The Healer

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Quando scendiamo Fury si presenta a Greta, accompagnandola dentro all'Avengers Headquarter, dove siamo raggiunti dal resto del gruppo.
<<Allora, Greta, so che puoi far diventare la tua pelle corteccia. C'è qualcos'altro che dovrei sapere?>> le chiede Fury.
<<Che io sappia no...>> risponde incerta la ragazza.
<<Okay, tienimi informato. Bene, c'è una cosa che dovrei dire a entrambe. Prima non abbiamo avuto tempo ma, dato che siete parte degli Avengers, che ne dite di sceglievi anche voi un nome in codice e un costume? Potete progettarlo qui>> e mi da un tablet. <<In più domani inizierete il vostro allenamento con l'agente Romanoff. Natasha, ti dispiace accompagnare Greta alla sua camera?>>
Natasha annuisce e poi le fa cenno di seguirla, imboccando un corridoio. Io rimango lì, senza sapere bene cosa fare.
<<Mi dispiace che tu non abbia trovato i tuoi genitori>> sento la voce di Steve arrivare da dietro. Faccio spallucce. Non so nemmeno io come prenderla, però mi dispiace non rispondergli niente: è stato carino a interessarsi.
<<Si vede che doveva andare così >> dico infine e me ne vado nel mio alloggio.
Allora, vediamo un po', mi dedico per primo al nome o al costume? Per quanto riguarda il nome, deve essere qualcosa legato al mio potere. Basicamente i miei capelli hanno due abilità: afferrare le cose e guarire le persone. Tra le due quella che vorrei far risaltare è la seconda, quindi il mio nome potrebbe essere... The Healer? Non suona male...
<<Io sono The Healer>> provo a dire ad alta voce. The Healer. Ma si, dai, per ora va bene questo. Se poi ne trovo uno migliore prima di comunicarlo a Fury posso sempre cambiarlo. Ora il costume. Mi bastano dei vestiti basici e comodi. Disegno un crop top e dei pantaloni a gamba larga leggermente sopra la caviglia. Al centro della maglia, dentro un cerchio, disegno delle linee ondulate, che dovrebbero rappresentare i miei capelli. La maglia la coloro di viola, è il mio colore preferito, il cerchio bianco e le linee rosse, come i miei capelli. I pantaloni li faccio tutti neri, non li voglio appariscenti. Guardo il risultato finale e mi posso ritenere soddisfatta. Semplice ma comunque con un tocco personale. Penso che dovrei portare il tablet a Greta, cosicché anche lei possa creare il suo costume, quindi esco dalla mia stanza. Non sapendo dove sia la sua stanza, chiedo alla prima persona che vedo, Visione.
<<È quella dopo la mia>> mi riferisce lui. Lo ringrazio e mi dirigo alla porta. Busso.
<<Avanti>> mi arriva la voce di Greta da dentro. Abbasso la maniglia e apro la porta. La stanza è piccola, ma c'è tutto quello che serve: un letto, un armadio e una scrivania con la sedia. La camera è ben illuminata, in più oggi è proprio una bella giornata, il sole splende e ci sono poche nuvole. C'è un po' di disordine sul pavimento, oggetti qua e là. Greta è accucciata davanti all'armadio, dove sta finendo di sistemare i suoi vestiti.
<<Ti ho portato questo, così puoi disegnare il tuo costume>>
Si gira verso di me <<Appoggiarlo pure sul letto, grazie>> Così faccio, poi resto un attimo impalata. Non so se tentare di iniziare a legare con lei, dato che dovremo lavorare insieme, o fregarmene e tornare nella mia stanza. Alla fine opto per la seconda alternativa, tanto avrò tempo per tentare di legare con lei. Poi potrebbe provarci anche lei ma dato che al momento non sembra intenzionata a iniziare una conversazione, decido che non sarò io a farlo, così lascio la sua stanza.

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