23.

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Passai la giornata a stare il più lontana possibile da Christopher, visto che non faceva altro che guardarmi come se da un momento all'altro volesse baciarmi.
Inoltre continuai a leggere quel libro senza comprenderne il significato.
Era interessante: narrava dei contrasti della natura.
Da una parte si trovavano l'estate, il caldo, il fuoco, la sabbia, il sole;
mentre dall'altra l'inverno, il freddo, la neve, il ghiaccio, il buio della notte. Ciò mi fece inevitabilmente pensare alla mia collezione di vestiti, l'avevo lasciata al castello. << É permesso? >> di colpo mi risvegliai dai miei pensieri. << Prego >> Christopher entrò nella mia camera e nuotò fino al letto, sul quale ero seduta. Non riuscivo a parlargli, a guardarlo provarci con me, il senso di colpa aumentava sempre di più. Rivolevo Andres indietro, la sua mano nella mia e le sue labbra... << Arinda >> mi richiamò il sirenetto. << Hai sentito ciò che ho detto? Dobbiamo ripartire >> il cuore accellerò nella gabbia toracica, ero piena d'ottimismo. Mi rimaneva ancora una chance per rivedere le persone che amo. << Perfetto, andiamo >> feci per nuotargli accanto, ma lui afferrò il mio volto con le mani squamose e mi baciò. Un senso di nausea mi attanagliò e lo spinsi via tirandogli poi uno schiaffo in pieno viso. << Reazione sbagliata >> disse solo, poi mi alitò addosso e una polvere verde si diffuse nell'aria e percepii di star cadendo in un incantesimo.

...

Incrociavo un piede davanti all'altro, muovevo i fianchi mentre guardavo un punto fisso tra la folla. Urla confusionarie si udirono nell'istante in cui raggiunsi la fine della passerella spostando il peso su una gamba e appoggiando una mano sul fianco. Sorrisi e ci fu un applauso, alcuni fischi e... poi incrociai il suo sguardo. Andres non distoglieva gli occhi dai miei. << Piccola, svegliati ti prego >> svoltai ignorando le sue parole e ripercorrendo la passerella al contrario. << Arinda io... non avrei dovuto abbandonarti. Per favore perdonami, se ora sei ridotta in questo stato è colpa mia >> sentii qualcosa di umido, che non era semplice acqua del mare, sul palmo della mano. << Io ti amo >> il suono familiare di quella voce, al momento debole, mi aiutò ad aprire gli occhi. Il viso amareggiato di Andres fu come una secchiata d'acqua gelida, scattai cercando di mettermi in piedi, ma percepii qualcosa sulle mie braccia. Mi avevano intubata, alla bocca avevo una maschera che mi aiutava a respirare. Riuscivo ad aprire e chiudere le gambe, dunque mi trovavo sulla terra ferma, mi venne da piangere dalla gioia. << Si è svegliata! >> non feci in tempo a girarmi che Shulby mi stava stringendo in un abbraccio. << Sta' attento alle flebo >> solo allora vidi anche Ernesta, seduta su una sedia alla mia destra. << Non posso credere che siate qui >> la voce mi uscì poco più di un sussurro. << Scusate, devo chiedervi di uscire >> un' infermiera fece capolineo nella stanza richiudendosi la porta alle spalle. Vidi la fata eseguire gli ordini della dottoressa, seguita dall'esserino blu. << Io non mi muovo da dove sono >> intimò Andres di rimando. La donna sembrò rifletterci su: << Va bene, ma soltanto perché è stato lei a portarla qui>>. Cosa? Mi ha portata lui? L'infermiera mi fece alcuni controlli poi mi informò che sarei dovuta rimanere lì minimo una settimana per alcuni accertamenti, dovevano essere sicuri che stessi bene. Quando uscì rimasi da sola con il Camilitas.
<< Mi sei mancata >> mi sussurrò a pochi metri da me. << Andres non posso credere che tu sia qui. Ho avuto paura di non rivederti più >> ammisi, e vidi una lacrima solcargli il bellissimo viso. Non lo avevo mai visto piangere. << Perdonami per quello che ti ho detto >>. << No, sono io a chiederti scusa, non avrei dovuto lasciarti sola. Te lo avevo promesso >> percepivo l'ansia nella sua voce. << Di cos'hai paura? >> gli chiesi sussurrando. << Di perderti >> sussurrava anche lui, << Posso avvicinarmi? >> io annuii, non riuscivo a formulare parola, avevo il cuore in gola. << Sei la cosa più preziosa che ho >> disse, i suoi occhi incatenati nei miei. << Non mi perderai mai, io sono tua >> con una mano prese ad accarezzarmi i capelli. Poi presi coraggio: << Adesso però raccontami cos'è successo >>.

...

<< Ti stavo cercando.
Dopo neanche un'ora dal nostro litigio, ero tornato indietro >> iniziò.
Io poggiai la mia mano sulla sua, lui mi guardò carico di compassione e rimorso.
<< Non riuscivo a trovarti, non pensavo fossi riuscita ad arrivare sott'acqua. Poi però tentai anche lì, nessuno ti aveva vista, eccetto un polpo che sosteneva tu fossi con Christopher >>.
<< Lo conosci? >> Lo interruppi.
Lui strinse i denti e serrò la mandibola: << Certo. Comunque, ero quasi arrivato da te, a prenderti, poi ti ho vista dalla finestra.
Eri in una camera e lui ti stava talmente vicino che non ci ho visto più, stavo per frantumare la finestra in mille pezzi quando ho visto la scena in cui ti ha baciata e mi sono sentito completamente vuoto.
Pensavo mi avessi rimpiazzato, poi però ho visto il tuo schiaffo e lui che ti lanciava l'incantesimo.
Devi sapere che è mortale.
Ti ha portata fuori dall'acqua, voleva sicuramente abusare di te >> lo vidi pieno di rabbia, gli artigli che tentavano di uscire dalle sue mani.
<< Io mi ero trasformato in un pesce, ovviamente avrei potuto diventare una sirena, ma non volevo farmi riconoscere.
L'incantesimo... Ti avrebbe uccisa lentamente >>.
Tolse di scatto la mano da sopra mia tirando un pugno al muro accanto a me.
Saltai dallo spavento.
<< Una volta uscito dall'acqua mi sono tramutato in una tigre e l'ho attaccato.
Era in sembianze umane, essendo il re del mare può prenderle >>.
<< Il re del mare? >>.
<< Si, ti ha ingannata >>.
<< Ma vive in una casa normale... Ha due sorelle >>.
<< Un'illusione >>.
<< Come? >>.
<< Erano un'illusione, non sono mai esistite. Si è preso gioco di te, dopo aver rapito tua madre voleva vendicarsi sulla figlia >> spiegò.
<< Ha rapito lui mia madre?! >> Urlai.
<< Sh... la libereremo, in quel momento la mia urgenza era salvarti, perciò non l'ho neanche ucciso.
Pochi minuti in più e saresti morta >>.
<< Non posso crederci >>.
Andres mi strinse in un forte abbraccio, mi sentii a casa finalmente.
<< Sistemerò tutto, questa promessa non la infrengerò. Non ti abbandonerò mai più amore mio >> e mentre singhiozzavo, lui continuò a cullarmi e sussurrarmi parole rassicuranti.

Il Regno Sperduto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora