Capitolo 9.

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Paulo

"Mia madre sarebbe davvero fiera di te."
Esclamo assaggiando il matè che mi ha appena preparato Beatrice.

Ricordo la prima volta che mamma gliel'ha fatto provare , si è davvero impegnata per trattenere la sua faccia schifata ma proprio non ce l'ha fatta , ci ha fatto ridere , c'era anche mio fratello Mariano , poi una volta gliel'ho preparato quando non stava bene , ha voluto riprovarlo e da li ha cominciato a bere matè tutti i giorni.

"E' grazie a mamma Alicia se ho imparato a farlo."
Risponde sorridendo al pensiero di mia madre , a qualche ricordo lontano , scuote il capo in un gesto che probabilmente le viene spontaneo , poi si allunga , prende il suo matè.

Siamo fuori sul terrazzo , lei ha ancora il mio giubbino sulle spalle , sembra non voglia separarsene , l'ha tolto solo quando abbiamo messo a letto Mathias e quando ha preparato il matè.

"Come sta?"
Mi chiede poi interrompendo questi istanti di silenzio.

"Sta bene , è andata per un po' in Argentina , dai miei fratelli e dai miei nipoti , io avevo bisogno di stare un po' da solo però magari le chiedo di venire l'ultima settimana prima di tornare a Torino."

"Mi piacerebbe tanto vederla , mi manca tantissimo."

"Le manchi anche tu , abbiamo parlato spesso di te , di Palermo , del quartiere."

"Anche il quartiere ha parlato spesso di voi."

"E tu?"

Sorride amara , beve un sorso di matè.

"Io ho preferito portarvi dentro di me e basta , parlarne a qualcuno a che sarebbe servito ? Ad aumentare un dolore che tanto non se ne sarebbe più andato ."
Risponde semplicemente , con una punta di tristezza nella voce ed infondo come posso biasimarla?
"Non siete persone di cui posso parlare con chiunque , soprattutto tu , non posso parlare di te con chiunque , ogni tanto ne ho parlato con il nonno ma nulla di più."
Aggiunge come se stesse riaprendo il cassetto dei ricordi in cui mi ha sepolto quattro anni fa.

Le trema la voce , mi maledico.

"E' così anche per me Beatrice."
Le dico sinceramente , non ho mai parlato di lei , a nessuno.
Forse a Federico , il mio migliore amico , ho accennato qualcosa ma nulla di più.

Parlare di Beatrice sarebbe come parlare del mio punto più fragile , sarebbe come mettermi completamente a nudo difronte a qualcuno ed io non ne sono capace , non sono mai stato bravo a farlo.

Così ne parlo con mamma ogni tanto , senza scavare troppo nei ricordi perchè rischierei di rifugiarmi in essi e non venirne fuori più.

"Tanto finite queste settimane tornerai a Torino e fingeremo di dimenticarci di nuovo no?"
Mi guarda e grazie alla piccola lucina sul balcone i suoi occhi mi son ben chiari.

Tremo.
Tremo insieme al mio cuore ed alla mia anima.

"Non è forse la cosa migliore da fare Beatrice? Come ci siamo sempre detti."
Le dico , col cuore che mi si spezza perchè so che le faccio male.

Faccio male a lei , faccio male a me stesso.

"Lo so , è giusto così , non è colpa mia o tua Paulo , è semplicemente così."
Mi dice rassicurandomi , lo sa che mi sto autoaccusando .

Ci comportiamo come anni fa , perchè c'è troppo amore per rovinarlo con dello stupido odio , non ci siamo traditi , non ci siamo lasciati male , non ci siamo ammazzati.

Abbiamo preso due strade diverse , come già sapevamo che sarebbe successo.

Parliamo ancora un po' , finiamo il matè ,poi capisco sia il momento di andare , mi accompagna alla porta , mi ridà il mio giubbino che ora profumerà di lei.

"Buonanotte Paulo."
Mi sussurra allo stipite della porta , sorrido.

"Buonanotte Beatrice."
Le dico e mi avvicino lasciandole un bacio sulla fronte .

Sorride.

Ed ora si che posso andare a dormire sereno.

-

Simone lavora con suo padre Salvatore.

Hanno una pescheria e il pesce che viene venduto lo pescano direttamente loro.

E spesso mi hanno portato a pescare , quando non avevo allenamenti , partite o trasferte.

Allora , soprattutto per Beatrice , non andavo in vacanza chissà dove , mi piaceva passare le estati qua , piaceva anche alla mamma , ai miei fratelli ed ai miei nipoti.

Ho imparato a pescare grazie a Salvatore , anche se non si può dire che sia proprio bravo come col pallone fra i piedi.

Siamo partiti all'alba , con i panini al burro e marmellata di Giovanna per me e Simone e quelli lardo e mortadella per Salvatore , poi a pranzo torneremo e li ci aspetterà un bel pranzetto con i fiocchi alla trattoria del porto, ovviamente una volta dopo che ,diviso il pesce, lo avremo portato alla  pescheria.

"A che ora sei tornato ieri sera? "
Mi chiede Simone.

"Credo dopo mezzanotte , non lo so bene , mi sono infilato a letto appena sono arrivato a casa."

"Ti sei fermato da Bea?"
Mi chiede solo ad esclusiva conferma del sospetto che probabilmente già aveva.

"Si , ha imparato a fare il matè , voleva farmelo provare."

"Quella roba se la porta ovunque , la fa bere anche a Mathias che va matto per quella robaccia."

"Non parlare così del matè!"
Rispondo facendo il finto offeso , siamo seduti su due sedie , i piedi appoggiati al bordo nella nave , un panino con la marmellata in mano , una birra sul tavolo per Simone mentre per me un semplice tè al limone senza zucchero , anche se sono in vacanza non posso proprio mandare a scatafascio tutta la mia dieta durante l'anno.

"Che avete fatto?"

"Abbiamo parlato Simo , che vuoi che facciamo d'altro?"
Chiedo con un sorisetto.

"Con voi due non si può mai sapere."

"Non abbiamo più vent'anni , siamo grandi , lei è madre."

"E solo perchè è madre non può amare qualcuno?"

"Non sto dicendo quello , sto dicendo che le nostre vite sono troppo diverse , che passerò qui qualche settimana e me ne andrò di nuovo a Torino perchè quella è la mia vita ormai , perchè io amo il quartiere , amo voi , amo Palermo ma la mia vita non è più questa."
Il tono triste , fisso un punto indefinito difronte a me , anche se siamo in mezzo al mare e non c'è davvero qalcosa da fissare se non acqua.

"A vent'anni non avevate il coraggio di sciegliervi ma ora l'hai detto anche tu , siete grandi , siete adulti , perchè non provarci? Perchè non darvi una possibilità?"

"Perchè dare una possibilità a qualcosa che avrà vita breve e ci lascerà scottati?"

"Questo non lo puoi sapere finchè non ci avrai provato. "
Scuoto il capo, bevo un sorso di tè.

"Lascia perdere Simo."

"Io posso anche lasciar perdere ma tu Paulo , tu quando lascerai davvero perdere?"

Before You Go. - Paulo Dybala. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora