Asteroide B-612 .2

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"E quando innaffio' per l'ultima volta il suo fiore, e si preparo' a metterlo al riparo sotto la campana di vetro, scopri' che aveva una gran voglia di piangere.
"Addio", disse al fiore.
Ma il fiore non rispose.
"Addio", ripete'. "

Passarono il resto della notte a girovagare per quella grande casa sembrando due bambini al parco giochi.  Era così grande, che giocarono e risero tutto il tempo rincorrendosi a vicenda lungo il grande salone, illuminato solamente dalle luci in giardino

Mentre esploravano alcune zone della casa, finirono nella stanza che sembrava appartenesse a un ragazzo adolescente. La camera era molto spaziosa, dove aveva di fronte al letto, un enorme tv al plasma dove sotto di esso c'era un mobile pieno di film e una ps4 che aveva un sacco di giochi.

Il corvino pregò in ginocchio il grigio di poterci giocare almeno un oretta insieme, ma il più grande non ne voleva sapere, odiava la playstation.  Così, Jungkook si ritrovò da solo a giocarci, mentre Taehyung si mise a curiosare in quella stanza, che secondo lui poteva contenere qualcosa di interessante.

E aveva ragione: quel ragazzo nascondeva in un posto remoto del suo armadio, ben dodici grammi d'erba. Il grigio, la prese attirando l'attenzione anche del corvino, che appena vide il grande bottino, mollò subito il joystik.

Si ritrovarono quindi, alle tre del mattino, nel salone della grande casa completamente strafatti, con addosso vestiti a caso presi nell'armadio dei due genitori. Jungkook, indossava un vestito nero, usando una maglietta nera a maniche corte come se fosse una parrucca.

Indossava un paio di calze nere a metà coscia e per finire in bellezza, un paio di tacchi laccati di colore nero, che gli coprivano a malapena metà dita dei piedi; in quel momento era in ginocchio a terra con in mano un peluche preso dalla camera della bambina.

«Per favore dio delle tenebre la supplico! Non portare via il mio povero batuffolo! Ha così tanta vita davanti!» urlò al grigio, che in quel momento sarebbe dovuto essere la morte.

Taehyung indossava una vestaglia nera che le cadeva morbida sul suo esile corpo, un turbante nero messo sui suoi capelli, e indossava dei sandali.

Chissà per quale motivo scelse quelli, che erano completamente al di fuori dalla sua portata: i mignoli delle dita dei piedi sbucavano fuori dal cinturino, ma era serio nel mentre li indossava nonostante il corvino che appena lo vide gli scoppiò a ridere in faccia.

«La prego di spostarsi signorina... il mio potente sciettro... -una forchetta- racchiude una forza totalmente sovrumana! L'anima del povero animale verrà con me... lei si tenga pure il cadavere!»

Dopo aver detto quella frase con forse fin troppa enfasi, alzò la forchetta al cielo accompagnato dalle urla disperate del più piccolo. Cominciò a fare dei versi con la bocca abbastanza ridicoli sotto gli occhi di Jungkook che cercava di trattenere le risate, che però non ci riuscì contagiando anche l'altro, finendo a ridere con le lacrime a terra.

A un certo punto lo sguardo di Taehyung si trasformò completamente, cominciando a guardare con lussuria il più piccolo.

«Certo che... vestito in quel modo, un pensierino lo farei.»

L'altro fece una piccola risata, per poi togliersi la maglia dalla testa e le scarpe.

Si avvicinò gattonando lentamente verso il grigio che era seduto a gambe divaricate appoggiato al muro.

«Ah si?» sussurrò Jungkook.

«Quando hai detto che ti piaceva quando prendevo il controllo non scherzavi vero?» chiese Taehyung al più piccolo che nel frattempo lo raggiunse.

Partners in crime || KookV Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora