Gli Accordi di Vienna

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<<Ancora>> ci dice Natasha, appena io e Greta abbiamo finito di tirare una serie di pugni a una sacca da boxe. Basta, ti prego. Sono esausta. Guardo l'orologio appeso al muro della palestra. Sono le 9:34, è dalle 8:00 che ci stiamo allenando, non ce la faccio più. Appoggio le mani alle ginocchia e riprendo un attimo fiato.
<<Kristen>> mi rimprovera Natasha in tono fermo. Così mi rimetto al lavoro, anche se non ho più energie, i miei pugni sono loffi.
<<Quando finisce l'allenamento?>> si informa Greta, anche lei visibilmente stanca e rossa in volto. Ha chiesto quello che io mi stavo domandando dopo 5 minuti che era iniziato l'allenamento.
<<Alle 12:00 >>
<<Che cosa?!>> sbotto. Io non ci arrivo alle 12:00 se continuiamo così. E meno male che aveva detto che saremmo partite piano...
<<Non ce la faccio più...>> commenta esausta Greta.
<<Siamo in due>> replico io tra un respiro e l'altro.
<<Si che ce la fate. State andando bene>> ci sprona Natasha, ma io non ci credo più di tanto.
Ad un certo punto compare Visione, passando attraverso il muro. Mi blocco, seguita da Greta, anche lei deve averlo notato.
<<Come mai vi siete fermate di nuovo?>> ci chiede Natasha. Noi continuiamo a fissare Visone, così lei si gira e ha un lieve sussulto.
<<Visione, non ti ho sentito arrivare. Cosa c'è? >>
<<Il capitano mi ha detto di informarvi che il signor Stark è arrivato>>
<<Arriviamo subito>>
<<E ha portato un ospite>>
<<Quale ospite?>>
<<Il segretario di Stato>> Perché? Cosa ci fa qui?
Visione se ne esce, così com'era entrato.
<<Okay, pausa>> ci informa Natasha, avviandosi alla sala riunione seguita da noi. Quali dolci parole, ringrazio il segretario.
<<Ma quindi ci presentiamo così al segretario di Stato?!>> mi chiede stupita Greta mentre attraversiamo il corridoio. Si passa le mani sulla gonna del suo vestito verde, per lisciarlo.
<<A quanto pare...>> Beh almeno avrà un'anteprima dei nostri costumi, anche se sono tutti sudati.

Il segretario inizia a raccontarci di come aver avuto un'infarto gli abbia fatto capire l'importanza della prospettiva. Poi passa a lodare gli Avengers, aggiungendo però <<Ma sebbene molti vi definiscono degli eroi, ci sono persone che preferiscono la parola "Vigilanti">>
<<Lei quale parola preferisce usare, signor segretario?>> gli chiede Natasha.
<<Che ne dite di "pericolosi"?>> ci guarda tutti e continua <<Come definireste dei soggetti dotati di abilità sovraumane che ignorano la sovranità degli altri stati e impongono la loro volontà e che, francamente, sembrano indifferenti a ciò che si lasciano alle spalle?>> Si sposta di lato al tavolo e viene proiettato un filmato. Vengono fatte vedere scene di combattimento degli Avengers che mettono in risalto tutta la distruzione che inevitabilmente hanno portato con se. Partono da New York per arrivare fino al Lagos, un'operazione fatta quando io ero in Germania. Mi rendo conto che naturalmente non è che abbiamo lasciato tutto proprio intatto, ma abbiamo fatto del nostro meglio! Non l'abbiamo certo fatto apposta, anzi, però fa male vedere tutta quella gente morta, che non siamo riusciti a salvare. Ovvio, non li abbiamo uccisi noi, ma non li abbiamo neanche salvati.
<<Negli ultimi quattro anni avete operato con poteri illimitati e senza controllo>> continua il segretario, un volta finito il video <<Questa è una posizione che i governi del mondo non possono più tollerare, ma credo che abbiamo una soluzione>> e prende un libro che gli passa un suo collaboratore <<Gli Accordi di Sokovia>> dice, passandomelo sul tavolo. Do una rapida occhiata alla copertina e lo giro a Greta. Non si aspetterà certo che lo legga tutto?! È un bel tomo! Per fortuna procede a fare un riassunto, dicendo che, approvati da molti paesi, questi accordi stabiliscono che gli Avengers non saranno più un'organizzazione privata, ma che in poche parole staremo gli ordini delle Nazioni Unite.
<<Gli Avengers sono stati creati per rendere il mondo un posto più sicuro. Mi pare che lo abbiamo fatto>> replica Steve.
<<Mi dica, capitano, lei sa dove si trova Banner adesso?>> gli chiede invece il segretario <<Se io avessi smarrito delle armi ne subirai le conseguenze. Compromessi, così funziona il mondo. Credetemi, è un buon accomodamento. Fra tre giorni le Nazioni Unite si ritroveranno a Vienna per gratificarli. Discutetene>>
<<E se arrivassimo a una decisione che non le piacesse?>> ipotizza Natasha.
<<Allora andrete in pensione>> le risponde lui, per poi andarsene, assieme al suo collaboratore.
Natasha fa un mezzo sorriso, come se avesse qualcosa in mente.

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