Capitolo 13

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Tra due giorni sarà il mio compleanno. Essendo saltata la serata che avevo organizzato, non ho idee su cosa fare. Ma alla fine non mi interessa fare qualcosa in particolare, mi basterebbe che ci fosse Diego. Per questo avanzo l'idea in spiaggia davanti ai ragazzi. Abbiamo appena finito una partita a briscola e ne approfitto mentre Stefano mischia le carte.

"Sentite, domenica è il mio compleanno e siccome non ho organizzato niente avevo pensato di andare a fare un giretto qua vicino sul lungomare domani sera, tanto dopo la mezzanotte sarà già domenica... E mi piacerebbe molto se veniste anche voi" dico tutto d'un fiato.

Dopo interminabili secondi finalmente Francesco prende la parola. Temo che non ne abbiamo voglia.

"Ma certo! Per me va benissimo, ma come ci arriviamo là?" mi chiede.

"No problem! Elena e Sara possono portarci, saliamo un po' in una macchina e un po' in un'altra e andiamo. No?" rispondo.

"Certo, io vado con Ele però eh" mi dice lui con un sorrisetto.

"Non avevo dubbi Fra" poi rivolgendomi agli altri "Siete d'accordo anche voi? Se non ne avete voglia non fa niente..." dico con un po' di rammarico.

"A me va bene" risponde Stefano poco dopo.

Diego annuisce soltanto. Non so perché ma ho come l'impressione di stargli antipatica. Stamattina sono arrivata piuttosto presto e ho notato che era arrivato solo lui in spiaggia. Anche se con un po' di imbarazzo l'ho subito raggiunto, era al tavolino del bar impegnato a fissare il cellulare. L'ho salutato, mi sono seduta e dopo avermi chiesto come sto non mi ha più rivolto parola ed è tornato ad armeggiare col suo smartphone. Cosa che mi ha irritato non poco, per educazione io lo avrei posato. Gli ho allora proposto di fare una partita a carte per ammazzare il tempo ma ha risposto 'Mah... Aspettiamo gli altri' smorzando ogni mio entusiamo. Al che, triste e amareggiata, ho preso anch'io il mio cellulare fingendomi interessata alla home di Facebook. Poi finalmente sono arrivati Francesco e il resto del gruppo e la tensione è volata via.

E' sabato e sono stata al mare fino alle sei del pomeriggio poi sono filata a casa a farmi una doccia saltando la cena, tanto ero agitata. Ho provato un sacco di magliette, canottiere, leggings, shorts, gonne e vestiti, senza trovare qualcosa di decente che mi facesse sentire a mio agio. Sono già le otto e tra esattamente un'ora Elena e Sara passeranno a prendermi per poi prelevare gli altri davanti al residence dove alloggiano e io ancora non ho idea di cosa indossare. Stamattina al mare ho giocato a briscola in coppia con Diego e abbiamo sempre vinto. Era contento, mi ha pure sorriso. Peccato che a parte quello nemmeno mi parlava per chiedermi se avevo carichi o briscole e se glielo domandavo io si limitava a scuotere la testa. Ci ho provato anche nel pomeriggio ad avere non dico una conversazione, ma per lo meno uno scambio di battute, senza ottenere alcun risultato. Si, penso davvero che non nutra simpatia nei miei confronti, anche se proprio non capisco cos'abbia fatto di male per meritarmelo. Guardo l'ora: 20.36. Alla fine indosso dei semplici shorts di jeans, una canottiera bianca con le spalline in pizzo e sopra una camicetta blu con le maniche a tre quarti, ai piedi le mie amate converse. Osservo la mia immagine nello specchio con aria affranta, avrei voluto essere carina per una volta, più elegante. Come quelle ragazze che mettono un vestito e sono bellissime e ammirate da tutti ma purtroppo non ci riesco... Calzoncini, canottiera, camicia e converse: questa sono io.

Arrivati davanti al residence con venti minuti di ritardo (colpa di Elena che è passata a prendere una sua amica), i ragazzi sono lì davanti che ci aspettano. Francesco sale subito in macchina di Elena, seguito da Stefano mentre Alessio, suo fratello, entra con me e Sara. Diego appare un po' indeciso ma alla fine sale anche lui con noi e si aggiunge Giacomo. Troviamo parcheggio nei pressi del lungomare mentre Elena, meno fortunata, deve fare molti giri della zona per trovarne uno. Mentre la aspettiamo iniziamo a passeggiare ed è già pieno di gente. Molti bar sparsi sulla spiaggia sono aperti e diffondono musica nell'ambiente circostante, servendo da bere più che altro a ragazzi/e di età non superiore ai diciassette anni. Scuoto la testa e mi concentro sulla strada davanti a me. C'è Diego che mi cammina davanti e non posso fare a meno di essere attratta da quel corpo così bello anche se avvolto in semplici vestiti, quali jeans al ginocchio e una t-shirt, credo, di Carlsberg.

Vicino a te non ho pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora