Capitolo 16

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"Harry, Harry mi senti?"

La voce di Ron, il suo migliore amico gli fece finalmente aprire gli occhi verdissimi velati di una paura mai vista prima.

"Ron. Dove mi trovo?" Chiese guardandosi intorno spaesato e provando a rialzarsi, tanto che il rosso cercò di bloccargli le braccia.

"Stai giù, non ti sforzare. Hai bisogno di riposo, siamo in infermeria."

Harry lo guardò con un sopracciglio alzato per il suo sguardo impaurito, che Ron confuse con un'amnesia: difatti il rosso per un lunghissimo istante credette che Harry si fosse scordato tutto.

"Non ricordi nulla di tutto quello che è successo?" Chiese in un sussurro, come se avesse una tremenda paura di farsi sentire.

"Non ho scordato nulla, Ron: nulla. È che..."

"Harry!"

La voce di Hermione li fece voltare entrambi verso la porta di entrata, mentre la ragazza si stava avvicinando con uno sguardo e degli occhi rossi che facevano paura.

"Herm stai bene?" Domandò il rosso.

"No. Ho pianto fino a pochi minuti: appena ho saputo della spinta. Non riesco ancora a crederci."

Hermione riprese a singhiozzare e in un muto silenzio il moro, acconsentì di abbracciarla, chiudendo gli occhi e permettendo ad una lacrima di uscire.

"Chi è che vi ha informato?"

"È stato Draco." Rispose Hermione. "Ci ha avvisati lui, era così sconvolto per la spinta sulla spalla." Disse con una luce diversa negli occhi, come se da quel momento tutto l'odio covato in quei sette anni si fosse sciolto del tutto.

"Lo voglio qui, adesso. Dov'è?"

"Sono qui Harry." Disse sommessamente.

Malfoy torreggiava difronte alla porta, mentre i tre Gryffindor lo stavano osservando.

"Come mai non eri qui?"

"Ho pensato che fosse meglio lasciarti un po' solo con Hermione e Ron. Infondo siete amici, no? Io... preferisco aspettare che sia il mio turno." Disse abbassando lo sguardo.

La stima nei confronti del biondo stava crescendo in tutti i sensi.

Ron era davvero stupefatto e compiaciuto di quelle parole, Hermione invece si ritrovò a sorridere felice.

Non desiderava altro che la felicità del suo migliore amico e sapere che Draco lo amava seriamente beh, la rendeva più tranquilla, anche se ancora aveva l'animo in subbuglio e tremava come una foglia dalla paura.

"Beh, allora noi vi lasciamo soli. Ok?"

Harry sorrise.

"Grazie, Herm! Grazie, Ron!" Disse guardandoli commosso.

"Figurati! Ti veniamo a trovare più tardi. Ciao, Draco!" Disse lei con un sorriso.

"Ciao e grazie anche da parte mia!"

Dopo che i due Grifondoro furono usciti dalla stanza, il Serpeverde si voltò verso Harry e non poté fare a meno di osservarlo con il cuore in gola e la paura di avvicinarsi.

"Vieni qui, ti prego. Ho bisogno di te, del tuo calore. Mi sei mancato moltissimo Dray!"

Il biondo corse vicino a lui e lo baciò.

Tra le labbra morbide e invitanti del moro, il biondo confermò la stessa cosa.

"Anche tu amore mio." Draco sospirò.

"Mi dispiace da morire Harry. Mi sento in colpa!"

Harry lo guardò come se fosse diventato un alieno. "Che cosa c'entri tu?!"

"Se un mese fa non ti avessi rifiutato allontanandoti da me, Alan non ci avrebbe mai provato con te e tu non avresti ricevuto..."

"Draco guardami: tu non c'entri, ok? Sarebbe accaduto comunque. Quello si era fissato con me e alla fine mi ha lanciato una spinta, ma sono contento che sia stato mandato via. Gente come lui non merita niente!"

"Hai ragione!"

Harry lo baciò ancora.

"Ti amo, Draco. Te l'ho mai detto?" Disse con un piccolo sorriso.

"Me lo stai dicendo adesso! Anche io, Harry."

Gli occhi lucidi e gioiosi di Harry non si potevano descrivere.

Nel frattempo Albus Silente che aveva espulso il ragazzo dalla scuola entrò dentro il suo ufficio seguito da Lucius Malfoy che aveva un'aria alquanto sconvolta ed estremamente allibita.

Qualche secondo dopo infatti guardò il figlio fulminandolo con lo sguardo.

"C'era bisogno di dargli una spinta?"

Il ragazzo dai capelli biondo cenere e gli occhi marroni lo guardò con in espressività: come se in quel momento non provasse nessun tipo di sentimento o pentimento.

"Potter si è approfittato dei miei sentimenti e Draco me lo ha portato via!"

"Tu non sei un Malfoy." Disse infine. "Io non lo voglio un figlio così idiota come te!"

"Non ti azzardare a continuare!"

Una voce rabbiosa, forte e chiara invase le pareti dell'ufficio dell'anziano preside.

Lucius così come tutti i presenti nella stanza si voltarono a guardare chi poteva essere quella persona e il patriarca della famiglia Malfoy ne rimase alquanto paralizzato.

Davanti a lui c'era proprio lei, Helena Parrish la madre di Alan: una donna alta, dai capelli lunghi, mori e ricci. In lei si poteva notare una certa somiglianza in Cissy, anche se le due donne appartenevano a due famiglie potenti completamente diverse e altolocate.

"Non permetterti mai più di dire che Alan è un'idiota. Sono stata abbastanza chiara?!"

"E sentiamo Helena: cosa dovrei dire secondo te? Che sono contento che Alan abbia dato una spinta ad un ragazzo e che adesso sia in contrasto con suo fratello?"

La donna lo guardò per vari secondi restando in silenzio e poi riprese a parlare.

"Alan ha sbagliato e molto, non doveva farlo, ma visto che è stato espulso da questa scuola, da adesso ci penserò io a lui; tu sei sollevato da questo incarico, Lucius, tranquillo!"

Helena prese per mano suo figlio e lo trascinò verso la porta d'uscita: infine si voltò un'ultima volta verso il suo ex compagno e con uno sguardo di sfida, parlò.

"Prova a ridire una cosa del genere e giuro che non sarò più così clemente come ora. Intesi?"

Helena non aspettò neanche la sua risposta perché già se ne era andata e Lucius l'aveva mandata bellamente a quel paese. Ma tutte a lui le scelte più sbagliate dovevano capitare?

Dannazione!

Drarry ~ Da rivali ad amanti - Parte prima Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora