Accettarsi

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Appena torno nel mio appartamento chiamo subito gli Avengers.
<<Kristen? Dic>> mi risponde Steve.
<<Non indovinerete mai cosa mi è successo oggi!>> lo interrompo io.
<<Che cosa è successo?>>
<<Ho conosciuto una ragazza>>
<<Bene, sono contento per te>> mi sorride sincero.
<<Ma?>> chiede Natasha. Come ha fatto a capire che c'era qualcos'altro?!
<<È una mutante>> aggiungo io.
<<In che senso? Che tipo di mutante?>> si interessa Steve.
<<Lei...>> come spiegarlo? <<A un certo punto la sua pelle è diventata corteccia, con tanto di rami e foglie. In più le hanno sparato al cuore e la corteccia ha fermato il proiettile!>>
<<Interessante...>> sento la voce di Visione commentare.
<<E non sai come ha fatto a diventare così?>> chiede Steve?
<<Ehm, no, non gliel'ho chiesto...>>
<<Beh, puoi sempre rimediare domani>> suggerisce Natasha.
<<In che senso?>> Ho paura di quello che sto per sentire.
<<Kristen, non è che puoi tentare di scoprire qualcosa in più su di lei? Ci sarebbe davvero utile>> mi risponde Steve.
<<Ma la conosco appena! Non posso presentarmi a caso sotto casa sua...>> ribatto. Chissà cosa penserebbe...
<<Forse non in qualità di Kristen>> interviene Natasha <<ma in qualitàdi un membro degli Avengers si>> Owh, uff... Mi porto le mani alla testa, immaginando l'imbarazzante e incombente incontro.
<<Bene, contiamo tutti su di te. Buona fortuna e tienici aggiornati>> conclude la telefonata Steve. Quando mai li ho chiamati...

Eccolo qui, il condominio dove abita. Passo in rassegna tutti i cognomi del citofono, fino a trovare il suo. Premo il pulsante affianco a "Müller" . Spero tanto che non ci siano i suoi in casa, mi renderebbero la cosa più semplice. Non mi sono preparata un discorso. Non mi piace programmare le cose, tanto poi raramente vanno come sperato. Preferisco improvvisare, anche perché credo che dia un immagine più autentica delle persone.
<<Pronto? Chi è?>> Per fortuna è la sua voce.
<<Sono Kristen, la ragazza di ieri. Potrei parlarti un attimo?>> Perché ho detto "un attimo"?! Non penso sarà una cosa veloce... Beh mica potevo dirle "posso parlarti?" punto. "Un attimo" rende la cosa più... Fattibile.
<<...Va bene>> dice alla fine <<Scendo>>.
Dopo qualche minuto di attesa, in cui io non ho potuto trattenermi dal mangiarmi la pellicina delle dita, come mio solito quando non so cosa fare, o sono nervosa, vedo Greta scendere dalle scale e aprire il portone. È in abiti casual, quelli che si mettono alcune persone per stare comode in casa. Indossa una felpa oversize grigia e dei pantaloni di tuta neri e larghi, che le coprono un po' le Converse verdeacqua.
<<Allora, cosa mi devi dire?>>
<<Ehm, si, ecco... gli altri Avengers vorrebbero sapere come hai avuto questa trasformazione>> Adesso mi odierà perché ne ho parlato ad altre persone.
<<Perché? Loro lo sanno?!>> Ecco, appunto. Beh non ha tutti i torti.
<<Si... mi spiace, so che avrei dovuto prima chiederti il permesso di parlarne con altri, ma io gliel'ho detto solo a titolo di cronaca, perché non è una cosa che capita tutti i giorni... Non pensavo si sarebbero interessati>> Anche se ora che ci penso avrei potuto aspettarmelo... <<Mi dispiace...>>
<<Oramai...>> Cavolo, è arrabbiata; e ha ben donde <<Comunque non mi va di parlarne, sto cercando di dimenticare>>
<<Capisco che sia difficile da digerire, ma non puoi cancellarla. Ormai fa parte di te>>
<<Si, ma posso far finta che non esista>>
<<Non credo sia la scelta migliore. Prima ti accetti per quello che sei, meglio è>> In fondo dobbiamo imparare ad amarci per quello che siamo. Se non lo facciamo noi per primi, chi lo farà?
<<Fai presto a dirlo, ma tu non sai cosa si prova>> Su questo ha ragione, io ho sempre convissuto con i miei capelli magici, anche se prima non li usavo molto...
<<Hey, ti va se continuassimo il discorso da Starbucks?>> Ne ho visto uno venendo qui.
<<Ma io non voglio continuarlo...>> prova a ribellarsi lei.
<<Offro io>> che poi in realtà sarebbe Tony...
<<Tanto non ti saresti arresa, vero?>> domanda lei abbattuta.
<<Non posso...>>

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