Un'altra mattina uguale a tutte le altre. Mi sveglio, non posso alzarmi, fisso il soffitto, aspetto sia ora di pranzo. Controllo il cellulare ma chiaramente nessuno mi scrive. Ormai mi hanno abbandonato tutti. Sono tentata di scrivere a Sara, l'unica amica che mi è rimasta vicina, ma aspetterò che mi scriva lei. Non voglio essere invadente, se perdessi anche lei sarebbe la fine.
E' giugno. Ho perso la cognizione del tempo, credo sia martedì. Sono in convalescenza da un mesetto e sto ancora troppo male per alzarmi, troppo male per godermi la bella stagione che sta iniziando, troppo male per pensare a un futuro migliore. A dire il vero il fururo lo vedo male, finché sto così non potrò cercare un lavoro e finché non avrò un lavoro non cambierà nulla. Ammesso che riesca a trovarlo, ma lo ritengo improbabile. Con uno stupido diploma al liceo dove dovrei andare? Avrei dovuto fare l'università e avrei voluto farla, ma vai a spiegarlo ai miei. Mio padre ha preferito spendere soldi per lui e indebitarsi con mezzo mondo piuttosto che farmi studiare e l'opinione di mia mamma non conta nulla in questa casa.
Basta pensare a queste cose, mi fanno solo stare peggio, l'importante ora è finire la convalescenza e cercare qualcosa. Voglio andarmene di qui il prima possibile. Devo andarmene, questa non è vita.
Ascolto tutto il giorno il canticchiare degli uccellini e dei grilli la sera, a volte mi alzo per andare a vedere la tv sul divano ma poco perché stare seduta ancora mi fa male, a volte disegno, altre sfoglio riviste, gioco a carte da sola. Mi alzo per mangiare, amo mangiare, amo anche cucinare ma per ora devo evitare di stare troppo in piedi.
Sono depressa. Lo sono da circa un anno. Pensavo che dopo che mi sarei operata sarebbe cambiato tutto, che quando sarei stata di nuovo bene mi sarei sentita felice. Che quando avrei visto di poter di nuovo camminare e stare in piedi dritta senza dovermi sedere dopo mezzo minuto mi sarei sentita di nuovo viva. Non è così. Non so, credo addirittura di essere più depressa adesso. Con una sola amica, la famiglia che nemmeno ora che sono in convalescenza è più buona con me, senza lavoro e senza soldi. Mi sento una fallita.
Guardo fuori dalla finestra. I giorni passano e non succede mai niente. Non mi sento nemmeno parte del mondo. Mi sento un osservatore esterno. Vedo le vite degli altri che vanno avanti e la mia, che è sempre lì. Io che sono ferma, non vado avanti, vivo passivamente. Non è vero, io sopravvivo. A stento. Il problema è che non mi interessa. E nemmeno lo considero un problema.
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Vicino a te non ho paura
RomanceArianna è una ragazza di vent'anni con molti problemi alle spalle e altri che sta cercando di risolvere. La vita per lei è stata molto dura e né gli amici né la famiglia sembrano capire quanto stia male. Ha bisogno di aiuto, un aiuto che non arriva...