30. « Io mi sono già innamorato »

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« Ma perché è sempre in ritardo? » scoppiò Adam Nott, alla torre di astronomia in attesa della sua dolcissima Weasley.

Adam e Lucy erano strani, stavano praticamente insieme da molti mesi, ma nessuno dei due aveva mai ufficializzato e, soprattutto, solo in pochi erano a conoscenza di quello scambio di affissioni quotidiano.

Lucy si era seriamente arrabbiata con Adam quando lui non fece nulla per evitare quella stupida collaborazione anti Scorily - così li aveva soprannominati giocosamente lei. Ma Adam era stato così bravo a riacquistare punti, non si era arreso neanche per un giorno. E lei alla fine aveva ceduto.
Certo, era impossibile non cedere davanti ad un ragazzo che aveva ogni giorno qualcosa di bello da dirti o faceva qualcosa che potesse lasciar intendere che era degno di fiducia. Non erano gradi gesti, ma a Lucy andava bene così.

« Scusa immensamente il ritardo » disse Lucy, arrivando correndo e parandosi proprio davanti ad Adam. Lui fece per dirle qualcosa, ma lei fu più agile nei movimenti e lo baciò; Adam non ci mise molto a sciogliersi e lasciar perdere l'ennesimo ritardo, anche perché, sti cazzi dei ritardi, se me la potevo tenere per me tutto il tempo del mondo.

« Bel modo per farsi perdonare » ammise Adam, prendendo a baciare il collo della Weasley.

« Nott, non perdere tempo » lo ammonì Lucy, ridacchiando, « perché mi hai chiesto di venire qui? »

« Ah, giusto » ricordò Adam, per poi ricomporsi e schiarire la voce. « Lucy sai che mi piaci molto e sai anche molto bene il perché. Ma ovviamente te lo ripeto, sei dinamite pura per me, mi fai uscire dai miei schemi pre impostati e, anche se per questo mi fai uscire completamente di testa e mi farai finire al San Mungo, vorrei chiederti di stare ufficialmente con me. Basta segreti e basta con i nascondigli. »

Lucy arrossì ed era completamente euforica dalla richiesta del ragazzo che, tra i sorrisi, emise un leggero "sì" per poi tornare a baciare il suo ragazzo.

~

Dopo aver finito l'incontro dei Potter, i tre fratelli si diressero nella Sala comune dei Grifondoro. James sarebbe rimasto per il fine settimana ad Hogwarts - il bello di essere il figlio di Harry Potter era che anche nella scuola un leggerissimo privilegio potevi permettertelo, infondo era sempre il Salvatore del mondo magico - e avrebbe dormito nella sua vecchia stanza con Fred.

Per questo Albus acconsentì a seguire i fratelli nella tana del grifone, senza pensare alle conseguenze che un incontro con Alice potevano portare.

Quindi, quando James e Lily salirono verso il dormitorio maschile, Albus decise semplicemente di aspettarli nella Sala. Non era di certo uno stupido masochista, ma in realtà un po' ci sperava nel vedere Alice. D'altronde, non le parlava da un mese, ma era da un mese che molto spesso si ritrovava a cercare il suo nome sulla Mappa del Malandrino - o quantomeno, ogni volta che era il suo turno di averla.

E come se ogni volta si trattasse del destino, Albus si ritrovò a fissare Alice scendere le scale del dormitorio femminile, bella come sempre.

Nello stesso momento, quasi per fortuna, scesero anche James e Lily.

« James Potter » esclamò Alice, abbracciando l'unico Potter maschio che aveva ancora un briciolo della sua attenzione - non considerando Potter senior -.

« Paciock, ti vedo raggiante » scherzò James, una chiara frecciatina al fratello - perché di certo non aveva alcun merito di quella felicità -, ricambiando l'abbraccio.

« Diciamo che ho trovato il modo per sfogare la mia frustrazione » ammise Alice. James era sconvolto e molto divertito dalla piega che stava prendendo la conversazione, mentre Lily ne era già stufa.

Albus rimase scioccato dalla frase che aveva appena sparato la sua ex ragazza, « maturo da parte tua, almeno io non vengo a sbatterti in faccia la mia storia con Kira. »

« L'hai appena fatto » constatò Alice.

« Ma perché non vi comportate civilmente? » sbottò Lily, « siete stati amici per tanto tempo, che vi costa essere civili? »

« Civili nel senso amici? » chiese Alice.

« Io te l'avevo proposto » rispose Albus, parandosi davanti alla sua ex, come se James e Lily neanche ci fossero.

« Parlatene » disse Lily, per poi tirarsi dietro James - che tutto voleva tranne che uscire da quella stanza, però le donne di casa Potter portavano i pantaloni in molte situazioni.

« Vuoi essere mio amico? » domandò Alice, con il tono di un bambino che chiedeva ad un altro bambino appena conosciuto al parco se volesse essere il suo nuovo migliore amico.

« Sei e sarai importante per me, non credo che essere amici ci farà male » disse Albus, appoggiandosi allo schienale del divano in pelle. Alice lo imitò.

« Allora facciamo gli amici » si arrese Alice, ma infondo era contenta di poter in qualche modo riavere Albus nella sua vita, senza dover stare sull'attenti quando lo vedeva.

Albus fece sbattere la sua spalla contro quella di Alice, che rise e fece lo stesso, « questo è da amici! »

Alice gli diede un pugno amichevole sul braccio, « grandi amici! » esclamò poi. Entrambi risero, ma c'era ancora un po' di imbarazzo tra di loro. « Comunque, se vuoi, puoi raccontarmi come va con Kira.. è questo che fanno gli amici, si danno consigli. Giuro che non mi arrabbio! »

« Facciamo prima a non parlare di queste cose » ammise Albus, al quale non mancavano per niente tutte le loro litigate.

« Già, hai ragione » condivise Alice, « tu non mi parli di - e mimò - Kira. »

« E tu non mi parli di - mimò anche lui - Louis. »

« Si, quantomeno finché non proviamo qualcosa di forte e veritiero per qualcuno » continuò Alice, lasciando perplesso Albus, per poi mettersi in piedi davanti a lui e porgendogli la mano, disse sorridente: « facciamo questo patto! Non si parla di cottarelle fugaci finché non ci innamoriamo veramente. »

Albus si trovò un enorme bivio davanti? Verità o bugia?
« Alice, io mi sono già innamorato di Kira. »
Scelse verità.

Alice rimase ferma un secondo, per capire se lui scherzasse, ma quando vide lo sguardo serio di Albus su di lei, capì tutto. Come faceva ad essersi già innamorato di Kira se fino ad un mese fa stava con lui?

La Paciock indietreggiò di poco, ma stava quasi per inciampare, per cui gli voltò le spalle e andò via dalla Sala comune. Però prima si girò un'ultima volta a guardare Albus.

Rabbia e tristezza, questo fu ciò che lesse Albus sul volto di Alice e si sentiva davvero in colpa per questo.




Siamo a -5 capitoli per la fine della storia ):
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