Capitolo 5.

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Paulo

Il rumore del mare appena sveglio mi mancava da morire.
Non un mare qualsiasi , questo mare , il mio mare.

Ho la finestra leggermente aperta e sento il profumo del caffè salire , sicuramente Giovanna è già sveglia e operativa , mi giro a guardare l'orologio a muro , sono le sei e mezza del mattino e già mi sento miracolato ad essere riuscito a dormire almeno sei ore ,ultimamente io ed il sonno non andiamo per niente d'accordo , non riesco a dormire più di tre , quattro ore a notte o meglio non riuscivo prima di tornare qua , dato che sono arrivato solo da tre giorni e sono riuscito a dormire quasi tutta la notte.

Scosto il lenzuolo , mi stiracchio e mi strofino gli occhi .

Per prima cosa esco sul terrazzo , mi faccio accarezzare dal sole che sta sorgendo piano , una carezza calda quella dell'alba , che può quasi scaldare anche un'anima come la mia , che si sta gelando.

Mi faccio una doccia veloce , mi metto i primi vestiti che trovo e le consuete infradito , poi scendo sotto da Giovanna , come ogni mattina.

"Buongiorno."
Esclamo scostanto la tenda , la porta sempre aperta, per me e per chi ne avesse bisogno.

"Buongiorno picciriddu miu , vvoi u cafè?"
Mi chiede con già la mocca in mano e prendendo una tazzina in più.

"Certo che lo vuole , siediti qua picciriddu."
Mi dice Salvatore , sposta la sedia più indietro , mi fa sedere alla sua sinistra perchè a destra è il posto di Elena , anche se dorme ancora, Simo si affaccia alla finestra del terrazzo , una sigaretta in bocca e la canottiera bucherellata che per le giornate estive va sempre bene.

"Hai dei programmi stamattina?"
Mi chiede Giovanna , guardo l'orologio appeso al muro che è ancora nella medesima posizione.

"Volevo fare una passeggiata sulla spiaggia , è una sensazione che mi manca tanto."
Rispondo .

"Torni per pranzo?"
Mi chiede Giovanna .

"Tanto il mio posto a tavola c'è sempre no?"
Rispondo con un sorriso enorme e sincero.

"Ho apparecchiato per te anche quando sei stato via ."
Mi accarezza il viso , in una carezza materna , una carezza che mi manca tanto perchè mia madre è dall'altra parte del mondo e non so ancora quando tornerà qua , ha detto che magari mi raggiunge l'ultima settimana , che Palermo , il mare ed il profumo del caffè di Giovanna mancano tanto anche a lei.

Facciamo una bella colazione , saluto tutti prima di tornare di sopra , prendere due cose e scendere di nuovo verso la spiaggia , mi sistemo meglio gli occhiali da sole perché il sole mi ha sempre fatto bruciare gli occhi e scendo verso la spiaggia , scendo lentamente , godendomi ogni momento , ogni rumore , ogni profumo.

Per una volta la mia vita può andare lentamente , non mi corre dietro nessuno , posso concedermi di andare piano , di godermi il momento , cosa che con la mia vita del resto dell'anno non riesco proprio a fare.

"Mathias non correre."
La voce di Beatrice la sento forte e chiara , alzo il capo da terra , stavo calciando un sassolino e vedo una delle scene più belle del mondo.

La spiaggia deserta , Mathias che corre felice e Beatrice più indietro che sorregge suo nonno che lentamente cammina sulla spiaggia , verso una sedia da spiaggia posizionata vicino al bagnasciuga del mare , mi fermo , voglio godermi il momento , voglio guardarla.

Mathias arriva verso le onde del mare e quando esse gli bagnano i piedini corre indietro ridendo , Beatrice ride , ancora un po' lontana dalla sedia , camminano piano , a piedi scalzi , godendosi anche loro il momento .

Quando arrivano alla sedia poi fa sedere Giuseppe , suo nonno , che alza il capo , probabilmente per ammirare la sua meravigliosa nipote.

E' sempre stato invidiabile il loro rapporto , più che nonno e nipote sembrano due migliori amici , due complici , l'uno la spalla dell'altra , tante volte sembrano una cosa sola.

"Mathias vieni dal nonno."
Sento dire ancora a Beatrice ed il bimbo corre felice verso di loro , probabilmente anche lui innamorato perso di suo nonno , proprio come sua madre.
Beatrice lo aiuta a mettersi in braccio a Giuseppe , lascia un bacio a suo nonno ed uno anche a suo figlio , poi si gira , ed è proprio ora che mi vede , fermo , all'inizio della spiaggia , non capisco bene se stia sorridendo o no , però mi guarda e poi muove qualche passo verso di me ed io non vedo l'ora di averla vicino.

"Sei mattiniero."
Mi sussurra quando arriva accanto a me.
"Vieni , devo prendere delle cose ."
Aggiunge ed io senza fare obbiezioni annuisco , andiamo verso una sedia a rotelle con sopra uno zainetto , prende lo zainetto , chiude la sedia e fa per prenderla.

"Lascia , la prendo io."
Dico e probabilmente è davvero grata di avere qualcuno che l'aiuti.

"Devo metterla all'entrata del chiosco."
Camminiamo piano , in silenzio , la metto dove mi dice e poi ci giriamo verso Giuseppe e Mathias , il piccolo appoggiato al petto del nonno , che chissà quali cose meravigliose gli sta raccontando.

"Veniamo qua tutte le mattine."
Mi sussurra Beatrice.
"Che sia Luglio o Dicembre , alle sette partiamo da casa io , il nonno e Mathias e veniamo qua , in spiaggia.
Spingo la sua sedia a rotelle fino all'inizio della spiaggia , lo faccio aspettare un attimo , vado a preparare la sua sedia , d'estate vicino all'acqua perché vuole che le onde  gli accarezzino i piedi , d'inverno un po' più lontano.
Cammina solo sulla spiaggia , a piedi scalzi . 
E' l'unico posto dove ancora prova a camminare perché la spiaggia ed il mare sono stati tutta la sua vita , perché questa spiaggia è il posto in cui si sente più vivo.
Stendo un telo accanto a lui , mi ci siedo , prendo il termos dei caffè per noi , quello del latte per Mathias e la scatola con i biscotti e facciamo colazione qua , così  , da quando è nato Mathias lo facciamo tutti i giorni.
Nonno ci racconta un sacco di storie , storie che ho sentito mille volte ma che per Mathias sono nuove e ne è entusiasta ."

"Come lo ero io quando le raccontava a me ?"
Chiedo con la voce che trema.

"Si , però lui ha tre anni , tu ne avevi diciotto."
Mi dice facendomi ridere , ride anche lei mentre continua a guardare suo nonno e suo figlio , perdutamente innamorata.

"Paulo?"
Mi chiede , mi giro verso di lei , non mi sta guardando.

"Si Beatrice?"

"Hai voglia di sentire ancora una di quelle storie?"

"Aspettavo solo che me lo chiedessi tu."

Before You Go. - Paulo Dybala. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora