Capitolo 2.

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Paulo

Tra me e Beatrice non c'è mai stato odio , non c'è mai stato astio.

Sarebbe stato impossibile.

C'è stato troppo amore.

Un amore che probabilmente c'è ancora.

Un amore che è nato per restare , per essere eterno.

E si , è vero , io ho avuto anche Antonella nel frattempo , credo di averla anche amata ma non nel modo in cui posso amare e ho amato Beatrice.

Quando ho scelto Torino l'ho fatto sapendo bene che Beatrice non mi avrebbe seguito.
Non glielo avrei mai potuto chiedere , non le avrei mai potuto chiedere tanto.
Ci siamo amati sapendo che non sarei rimasto qua per sempre .
Ci siamo amati sapendo che lei non mi avrebbe mai seguito.
Ci siamo amati sapendo che avremmo iniziato qualcosa che sarebbe irrimediabilmente finito.

Abbiamo provato ad evitarlo , cazzo se ci abbiamo provato!
Nulla abbia potuto però , c'era troppo amore .
C'è stato troppo amore fin da subito.
C'è bastato uno sguardo per innamorarci.
Ci siamo innamorati così, con uno sguardo , in silenzio, con le mani intrecciate.

E quando ci siamo lasciati l'abbiamo fatto nello stesso modo.
Senza urla , senza parole cattive , senza odio.
Mi ha salutato prima degli altri .
Il quartiere mi ha organizzato una festa prima di andare in aeroporto ma Beatrice non è venuta , mi ha salutato la notte prima.
Abbiamo fatto l'amore, consapevoli che fosse un modo per dirci addio , mi sono addormentato abbracciato a lei , guardandoci un'ultima volta , con le mani intrecciate.

Prima di addormentarmi , nel dormiveglia , le ho sussurrato che anche se stavo andando dall'altra parte delll'Italia il mio cuore lo avrebbe sempre e per sempre avuto lei.
Non sono sicuro mi abbia sentito , non lo so ancora nonostante siano passati quattro anni.

E quando mi sono svegliato lei non c'era più , solo una lettera e l'anello che le avevo regalato l'anno prima.
Ed è stata quella  l'ultima volta che l'ho vista prima di oggi. 

La guardo sorseggiare il suo Ginger , ne berrebbe a litri di quella roba rossa e frizzantina , a me invece non è mai piaciuta , troppo amara, lascia un retrogusto orribile.

Non stiamo parlando molto , in realtà mi sto perdendo a guardarla , anche se il suo viso è sempre stato ben chiaro nei miei pensieri.

Solo in quelli però .

Perché per il resto abbiamo avuto la tendenza a cancellarci , nessun segui sui social , nessun messaggio lungo gli anni , nessun messaggio , nessuna chiamata.

Il nostro è stato un addio vero e proprio , pur consapevoli che prima o poi ci saremmo rivisti.

E' sempre stato così fra me e Beatrice , tutto già deciso , ci siamo messi insieme con la consapevolezza che ci saremmo dovuti dire addio , magari dopo un giorno , magari dopo dieci anni .

E' successo dopo tre anni , forse troppo poco tempo ma anche tutta la vita sarebbe troppo poco tempo per noi .

Si sposta una ciocca di capelli che le è uscita dalla bandana , probabilmente sta lavorando ininterrottamente da stamattina e non ha avuto tempo di rifarsi la coda.

Anni fa , quando non mi allenavo , stavo al chiosco anche io .
Mi sedevo sul retro del bancone , la guardavo lavorare , ogni tanto le rubavo un bacio , lei mi diceva di lasciarla lavorare in pace anche se amava quando la prendevo fra le mie braccia senza un preciso motivo.

"Allora , che te ne pare del quartiere?"
Chiede quando questo silenzio , soprattutto per lei , sta diventando opprimente.

"E' sempre uguale , Giovanna mi ha già invitato a cena e ad un primo sguardo mi sembra tutto esattamente come prima."

Before You Go. - Paulo Dybala. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora