cap.22

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Mi sveglio con un mal di testa terribile, ma che ora ho fatto ieri sera? Forse le 3? Ma perché non riesco a ricordare?!
Mi risale tutto a quando sono uscita dal locale dopo la “litigata” con Nic, poi dopo sono rientrata e...e? non ricordo nulla.
Quando mi siedo sul letto mi rendo conto che questa non è nemmeno camera mia, ma è quella di Niccolò.
Mi alzo, prendo una felpa di Niccolò su una sedia e la metto, solo con questo vestito ho freddo. Devo sapere tutto da lui a quanto pare...

"Ti sei svegliata finalmente"

"Ciao..."

"Ciao"

"Mi spieghi perché sono qua e non a casa mia? Non mi ricordo niente"

"Davvero? Davvero non ricordi nulla?"

"No Niccolò! No, non ricordo! Okay? Ti prego dimmelo adesso se ho fatto qualcosa di brutto!"

"Hahaha tranquilla, non hai fatto niente. Eri solo un po' ubriaca, tutto qua"

"O Dio, per questo che mi sento una schifezza.."

"Già...levando il fatto che se non fossi venuto io due tizi ti avrebbero portato a letto facilmente"

"A-aspetta...cosa?! Non dirmi che ti sei fatto male"

"No, sto bene!"

"Fammi vedere le mani allora."

"Ti ho detto che sto bene Martì"

Gli prendo le mani.
Ecco... Piene di graffi, sangue ormai secco e tutte arrossate.
Ma perché si è conciato così per me.. devo fare qualcosa.

"... aspetta, vado a prendere delle cose. Non muoverti"

Prendo l'acqua ossigenata e qualche dischetto di cotone.

"Dai ma perché adesso devi preoccuparti così? Non è nulla, solo qualche graffio"

"Non esiste. Avresti potuto svegliarmi, ti avrei aiutato prima!
Ora sta fermo..."

Per non fargli sentire troppo bruciore gli tocco i capelli, ma quello che ottengo è solo una faccia ancora più dolorante.. gli alzo i capelli: c'era un livido nascosto sotto.

"Niccolò ma che hai combinato?! Ti prego non conciarti ancora così... C'è solo questo?"

"Sì, giuro solo questo."

Inizio a togliere tutto prima sulle mani, cercando di non fargli sentire troppo bruciore.
Mi sento in colpa che si sia fatto male per me. Vorrei ritornare indietro nel tempo e non fare ciò che ho fatto, ma non si può.

"Ok qui ho fatto, adesso fammi vedere che hai in testa.."

Prendo un dischetto, e inizio a tamponare leggermente.
Siamo a pochi centimetri dalle nostre facce e vedo che inizia a sorridere.

"Forse così inizio a sentirmi già meglio"

"Dai non fare lo scemo"

"Ma è vero, magari sei tu la medicina"

"Dai sta fermo che ho quasi fatto"

Mi continua a guardare che non riesco a rimanere seria, ma per fortuna ho finito.

"Finito!"

"Dovrei farmi male più spesso allora"

"E chi ti dice che ti aiuterò?"

"Perché lo so.!"

Vorrei dargli un bacio, un abbraccio ma non ci riesco.
Sia perché sono in pessime condizioni, e sia perché ho troppi pensieri per la testa: Clara, Elia, il fatto che Niccolò abbia fatto una rissa con dei tizi, io ubriaca...

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