Paura

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Un sassolino fece il suo volo, scagliandosi sul bordo dell'acqua; fece un altro salto, per poi galleggiare lentamente nel fondale. Jungkook era lì, sulla riva del lago seduto a gambe incrociate poco più lontano dal ponte, e aspettava.

Aspettava la risposta di Taehyung che fece ritardo ad arrivare; quest'ultimo si trovava al suo fianco con la testa impegnata a guardare le sue dita, che per qualche motivo in quel momento erano piuttosto interessanti.

«Taehyung.» disse il corvino mentre prendeva un altra manciata di sassi, continuando a lanciarli sul bordo dell'acqua.

«Dimmi...» rispose il grigio alzando lo sguardo su di lui, prendendo poi dal suo taschino una sigaretta, se la portò alla bocca per poi accenderla.

«Se hai paura, puoi aspettarmi qui se vuoi.» disse Jungkook senza voltarsi e smettere quello che stava facendo.

«No verrò con te, non ho paura.»

«D'accordo allora, andiamo.»

La sera prima, dopo che Jungkook raccontò tra le lacrime di aver chiamato Yoongi senza essere riuscito a dire nulla, Taehyung si trovò nel dire che sarebbero dovuti tornare indietro. In un modo o nell'altro avrebbero potuto farcela, bastava commettere un ultimo crimine, per gettarsi definitivamente tra le braccia della giustizia. Optarono per rubare un auto, uscendo fuori da quella città, intraprendendo lo stesso percorso dell'andata verso Busan, per finalmente tornare a casa.

I due si alzarono allontanandosi dal bordo dell'acqua, dirigendosi verso quello che poteva essere un vero e proprio accampamento. Al di sotto di quel ponte, ci rimasero per altri diversi giorni, nascondendosi da tutto e da tutti, spaventati per la loro sorte. Ma ormai non c'era modo per scappare, ed erano stanchi di farlo, oltretutto non potevano rimanere li per sempre.

Presero le loro cose, per poi uscire da quella tana, come se il loro letargo fosse terminato. Preferirono agire a tarda notte, per non dare ovviamente all'occhio, attraversando la strada che se fosse stato di mattina, sarebbe stata piena di persone.

Ormai erano conosciuti, i loro volti vennero mostrati molto spesso quei ultimi giorni dai notiziari che avvisavano a negozianti e tutte il resto delle persone di Chuncheon, di stare in allerta, visto che i due fuggitivi non erano stati ancora presi.

Un brivido di terrore percose il corpo di Taehyung, che nonostante ormai fosse abituato a commettere crimini, quello lo spaventava in particolare, sapeva che se avessero fatto una minima mossa sbagliata, sarebbero finiti tra le sbarre di quella città. Non voleva rimanere li per il resto dei giorni in cella, lui e anche Jungkook; volevano concludere in bellezza, potendo tornare nella loro città di provenienza; soprattutto il più piccolo, che avrebbe potuto abbracciare per l'ultima volta le persone a cui teneva.

Avrebbero potuto fare tutto con calma, arrivando a casa per poi consegnarsi alle autorità il giorno dopo. Arrivarono ad un parcheggio, dove vi erano due macchine parcheggiate.

Jungkook si voltò verso il grigio che aveva la mente da tutt'altra parte, gli prese le spalle lasciandogli un bacio; si poteva trarre da esso tutto l'amore e la gratitudine che provava per lui.

Grazie a Taehyung era finalmente uscito da quella cupola che non gli permetteva di mostrare l'affetto che provava per le persone al suo fianco, accettando definitivamente i sentimenti che provava per lui e anche per Yoongi che l'ultima volta che lo vide gli disse che non era suo fratello, era una bugia.

«Taehyung guardami negli occhi.» disse poi il corvino appena staccatosi dal bacio, incrociando lo sguardo di Taehyung abbastanza teso, e i suoi occhi divennero più lucidi.

«Ascoltami, sarà breve e indolore, okay? Appena parte l'allarme tu corri subito in macchina, farò più in fretta possibile.» concluse convinto Jungkook cercando di tranquillizzarlo.

Partners in crime || KookV Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora