Sfoghi

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Draco e Cassandra camminavano tra le macerie causate dalle esplosioni dell'ultima battaglia.
Hogwarts era completamente distrutta e i muri, un tempo decorati con dei pregiati arazzi, erano cosparsi da macchie di sangue.
Hogwarts non era più Hogwarts e per Draco significava che la sua casa era completamente distrutta.
Non si era mai sentito a suo agio a Malfoy Manor ma quando era arrivato in quella scuola  era cambiato tutto.
Lì, in quel castello sperduto da qualche parte in Scozia, si sentiva ben voluto e non doveva preoccuparsi di portare una maschera di completa freddezza.
Proprio per questo, era strano per lui trovarsi in mezzo alle macerie e a quello che rimaneva di quei sontuosi arazzi e quadri.
Si girò a guardare sua cugina: era da quando aveva cinque anni che non la vedeva e la ricordava come la sorella che non aveva mai avuto.
Si ricordava quando non riusciva a dormire e andava nel letto di Cassandra.
Si ricordava quando lei lo accompagnava a prendere un gelato a Diagon Alley.
Si ricordava di quando lo abbracciava e lui si sentiva, finalmente, a casa.
Le voleva bene e, quando l'aveva vista varcare la soglia della Sala Grande, era riuscito a ritrovare un briciolo di felicità.
Ma sua cugina, ormai, era una bellissima giovane donna e della quattordicenne che Draco ricordava era rimasto poco e niente.
«Raccontami qualcosa» disse Cassandra rompendo il silenzio che si era creato tra di loro.
Cosa le poteva raccontare?
Il suo essere Mangiamorte?
La sua imminente condanna?
O il tentato omicidio di Albus Silente?
Voleva davvero che sua cugina scoprisse le sue colpe peggiori?
«Cosa vuoi sapere?» le rispose, cercando di non sembrare troppo pensieroso.
Cassandra corrugò le sopracciglia e guardò storto il cugino.
Poi sul suo viso pallido comparve un ghigno beffardo.
«Sai» iniziò lei sarcasticamente «È appena finita una guerra»
«Fin qui c'ero arrivato» proclamò ironicamente Draco indicando i massi sul pavimento.
«Più cresci, più assomigli a tuo padre» constatò lei quasi irritata.
Sapeva benissimo che Cassandra non adorava suo padre ma neanche lui andava fiero di essere figlio di Lucius Malfoy.
«Allora? Cosa hai combinato in questi anni?» cambiò discorso Draco.
Non sapeva niente della vita della cugina da quella breve vacanza che aveva passato al Malfoy Manor nel lontano 1985.
Da quello che ne sapeva, poteva essere diventata una modella o un indicibile.
«Mi sono diplomata e subito dopo mi sono sposata» rispose lei non entrando nei particolari.
Draco la guardò stupito: non si aspettava una risposta del genere ma, in fin dei conti, era anche normale per dei Purosangue sposarsi presto.
«Chi è il fortunato a doverti sopportare per il resto della sua vita?» le chiese poi.
«Julian Rosier»
«Ah»
I due scoppiarono a ridere come da bambini e, per un momento, Hogwarts sembrò ritornare quella di sempre.
«Non è venuto» continuò Draco riferendosi al marito della cugina.
«Doveva lavorare e badare a mio figlio» constatò Cassandra lasciando di stucco il cugino.
«Tuo figlio?» chiese Draco stupendosi ancora di più della precocità della cugina.
Va bene, Cassandra aveva ventisette anni e non era irresponsabile ma Draco avrebbe aspettato i quarant'anni prima di figliare.
«Si, Draco, mio figlio. Non dirmi che ti devo spiegare come si concepiscono i bambini?!»
«Ne faccio a meno, grazie» proclamò Draco facendo sorridere la cugina.
«Come si chiama?»
«Altair»
«Quanti anni ha?»
«Tre»
«E Antares come sta?» chiese Draco cambiando repentinamente discorso.
Aveva un buon rapporto con il cugino ma preferivano passare il loro tempo libero con altre persone.
«Lascia perdere»
Cassandra si era irrigidita tutto ad un tratto e aveva abbassato repentinamente lo sguardo.
Probabilmente, non era il momento di approfondire l'argomento.
Era sicuramente successo qualcosa di brutto al cugino e Draco ne voleva sapere di più.
«Comunque anche Antares ha un figlio» gli rivelò Cassandra cercando di far slittare il discorso precedente «Si chiama Atlas ed ha la stessa età di mio figlio».
Draco annuì e pensò di essersi allontanato troppo dalla vita dei suoi cugini.
Erano tutti cresciuti e si doveva aspettare delle risposte del genere.
«E tu cosa hai fatto?» gli chiese Cassandra guardandolo dritto negli occhi.
«Ho combattuto una guerra»
«Fin qui c'ero arrivata» lo canzonò lei provando ad imitare la sua voce.
Draco alzò la manica sinistra rivelando il Marchio Nero.
Cassandra ritornò seria e fissò il marchio attentamente.
«Mi condanneranno» proclamò Draco malinconicamente.
«Andrà tutto bene» affermò, invece, Cassandra «Hai ucciso qualcuno?»
«No»
«Hai torturato qualcuno?»
«No»
«Hai commesso qualche crimine?»
«No»
Sul viso di Cassandra, spuntò un meraviglioso sorriso e Draco sorrise di rimando.
«Non ti possono accusare se non hai fatto niente».
«Ho il marchio. Sono un Mangiamorte» ribatté Draco incupendosi.
«Non centra» replicò Cassandra fermandosi e guardandolo.
«Si,invece!» esclamò Draco visibilmente irritato «Sono un Malfoy. Sono il figlio di Lucius Malfoy, che guarda caso è un Mangiamorte!»
«E con questo? Io sono figlia di Bellatrix Lestrange e sai benissimo quello che ha combinato mia madre!» urlò Cassandra puntando l'indice verso il cugino «Mi sono rifatta una vita, non ho seguito le ideologie dei miei genitori e, adesso, tu mi dici che ti sbatteranno ad Azkaban!»
Draco voleva ribattere ma non fece in tempo.
«Noi possiamo decidere il nostro futuro! Noi possiamo essere chi vogliamo e non dobbiamo, per forza, seguire i nostri genitori! Tu non hai fatto niente e probabilmente ti toccherà solo pagare dei risarcimenti!»
Draco abbassò sconfitto lo sguardo: sua cugina aveva ragione, lei aveva sempre ragione ma, allora, perché le sue rassicurazioni non lo convincevano del tutto?
Perché pensava che Cassandra si stesse sbagliando?
Lui sarebbe andato ad Azkaban e non avrebbe più rivisto Astoria.
Andrà sicuramente così e Draco non poteva farci niente.
«Devi rifarti una vita» gli consigliò Cassandra ricominciando a passeggiare.
Lui sapeva di dover seguire quel consiglio ma metterlo in pratica era più difficile del previsto.
Dopotutto, chi avrebbe mai assunto un ex Mangiamorte?
Però, Draco annuì, cercando di calmare Cassandra.
In quel momento, un gufo planò verso di loro e si posò su una roccia lì vicino.
Il gufo mostrò una lettera che teneva legata alle zampe e Cassandra la prese velocemente.

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