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Il tempo passava velocemente, e tutto sembrava essere tornato alla normalità.

Le prove procedevano molto bene, così come la mia relazione con Jimin, e si poteva notare bene l'avvicinamento che stava caratterizzando in primo luogo Nam e Jin, ma oltre loro anche Tae e Yoongi.

Tutto sembrava essere al proprio posto nei bangtan.

Così tanto a posto che un giorno decisimo di uscire a cena in quanto tra i componenti del gruppo vi era grande armonia, e sembrava essere un periodo molto felice e senza particolari impegni.

L'unico che declinò l'offerta fu Jimin, che annuncio di andare a casa e rimanere lì, in quanto troppo stanco dopo le prove per uscire.

Allora dopo esserci dati una lavata veloce, esserci muniti di felpe con cappuccio e mascherine, per preservare la nostra salute si, ma perlopiù per evitare di farci riconoscere, uscimmo.

Nonostante la nostra passeggiata verso il ristorante giapponese scelto da Jin stesse andando da Dio, sentivo che qualcosa non andava, avevo un brutto presentimento, ma decisi di non darci particolarmente peso, in quanto credevo fosse semplicemente una mia impressione.

Infatti la cena si svolse nel migliore dei modi.

Passammo tutto il tempo a chiacchierare su cose insensate, a ridere e a scherzare felicemente , ma io continuavo a sentire che c'era qualcosa che non andava.

Percepivo un grande peso sullo stomaco, come se in esso vi fosse una palla da bowling, senza considerare il grosso groppo in gola che mi si era creato.
Sentivo che c'era qualcosa che non stava andando, ma non riuscivo a capire cosa.

Istantaneamente mi alzai dal tavolo per recarmi al bagno, dove mi misi dinanzi allo specchio e mi sciacquai la faccia, ripetendomi costantemente che tutto stava andando bene e che non vi erano problemi.

"Avanti Jungkook, per una sera può andare tutto bene senza problemi no?"
Dissi tra me e me mentre tornavo al tavolo.

Una volta conclusa la cena decisimo di avviarci verso il parco per rimanere un pochino all'aria aperta, e personalmente pensavo che quella passeggiata mi sarebbe servita a smaltire i brutti pensieri.

Ma essi mi assillavano quasi più di prima.

Non capivo cosa non fosse al suo posto, e la cosa mi stava procurando un grande fastidio, poi però mi accorsi che c'era un unica cosa che mancava per rendere perfetta quella serata, ed era proprio quella cosa, o meglio, persona, che causava quel grande disturbo e quella grande agitazione in me.
Jimin.

Era solo a casa, non ne vedevo il problema, però sentivo che c'era qualcosa che non stava andando e col passare del tempo continuavo a convincermi del fatto che il motivo di tale preoccupazione era appunto lui.

"Ehm, ragazzi non credete sia l'ora di tornare a casa?" Dissi, assillato completamente dall'ansia
"Come mai tutta questa fretta kook?" Chiese Tae, con ancora il sorriso stampato in volto per una stupida battuta fatta da Yoongi.
"Voglio tornare a casa" tagliai corto, dovevo muovermi.
"Ah, va bene Jungkook, io l'ho sempre detto che sei un bimbo a volte" controbattè abbastanza snervato Yoongi.

La strada per il ritorno non fu la stessa cosa dell'andata.
O perlomeno non per me.

Tutti continuavano ad essere felici ma io rimanevo in disparte, avanti, camminando con passo più veloce per raggiungere il prima possibile il motivo di quelle mie grandi preoccupazioni, che sapevo non essere infondate.

Il mio sesto senso non mi tradiva mai, e su questo non ci pioveva.

Finalmente arrivammo a casa ed io, con le mani tremanti, avvicinai la chiave alla serratura, non riuscendo a centrarla, proprio come un'ubriaco dalla vista appannata.

Hobi me le sfilò di colpo di mano, ed apri tranquillamente la porta.

La prima cosa che feci fu lanciarmi in camera da letto, in cui trovai Jimin, in piedi in mezzo alla stanza che stava avendo una conversazione abbastanza animata con il nostro manager.

Sapevo che poteva entrare nel nostro appartamento senza problemi, in quanto aveva una copia delle chiavi, ma non vedevo il motivo di iniziare una discussione quella sera.
Non poteva farlo la mattina seguente?

"Signor Lee" dissi facendo un segno della testa verso il diretto interessato, che subito si giro e mi salutò.
"Di cosa stavate parlando" chiedi abbastanza curioso di sapere le motivazioni del manager.
"Nulla di che" disse lanciando un occhiataccia a Jimin "cose varie per quanto riguarda il tour" concluse, per poi girarsi e salutare Quest'ultimo.

La cosa che mi rimase impressa fu lo sguardo con il quale mi fissò per un attimo.
Un solo attimo che mi fece capire che c'era qualcosa che non andava.
Un sorriso sghembo si dipinse sul suo volto, ed uscì dalla stanza a passo veloce.

"Hey tutto bene" mi rivolsi a Jimin
"Si, certo Kookie" rispose con un piccolo sorriso dipinto sul volto.

[...]

Quella notte non riuscivo proprio a prendere sonno.
Le domande riguardanti la sera precedente continuavano ad assillarmi.
Perché il manager era venuto fino a casa per parlare a Jimin? Cosa rappresentava quel sorriso...?

Mi alzai per prendere dell'acqua in cucina, ma vidi la testa di Yoongi fare capolino dal frigorifero.
"O feto, cosa fai ancora sveglio?"
"Nulla Hyung, non riesco a dormire, ho pensieri che mi frullano nella testa"
Risposi appoggiandomi alla penisola nella cucina.
"Cosa fa muovere gli ingranaggi in quella testa feto?" Chiese piazzandomi un dito sulla tempia.
"Secondo te quale bisogno aveva il manager Lee di venire qui proprio per parlare a Jimin sta sera se poteva farlo domani mattina?" Confessai.
"Anche a me ha fatto strano questa cosa Jk, davvero non lo so, ma non credo sia nulla di che"

Mugugnai in risposta, e tornai a letto per farmi prendere da Morfeo, in un sonno intriso di pensieri, ipotesi e paure.

Cosa mai vorrà il manager dal nostro pulcino? Chi lo sa.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ci vediamo al prossimo, sciau💜

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