Era mattina, e diverse fitte sul corpo lo fecero lamentare dal dolore. Aprì gli occhi lentamente sentendo fastidio sotto di esso a causa del terreno ricoperto di sassi, si voltò verso la sua sinistra e finalmente era lì: Jungkook dormiva indisturbato, ed era accucciato a lui mentre lo stringeva forte, tanto da causargli l'intorpidimento di metà del suo corpo.
Fece un flebile sorriso e mise una mano sulla sua guancia, lasciandogli un delicato bacio sulle labbra. A quel punto cercò di togliersi il corvino di dosso che era letteralmente aggrappato ad esso come un koala con il suo ramo, cercando poi di potersi sedere. Si rese conto, che lo zaino era scomparso, quei uomini gli avevano rubato tutti i soldi e la droga rimasta.
Ai piedi di Jungkook però vide qualcosa che lo attirò: era l'autoritratto che il pittore gli aveva fatto.
"Come ha fatto ad arrivare li?" pensò Taehyung prendendolo in mano; lo cominciò a guardare, era bellissimo, sperava che un giorno lo avrebbe incorniciato da qualche parte. Fece un sospiro voltando lo sguardo affianco a lui questa volta verso destra, notando che almeno una cosa gliela lasciarono, ovvero il libro del piccolo principe, ed era buttato in mezzo alla polvere del terreno ormai sgualcito.
Lo raccolse e lo ripulì accarezzando la copertina per poi sfogliarlo, arrivando all'ultimo capitolo in cui il piccolo principe ritorna sul suo asteroide dalla sua rosa, per trascorrere e godersi i tramonti insieme. Si voltò verso il corvino che dormiva come un bambino accarezzandogli la fronte, si stese affianco a lui e lo cominciò a guardare.
«Sono felice che tu sia tornato...» disse sussurrando il grigio ormai sentendosi al sicuro, tra le braccia di esso che lo avvolgevano tutto il corpo dandogli il calore di qui aveva bisogno, che lo facevano sentire ancora bambino.
Che lo facevano sentire a casa.
Si accucciò poggiando la testa all'angolo del suo collo poi ritornare tra le braccia di morfeo. Ormai non c'era molto da fare, erano ricercati a Chuncheon e dintorni, quindi per rimanere nascosti furono costretti a rimanere sotto il ponte per diversi giorni.
La loro fortuna era che a pochi passi vi era un distributore di cibo e bevande, dove ci infilavano quotidianamente una banconota dal mazzo di soldi che Jungkook riuscì a recuperare, prendendo qualsiasi cosa premendo i numeri a caso.
Era notte fonda, e il corvino era intento a guardare il cielo, affiancato da un ormai esausto Taehyung, che dormiva. Ogni giorno e ogni ora, i due aspettavano che una pattuglia venisse una volta per tutte, per poi essere sbattuti in cella per il resto dei loro giorni; ormai erano stanchi e le crisi di astinenza si facevano abbastanza sentire.
Jungkook aveva il bisogno di sgranchirsi le gambe, si alzò quindi da terra, per poi dirigersi ad esplorare la zona sempre circostante. Non potevano più mostrarsi in centro, sicuramente le pattuglie si trovavano ad ogni angolo per cercare di trovarli.
Camminò verso quella che sembrava una cabina telefonica. Era tutto totalmente buio, e solamente la parte della cabina era illuminata grazie alla sua luce all'interno.
Decise quindi di fare qualcosa di cui aveva pensato di fare da un po': chiamare Yoongi. Un po' titubante, poggiò la mano sul vetro sporco della cabina, riflettendo se fosse la cosa giusta da fare.
A un certo punto si decise. Entrò all'interno di essa mettendo qualche spicciolo per poi spingere i pulsanti digitando il suo numero, facendo poi partire la chiamata. Tremava guardandosi intorno aspettando tra i squilli, avvolgendo il dito nel filo e attorcigliandolo su se stesso. Era agitato.
Era molto tardi, ma sapeva benissimo che il suo amico fosse sveglio, ad aspettare un suo ritorno, o semplicemente a guardare fuori dalla finestra come era suo solito fare quando era triste.

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Partners in crime || KookV
FanficJungkook e Taehyung vivono due vite completamente diverse nella stessa città. Il primo vive nel caos circondato dai suoi amici più stretti e l'altro nella più totale tranquillità e monotonia. Ma qualcosa accade nella vita di Taehyung e si ritrova c...