«Porca puttana!» urlò il menta sbattendo le mani sul tavolo, dopo aver sentito nuovamente la segreteria telefonica.
«Ascolta Yoongi basta, andiamo a cercarlo.» disse a bassa voce Jimin che si avvicinò alle spalle di Yoongi abbracciandolo da dietro, mentre quest'ultimo si passò la mano in faccia per la stanchezza, visto che non aveva chiuso occhio.
«D'accordo... andiamo.»
Entrambi si diressero al piano di sotto dove il resto degli altri erano seduti sul divano in silenzio aspettando che i due tornassero per andare a cercare il loro amico.
«Tranquillo Yoongi... lo troveremo come sempre.» lo rassicurò Namjoon mettendo la mano sulla spalla del più piccolo che gli rivolse un sorriso, per poi entrare in macchina.
***
Una forte corrente di vento gli fece spalancare gli occhi di scatto. Alzò il busto appoggiandosi sugli avambracci guardandosi intorno passandosi la mano tra i capelli corvini.
"Dove cazzo sono."
Poteva sentire il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli e il sole battergli sulla testa. Il suo sguardo andò a finire su una piccola figura rannicchiata su sé stessa.
Si avvicinò verso di essa gattonando cominciandola a guardare: aveva lo sguardo rilassato e illuminato dal sole con le labbra schiuse e il respiro regolare. Gli passò la mano tra le ciocche argentate scoprendogli la fronte lasciando un bacio su di essa.
Si alzò da terra tastandosi le tasche alla ricerca del telefono, e quando lo trovò lo sbloccò per controllare l'orario, erano le sette del mattino e aveva più di venti chiamate da parte di Yoongi e vari messaggi dal resto del gruppo.
Si morse il labbro inferiore preso dal panico, se fosse tornato a casa avrebbe subito il quarto grado da i suoi amici e soprattutto dal menta, a cui si era promesso con le lacrime agli occhi che avrebbe messo la sua vita in ordine.
Un piccolo mugugno lo risvegliò dai suoi pensieri; si voltò verso Taehyung che era seduto a terra che si guardava attorno spaesato.
Rimise il telefono in tasca e si diresse verso di lui.
«Buongiorno.»
«Buongiorno... Dove siamo?» chiese il grigio preoccupato tirando fuori dalla tasca il telefono.
«Al porto, non chiedermi come...»
Taehyung cominciò a trafficare con il cellulare mentre Jungkook continuava guardarsi intorno.
Taehyung appena sbloccò il telefono, notò diverse chiamate perse dal padre, seguite da diversi messaggi, che non volle aprire. Sapeva di aver fatto una cavolata nello scappare in quel modo, ma non riusciva a rimanere più di un secondo dentro quella casa, che gli faceva riaffiorare troppi ricordi.
Il grigio si alzò da terra rivolgendosi al più piccolo, che non gli staccava gli occhi di dosso.
«Hai una sigaretta?» chiese poi un po' imbarazzato, dato che non si aspettava di concludere un appuntamento in quel modo, completamente trasandati in un posto a caso con i postumi della sera prima.
Jungkook cacciò dalla tasca il pacchetto porgendone una al più grande, che se la mise in bocca facendosela accendere. Si sedettero nuovamente a terra osservando il mare con alcune barche che navigavano in lontananza rimanendo in silenzio per un po'.
«Posso rivelarti una cosa?» disse Taehyung interrompendo il silenzio, voltandosi verso Jungkook che aveva completamente l'attenzione su di lui.
«Dimmi pure.» rispose il corvino.
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Partners in crime || KookV
FanfictionJungkook e Taehyung vivono due vite completamente diverse nella stessa città. Il primo vive nel caos circondato dai suoi amici più stretti e l'altro nella più totale tranquillità e monotonia. Ma qualcosa accade nella vita di Taehyung e si ritrova c...