Ciliegie

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Erano le quattro del pomeriggio, e la musica ad alto volume rimbombava nella candida camera totalmente sottosopra: varie magliette, giacche, e altri indumenti erano sparsi ovunque.

Il letto era completamente sfatto con sopra Taehyung, ricoperto da una leggera vestaglia che ricadeva morbida sulle sue curve, con i capelli argento che avevano decisamente bisogno di una messa in piega.

Si trovava sdraiato sul letto a pancia in giù mentre andava a tempo di musica con le gambe, mentre fumava una sigaretta del famoso pacchetto trovato per strada.

Era completamente indeciso su cosa indossare: la prima scelta erano degli abiti totalmente al di fuori del suo stile, per fare colpo su quel ragazzo dall'aria di "bad boy", mentre la sua seconda scelta era mostrare il suo vero essere, indossando quindi un completo elegante totalmente gucci.

I pensieri di Taehyung si fermarono quando sentì i rumore delle chiavi nella serratura della porta d'ingresso.

Si alzò di scatto facendo un veloce tiro di sigaretta, aprì la finestra buttando il mozzicone e cominciò a muovere le mani frettolosamente per togliere il fumo per poi spegnere la radio, cadendo in un religioso silenzio dove si potevano sentire i passi dal piano di sotto.

Si affacciò alla sua porta cercando di nascondere il più possibile il caos che aveva in camera.

«Papà! Perché sei tornato così presto?»

Il suo sguardo confuso si intrecciò con quello afflitto del padre in fondo alle scale, che buttò la giacca alla rinfusa a terra, e a ciò si fece interrogativo.

«Tae, scendi il salotto... devo parlarti.» gli disse l'uomo a sguardo basso mentre si diresse sul divano a passo lento. Il ragazzo si irrigidì venendo sopraffatto da una fitta allo stomaco: ansia.

Varcò la soglia della porta dirigendosi con fare quasi spaventato verso il salotto, dove il padre era seduto sul divano con la mano sulla fronte.

«Siediti qui...» continuò il padre dando le pacche sul cuscino affianco a lui. Taehyung fece come gli disse, cercando di fare contatto visivo con lui, ma non aveva ancora il coraggio di voltarsi.

«Ehm... come posso cominciare...»

«Papà, a parole tue, mi sto preoccupando.»

Il quel momento gli occhi lucidi del padre si intrecciarono con quelli di Taehyung che continuava ancora a non capire.

Iniziò quindi parlare con la voce rotta.

«Volevo dirti questa cosa faccia a faccia, non con una stupida chiamata, avrebbe perso importanza.»

Il padre a quel punto prese le mani affusolate dalle lunghe dita del figlio per stringerle poco dopo.

«Tua madre si è sentita male a lavoro... mi ha chiamato l'ufficio e sono corso lì portandola al pronto soccorso, le dissi che ti avrei dovuto chiamare ma lei rispose di no quindi sono corso qui di persona.»

Il volto di Taehyung si fece interrogativo, magari perché voleva far finta di non capire.

«Tua madre ha il cancro Taehyung.»

Gli calò la nebbia, i suoni erano come se fossero attutiti da qualcosa, e la sua vista si appannò. Cercò di alzarsi ma le sue gambe cedettero sentendo le parole del padre ormai ovattate, ma cercava con tutto se stesso di ascoltare.

«Ce lo aveva nascosto per troppo tempo e quin-» la voce del padre si ruppe a causa del pianto, così il ragazzo si sedette con molta difficoltà per consolarlo.

«Ormai è troppo tardi Tae... è troppo tardi...»

I due cominciarono a piangere travolti dalla gialla luce dell'ingresso.

Partners in crime || KookV Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora