Capitolo 20

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I giorni stanno passando fin troppo lentamente e se penso che rivedrò Diego non prima di quattro mesi mi viene da piangere, è tantissimo tempo. Quattro mesi fa stavo per operarmi, mancava una settimana e mi sembra sia successo una vita fa. Non avevo preso in considerazione che da qui a quasi fine dicembre mancasse così tanto, quando ho deciso che sarei andata da lui. Ad ogni modo non sarei potuta andare prima, sta per affrontare l'ultimo anno e con solo la domenica libera e le cose da studiare per la maturità non so quanto ci saremmo potuti vedere. Dovrò resistere, non so come, dovrò farmi passare il tempo in qualche modo. Finalmente mio padre è andato dal tipo della scuola guida che doveva chiamarmi per le guide più di un mese fa, ha detto che è pieno ma se voglio posso farle dalle 6.30 alle 7.30. Chiaramente lui gli ha detto che andava bene senza nemmeno prima chiedermelo, non vedevo l'ora di alzarmi alle sei per andare a guidare. Col rincoglionimento che ho di prima mattina investirò qualcuno, me lo sento. Diego ha continuato a scrivermi ogni giorno e ogni sera mi saluta dicendomi 'a domani', non parliamo molto ma aspetto sempre con ansia il suo buongiorno al mattino. È bello parlare con lui, sto scoprendo che abbiamo diverse cose in comune, anche caratterialmente. Sto cercando di non entusiasmarmi troppo ma mi risulta difficile, mi piace ogni giorno di più...

Oggi ho la mia prima guida. Arrivo con dieci minuti di anticipo davanti alla scuola guida e aspetto che l'istruttore, Doroteo, arrivi. Che razza di nome che ha, speriamo non sia troppo severo, Elena mi diceva che il suo la insultava sempre e sbraitava al minimo errore. Mi tremano le mani e quando arriva inizio a sudare, avrei voluto guidare più volte per essere più sicura ora, putroppo invece c'è stata quell'unica volta alla zona industriale. Dopo aver sistemato il sedile, accesso le luci e messo la cintura mi dice già di mettere in moto. Prima di partire mi fa cambiare le marce senza guardare per vedere se riesco, poi subito in strada, precisamente in un incrocio che porta sulla statale, il posto ideale per la prima guida. Doroteo parla a raffica, sembra una macchinetta, mi fa domande sulla mia vita interrotte da qualche 'rallenta' qua e là mentre io prego che non ci sia nessuno ad attraversare sulle strisce, altrimenti potrei investirlo. Mi confonde con tutte queste domande, devo star concentrata sulla strada e pure su quello che mi dice lui, era meno faticoso l'esame di stato. Dopo una mezz'ora sulla statale trafficata mi porta in una zona più tranquilla per provare i parcheggi, sono abbastanza in ansia perché non ne ho mai fatto uno e lui vuole iniziare proprio con quello a esse. Dopo avermi spiegato le manovre necessarie inizio e in un batter d'occhio parcheggio, noto la sua espressione incredula e per i cinque minuti successivi continua a farmi i complimenti e a dire che non riesce a credere che non l'abbia mai fatto prima. Tornati davanti alla scuola guida mentre aspetto che vengano a prendermi, Doroteo riprende a congratularsi per come ho guidato e mi dice che sono proprio portata. E io che temevo di investire qualcuno!

Una volta a casa racconto la mia prima esperienza di guida a Diego, lui invece mi dice che dovrà dare la teoria verso metà settembre e che ancora non ha mai guidato. Mi fa strano che non abbia la macchina e questo mi ricorda i due anni di differenza che abbiamo, non riesco a non farmi paranoie su questa cosa, continuo a pensare che lui non può essere interessato a me in quel senso, sono troppo grande.

Come se non bastasse, la mia vocina interiore continua a tormentarmi dicendomi di lasciar perdere Diego prima che sia troppo tardi. Il problema è che è già troppo tardi, non potrei smettere di pensare a lui nemmeno se lo ignorassi per il resto dei miei giorni. Non posso lasciar perdere, quello che ho provato in sua presenza è qualcosa che non mi era mai capitato in vent'anni, devo assolutamente confessargli i miei sentimenti quando lo rivedrò. Probabilmente non avrò il coraggio di farlo guardandolo negli occhi ma qualcosa inventerò, potrei sempre scrivergli una lettera o qualcosa di simile, l'importante è che gli dica tutto.

"E se lui non contraccambia? Diciamocelo, è molto improbabile che provi le stesse cose che provi tu" si intromette la vocina.

Lo so... Ma sento di doverglielo dire. Non posso tenere questi sentimenti per me, devo esternarli, devo metterlo a conoscenza.

"E poi che farai? Sentiamo" continua.

Poi... Beh... Io...

"E' inutile che continui a rimandare, ti attacchi a qualsiasi cosa pur di posticipare l'inevitabile, sei a dir poco ridicola. Ora l'ultima tua trovata è un ragazzo che conosci appena, davvero vuoi affidare a lui il tuo destino? Se contraccambia ok, in caso contrario metterai in atto ciò che dovevi fare molto tempo fa. Che senso ha? Vuoi dare a lui la colpa di tutto? In base a cosa prova o non prova deciderai della tua vita? Non so più come fartelo capire che stai continuando a farti del male da sola, e probabilmente nemmeno stavolta riuscirò a farti desistere, basterebbe un minimo di buonsenso comunque"

Sono stanca di ascoltare la ragione, ormai ho deciso. Gli dirò quello che devo dirgli, poi la farò finita.

Vicino a te non ho pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora