Tornata al castello mi feci una lunga doccia calda, poi indossai una tuta arancione fluo.
Mi sdraiai sul letto e sorrisi al mio presente, al mondo incasinato che avevo conosciuto, che stavo ancora conoscendo.
In fin dei conti a casa mia c'era solo relax, un'insopportabile normalità.
Adesso invece avevo una nuova casa - un castello - nuovi amici e la persona giusta accanto a me.
In quel momento avevo voglia di cantare, di ascoltare la musica dalle mie cuffie e perdermi in tutte le sue vibrazioni.
Menomale che prima di tornare qui le avevo prese.
Le infilai e feci partire la mia solita playlist.
Mi alzai e iniziai a ballare sul letto, seguii il ritmo incalzante della prima canzone e cantaii a squarciagola.
Non so quanto tempo passai così, so solo che ero felice.
<< Arinda? >> Mi presi uno spavento e caddi sul letto, poi voltandomi vidi Ernesta sulla soglia della porta.
Mi alzai e corsi ad abbracciarla: << mi sei mancata >> dissi accarezzandole le ali.
Lei ricambiò lentamente l'abbraccio: << Signorina Arinda, ho una notizia per lei >>ma dal tono capii che non doveva essere buona.
Mi staccai da lei in modo da poterla guardare negli occhi: << Che succede? >>.
Sospirò, sembrava cercare le parole giuste.
<< Sua madre... È sparita >> il cuore iniziò a battermi ad un ritmo accelerato.
<< Cosa? L'ha presa Linda? Perché se ha osato farle qualcosa... >>.
<< Linda non c'entra, non la vedo da ieri, eppure non sferrerebbe mai due colpi insieme. A lei piace programmare le cose e dopo il terremoto ha sicuramente bisogno di tempo >>.
<< Quindi chi può essere stato? >>.
<< Non lo so, chiunque. Non è difficile per gli esseri di questo regno odiare un'umana, quindi immagini trovarsi davanti colei che li ha abbandonati >> Ernesta aveva ragione, mia madre poteva essere stata rapita da qualunque essere, sperai però che fosse ancora viva.
<< Come facciamo a trovarla adesso? >>.
<< Se è ancora viva, dovremo perlustrare diversi punti >> disse muovendo la bacchetta e facendo comparire davanti a sé una mappa.
<< Ma ci sono così tanti luoghi! >>.
<< È proprio questo il bello no? >> Sbuffai, ma decisi di fidarmi di lei.
<< Non posso crederci! >> Tirai un calcio alla porta.
<< Ei, calma >> Andres mi afferrò le braccia con presa solida.
<< Avevi detto che stava bene >> le lacrime minacciavano di uscire.
<< Perché era ciò che pensavo.
La troveremo, vedrai >>.
<< Come posso crederti? >> In tutta risposta mi baciò.
<< Non sei da sola >> e questo un po' mi diede speranza.
Un po'.

...

<< Per prima cosa, dovremo attraversare questo breve tragitto per la foresta delle nubi >> mi spiegò Ernesta mentre eravamo in cammino.
<< Poi, passeremo per il deserto dei respiri e infine, per il mare del confine >> detto ciò si girò a controllare se io, Andres e Shulby la stessimo seguendo.
Le altre fate erano rimaste al castello per occuparsene durante la nostra assenza.
Andres mi tenne saldamente la mano mentre passammo da un luminoso sentiero ad una valle oscura.
Non vedevo nulla a causa della grande quantità di nebbia che c'era.
<< Non fidarti di ciò che sentirai con le tue orecchie, da questo momento fino a che non usciremo da questa foresta >> mi sussurrò Andres.
<< Cosa? >> Non rispose, così continuai ad avanzare, cercando di comprendere il significato delle sue parole.
Poi lo sentii: un fruscio tra i rami degli alberi spogli.
Continuai a seguire Ernesta e Shulby.
<< Arinda >> Sentii una voce chiamarmi, strinsi più forte la mano di Andres.
<< Arinda, aiutami... >> Sembrava la voce di mia madre, proveniva dalla mia sinistra.
<< Non voltarti >> mi intimò il principe, lo ascoltai.
<< Arinda sono qui! >> Continuai a tenere lo sguardo dritto, anche se la curiosità mi stava mangiando dentro.
Probabilmente se non dovevo girarmi quella non era realmente mia madre, eppure... No, non mi sarei girata.
Continuai ad avanzare, mentre la voce era sempre più lontana.
Appena uscimmo dalla foresta chiesi spiegazioni.
<< Ci sono degli esseri fatati cattivi in quella foresta... Producono nebbia a sufficienza per far in modo che la gente non veda il sentiero e si affidi al suo udito.
Questi esseri possono riprodurre la voce che più vorresti sentire, che più seguiresti... Se le dai retta e la segui, smarrisci il sentiero e quei mostri ti uccidono >> mi spiegò Shulby.
<< È mai stato ucciso qualcuno? >>.
<< Qualche umano che ha tentato di entrare nel nostro regno da qui.
È una delle entrate più note nel mondo degli umani >>.
Proseguimmo per il viaggio, ad ogni passo ero sempre più serena e i miei muscoli meno tesi.
<< Perché non abbiamo percorso il tragitto in volo? >> Chiesi perché la paura di dover attraversare un altro posto del genere mi metteva i brividi.
<< Per cominciare tu non saresti stata pronta. Non sai volare bene e il viaggio è lungo.
Ma anche nel caso in cui fossi salita su Andres, la nebbia lì in alto è talmente fitta, che avremmo smarrito la strada.
E per quanto riguarda le prossime tappe beh, sappi che volando è impossibile oltrepassarle, sono ben sorvegliate - meglio non sapere da chi - in basso invece... Un modo c'è >> questo non mi fece sentire ottimista, ma da quel momento smisi di fare domande e proseguii senza mai voltarmi indietro.

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