Diagon Alley

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«Non è possibile che il Ministero non abbia ancora iniziato i processi!» esclamò Blaise Zabini ma Draco non lo stava ascoltando.
Erano seduti su un tavolino a Diagon Alley, volevano chiacchierare e sentirsi, finalmente, dei comunissimi adolescenti.
Era strano vedere la via, dopo alcuni anni, così piena di vita, i bambini guardavano emozionati i nuovi modelli di scopa.
Draco si ricordava perfettamente la prima volta in cui aveva visitato Diagon Alley e, in quel momento, avrebbe voluto ritornare ad essere quel bambino spensierato.
«Prima devono arrestare tutti i latitanti» affermò Theodore, riscuotendo Draco dai suoi pensieri «In ogni caso, non vedo l'ora di vedere mio padre marcire in una cella»
Draco storse il naso: lui, suo padre e i suoi zii sarebbero stati incarcerati da lì a breve e sua madre sarebbe rimasta irrimediabilmente sola.
Draco sapeva che sua madre stava cercando di riallacciare i rapporti con la signora Tonks, ma a che scopo?
Dopo tanti anni di separazione, di rabbia e di dolore, sarebbero riuscite a ritornare ad essere sorelle?
Per lui, era quasi impossibile, ma, in ogni caso, Draco era quasi divertito dall'inutile tentativo della madre; aveva, però, paura dell'imminente processo.
Quella sarebbe stata la fine: non avrebbe più rivisto i suoi amici, sua madre e i suoi cugini; tutto sarebbe finito e probabilmente era la soluzione migliore.
«Vorresti vedere anche me marcire in una cella?» gli chiese Draco, la voce melliflua.
Theodore alzò gli occhi al cielo, quasi infastidito dalla domanda.
«Vedrai che non ti buttano dentro» proclamò Goyle finendo il suo bicchiere di Burrobirra «Dopotutto, hanno assolto Rabastan Lestrange»
«Soltanto, perché ha ingravidato una» ribatté Draco ghignando.
Zabini e Nott lo guardarono impassibili, Goyle alzò un sopracciglio visibilmente sorpreso mentre Daphne, Pansy e Astoria lo guardarono stupite.
«Beh...La soluzione è solo una: se vuoi essere assolto, devi diventare padre» gli consigliò Blaise facendo ridere tutti.
A Draco piaceva il modo di scherzare dei suoi amici: riuscivano a sdrammatizzare qualsiasi situazione.
Inoltre, erano così tranquilli soltanto quando erano insieme, come se fossero gli unici ad avere il permesso di vedere il vero carattere degli altri.
Erano diventati una famiglia negli ultimi anni, erano così simili da non poter non essere amici; stavano bene insieme e probabilmente gli sarebbe servito avere dei rapporti così intimi con determinate persone.
«Vuoi davvero un piccolo Malfoy tra i piedi?» replicò sarcastica Daphne guardando intensamente Zabini «Magari, è pure arrogante»
«Grazie Daphne» la ringraziò ironico Draco «io mi preoccuperei ad avere un piccolo Zabini»
Daphne alzò gli occhi al cielo mentre Blaise lo mandò bellamente a quel paese; Theodore e Gregory ghignavano divertiti e Pansy sfoggiava un sorrisetto ironico.
Poi Draco guardò Astoria e si perse ad osservarla: era così piccola e fragile che aveva paura di romperla solo con uno sguardo.
Assomigliava a una bambola di porcellana e una strana sensazione si insidiò nel suo stomaco: sembrava che stesse per implodere.
«Secondo me, dovrai pagare dei risarcimenti» gli disse Pansy tamburellando con le dita sul tavolo.
«Forse» proclamò infine Draco alzando le spalle «In ogni caso dovrò scontare una pena»
«Su questo non c'era nessun dubbio» proclamò Theodore giocherellando con un anello di famiglia «In ogni caso, non ti condanneranno mai alla pena massima»
«Devo andare, comunque. Ho un appuntamento con il mio Maginotaio per l'eredità» continuò Theodore alzandosi e sistemando il completo scuro.
Li salutò con un cenno della mano e poi si incamminò lungo la strada affollata.
Dopo poco, anche Goyle dovette andare e così Draco rimase con le ragazze e Blaise.
«Mi dispiace per Theodore» disse Pansy pensierosa «E anche per Gregory,ovvio»
«Devono semplicemente diventare i capifamiglia prima del dovuto. Prima o poi, toccherà a tutti noi» ribatté Blaise indifferente «Siamo stati cresciuti per questo ed è un nostro dovere»
«Ma hanno appena diciotto anni!» replicò Pansy stupefatta dalla risposta dell'amico.
«Non ti scaldare,Pansy. Blaise ha ragione: è il nostro destino e Nott e Goyle hanno dovuto soltanto compierlo prima del previsto» li conciliò Daphne tranquillamente.
Anche Draco credeva che la reazione di Pansy fosse stata troppo strana ma non ci dava peso.
Dopotutto, lui non capiva le donne: cambiavano opinione da un momento all'altro ed erano troppo competitive tra di loro.
Lui non le capiva proprio ma ne era irrimediabilmente attratto.
Era attratto, soprattutto, da Astoria, che era stata zitta per tutto il pomeriggio ed ora lo stava guardando sorridente.
Avrebbe fatto di tutto per lei: avrebbe perfino ucciso così da poterle dimostrare quanto ci tenesse a lei.
Le sorrise di rimando e, per un lungo istante, l'unica ragione di vita per Draco fu Astoria: la vide venirgli incontro all'altare accompagnata da suo padre, la vide cullare il loro futuro bambino e, infine, la vide invecchiare con lui.
Fu solo un secondo, il secondo migliore della sua vita, ma capì che non doveva perderla, non doveva impedire al corso degli eventi di bloccarlo a un passo dalla felicità.
Si alzò lentamente sotto lo sguardo indagatore degli amici, fece il giro del tavolo e si ritrovò di fronte ad Astoria.
Le porse una mano e lei la prese curiosa, si ritrovarono uno di fronte all'altro.
«Vieni a fare un giro? Da soli, intendo» le chiese tranquillamente e lei annuì con un movimento impercettibile del capo.
Si allontanarono dal tavolino sotto gli sguardi stupiti e compiaciuti degli amici e si ritrovarono a passeggiare nella via affollata.
Tutto sembrava tornato alla normalità: i bambini correvano da tutte le parti e spiaccicavano i loro nasi contro le vetrine colorate, le madri seguivano con lo sguardo i figli mentre chiacchieravano con delle vecchie compagne di Hogwarts.
Astoria era raggiante al suo fianco e guardava incuriosita i bambini scappare da tutte le parti, sembrava che volesse abbracciarli tutti.
«Come stai, Draco?»
Era una domanda estremamente semplice ma lo turbò profondamente: come le doveva rispondere?
Sto bene? Sto male?
Qual era la risposta che Astoria si aspettava?
La guardò negli occhi e un'imitazione di un sorriso gli apparve sul viso pallido.
«Come al solito» le rispose enigmatico e per un istante la vide incupirsi.
Continuarono a camminare in silenzio: in quegli istanti, le parole non servivano.

Angolo dell'autrice

Questo è un capitolo molto statico e non accade niente in particolare, tranne per l'approfondimento psicologico di Draco.
Non sono pienamente soddisfatta ma a metà stesura del capitolo ho avuto una specie di blocco dello scrittore.
In ogni caso, non so quando arriverà il prossimo capitolo, probabilmente tra due settimane ma provo a farlo uscire prima.
Buona lettura!

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