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Jimin's pov

Sogni tormentati.

Affanno, io che scappavo da qualcosa, o qualcuno, senza sapere effettivamente chi o cosa esso fosse.
Ormai la mia testa stava andando a puttane, ed io non ci potevo fare nulla, tutto per colpa di quel bastardo di Lee.

Se solo avessi avuto le palle di dirgli che ero fidanzato con Jungkook, avremmo potuto passare tutto quanto insieme, ed invece no, come il coglione ho dovuto dirgli di no, e lasciare che mi usasse come passatempo, sotto agli occhi della persona che più amavo al mondo, senza che però lui  potesse fare nulla.
Ma soprattutto, senza che io potessi fare nulla.
Mi faceva sentire debole, lo odiavo.

Ma i miei tremendo incubi, costernati da un mostro, ben presto si fecero spazio nella realtà.

La porta di camera di Jin, dove io mi ero addormentato di pomeriggio, per poi svegliarmi di sera, si stava aprendo, ed ad aprirla non c'era nessuno dei miei amici,come speravo, ma bensì il mio più grande incubo.

Lee.

"Principessina, ora te la fai con gli altri membri? Che ci facevi nel letto di Jin?"
Ghigna, avvicinandosi sempre di più al letto, facendomi indietreggiare verso lo schienale, del tutto terrorizzato dalla sua presenza.

"Stavo dormendo"
Cerco di sembrare il più sciolto possibile.

"Che ci facevano queste nel cassetto di camera tua e del moccioso?"
Tira fuori delle manette dalla tasca della sua giacca sudicia, le manette che usava con me Jk...

"Non dovresti frugare nei cazzi degli altri"
Sputo acido.

"Prova a ripeterlo stupida puttanella"
Il suo ghigno si trasforma in una espressione di odio puro, e nel mio viso si fa spazio il terrore più profondo.
Questa volta, nessuno sarebbe venuto a salvarmi, a nessuno sarebbe importato di me.
Mi avrebbe fatto suo senza il mio consenso, quando solo Jungkook poteva farlo.

Perché tutti i mali della vita erano destinati a me?
Dopo questo mi sarei fatto ancora più schifo da solo, e sarebbe stato solo giusto, perche alla fine, per essere trattato così, dovevo fare proprio schifo giusto?

Le manette graffiavano i miei polsi, e la mia maglietta stava scivolando via dalla mia pelle.

"Sei una cattiva troietta, Park"
ride, con la sua risata marcia e schifosa, che rimbomba nelle quattro mura di quella stanza.

Prende a sculacciarmi, ed un forte senso di vomito pervade la mia figura,appena vedo che inizia ad abbassarsi i pantaloni, mostrando quell'orribile erezione, attraverso i boxer neri.

Non sono pronto, non voglio.
Griderei se solo qualcuno potesse sentirmi.
Ma il mio angelo non poteva sentirmi, o forse stava già venendo in mio soccorso...

Jungkook's pov

Di nuovo quel brutto presentimento che mi pervadeva da tutta la serata.
Come la volta in cui ero tornato a casa ed avevo trovato Jimin con il manager.
La stessa sensazione, e la stessa situazione, ma questa volta sarebbe andato diversamente.

Avrei seguito il mio istinto e mi sarei recato a casa.

Senza dare spiegazioni a nessuno mi stacco dal gruppo, con il quale stavo camminando verso il ristorante di sushi migliore della città, e prendo a correre verso casa nostra.
Sapevo che il mio angelo aveva bisogno del mio aiuto.
Lo sentivo.

Con il fiato corto, e le gambe a pezzi arrivo a casa ed in un batter d'occhio apro la porta.
Senza pensarci un attimo inizio a spalancare le porte delle camere da letto della vada, alla ricerca di quella che contenesse Jimin.

Ed eccola.
La porta della camera di Jin.
Chiusa a chiave.
E da essa provenivano suoni osceni, ma sapevo che, nonostante alcuni di essi fossero pure di Jimin, non erano gli stessi che dedicava a me.

"APRITE STA CAZZO DI PORTA"
Silenzio tombale
"APRITE CAZZO"
Continuo a bussare fortemente

"Eh niente moccioso, ora la tua puttanella verrà scopata davanti a te"
La voce di quel bastardo di Lee.

Perdo la testa.

Non me ne rendo conto, non capisci neppure come, ma dopo aver sfondato la porta, mi trovo già sopra il nostro manager, mentre lo gonfio di botte, fino a fargli perdere i sensi, ma a staccarmi ci sono gli altri membri, che mi fanno tornare sulla terra.

Ma cosa più importante, mi fanno notare Jimin, tremante, sul letto.

"Oddio mio"
Mi fiondo verso di lui, e dopo averlo slegato, ed avergli dato la mia felpa, giacché senza maglia, lo abbraccio.

Quel docile corpo che mi era mancato così tanto, era di nuovo tutto per me.

"Dimmi che non ti ha-"

"No Jungkook, sei arrivato in tempo" risponde, senza neppure farmi finire la frase, rassicurandomi estremamente, ma facendomi rimanere quell'orribile senso di fastidio, che però pervadeva ancora, al pensiero che quel bastardo avesse potuto toccare ciò che mi apparteneva.

"Dio mio Jimin avresti dovuto dirmelo"
Lo ammonisco, tenendolo ancora stretto tra le mie braccia.

"Scusami, non trovavo il coraggio"
Abbassa lo sguardo, triste.

"Amore mio, stai tranquillo, è finito tutto"
Lo rassicurò, vedendo che si rabbuia.
È bellissimo, ed io non posso ancora credere di averlo di nuovo tra le mie braccia.

Ricambia con un sorriso a 32 denti, quel sorriso che mi era mancato tantissimo.
Quel sorriso che era il motivo della mia felicità.

E li, sotto gli occhi di tutti, davanti a quelle quattro mura, e davanti alla luna che si rifletteva nella stanza, potei finalmente riassaporare le sue labbra, in un bacio lento e casto.
Esattamente quello che mi era mancato come l'aria prima di quel momento, era di nuovo mio, come dal principio.

Beccatevi sto triplo aggiornamento ma, soprattutto il
RITORNO DEI JIKOOK.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, tranquill* che ne passeranno altre i nostri piccoli Jikook, ma di certo migliori di questa.
Ha dato fastidio persino a me mentre scrivevo.
Ci vediamo al prossimo capitolo💜

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