Cassandra aspettava il fratello nell'ingresso del Lestrange Manor con Altair che ammirava le punte delle sue scarpe.
Dovevano andare al funerale dei caduti ad Hogwarts e Cassandra non pensava nemmeno di lasciare suo figlio con degli assassini.
Quindi, lo aveva vestito di tutto punto e adesso stava aspettando quel ritardatario di Antares.
Voleva bene al fratello, era stato per anni la sua unica famiglia, ma non sopportava doverlo sempre aspettare.
Antares arrivò poco dopo: indossava un completo nero,come suo solito, ma i capelli,quel giorno, aveva deciso di lasciarli sciolti.
«Finalmente!» esclamò Cassandra vedendo il fratello.
Stavano per uscire quando arrivarono Rodolphus e Bellatrix.
Cassandra si irrigidì sul posto e notò che Antares era diventato di colpo impassibile.
Non si fidava di loro, non dopo tutto quello che le avevano fatto e che le avrebbero potuto fare.
Erano degli spietati assassini e tali sarebbero sempre stati ai suoi occhi.
Inoltre, non voleva che Altair si affezionasse in qualche modo a quei due per poi vederlo soffrire.
Sì, la scelta giusta era restare distaccati e freddi.
«Andate via?» chiese Rodolphus titubante.
Neanche lui sapeva come rapportarsi con i figli.
Antares annuì per poi dire:
«Oggi ci sono i funerali»
Cassandra notò che Antares guardava freddamente la madre: sapeva quanto il fratello era legato a Ninfadora e sapere che l'assassino era proprio sua madre...
Di certo, non l'avrebbe perdonata facilmente, né lei, né Antares.
Vide suo padre esitante e non avrebbe mai immaginato che un uomo come Rodolphus Lestrange potesse comportarsi così.
«Volete portare anche Altair?» la voce profonda di suo padre la fece riscuotere dai suoi pensieri.
Sapeva perfettamente che portare un bambino a un funerale non era la scelta più conveniente da fare ma neanche lasciarlo con degli assassini era saggio.
«Lasciatelo con noi» suggerì Rodolphus titubante.
Cassandra guardò Antares e vide l'esitazione negli occhi del fratello: probabilmente, non si fidava neanche lui.
«Ci sono gli Auror» li ammonì Cassandra per poi spingere Altair verso i genitori.
Il bambino fissò stranito la madre per poi raggiungere cautamente i nonni.
«Torneremo il prima possibile» disse Antares per poi smaterializzare sia lui, sia Cassandra.
Qualche istante dopo, arrivarono nel grande parco di Hogwarts, dove le difese magiche erano state abbassate per facilitare l'arrivo dei parenti delle vittime.
Il castello, grazie all'aiuto di molti maghi e streghe, era stato ricostruito facilmente ed ora si ergeva imponente sopra al gigantesco parco.
Erano state posizionate numerose file di seggiole davanti alle tombe e un leggio in acero spiccava fra tutto.
Fanny la fenice volava cantando malinconicamente mentre le sirene erano emerse dal Lago Nero per assistere al rito.
Cassandra notò le zie sedute nelle ultime file e con Antares le raggiunse.
Appena le due donne notarono i due nipoti, li salutarono con degli sguardi tristi mentre il piccolo Teddy li regalò uno dei suoi migliori sorrisi.
Quel bambino non si rendeva minimamente conto della situazione che stava vivendo e, secondo Cassandra, era quasi un bene.
Antares e Cassandra si sedettero di fianco alle zie e le due donne li guardarono maternamente.
Erano i loro nipoti e non era giusto che pagassero le colpe dei loro genitori.
«Bella non si è attentata a venire, vero?» chiese amaramente Narcissa sperando che la sorella maggiore si pentisse delle sue colpe.
«È a casa con mio figlio» rispose Cassandra cercando di nascondere la preoccupazione.
Non si fidava minimamente delle sue scelte e preferiva tornare al Manor il più velocemente possibile.
Intanto, la cerimonia iniziò e il neo eletto Ministro della Magia Kingsley Shacklebolt cominciò il discorso:
«Oggi siamo qui per commemorare gli eroi che hanno dato la loro vita per liberarci dal marcio che distruggeva la nostra società.
Oggi non deve essere soltanto un funerale: oggi è un nuovo inizio.
Rendiamo orgogliosi coloro che hanno combattuto con valore ricordandoli con il massimo rispetto»
Il Ministro prese un respiro e cominciò a leggere i nomi dei caduti:
«...Fred Weasley, Ninfadora Tonks, Remus Lupin, Severus Piton...»
La cerimonia si concluse poco dopo con i pianti dei presenti.
Nessuno riusciva ancora ad essere pienamente felice ma la prospettiva di un futuro senza dolore rese l'atmosfera molto più leggera.
Cassandra sospirò profondamente: tutta quella povera gente aveva perso qualcuno e lei non riusciva a non sentirsi fuori luogo.
Dopotutto, i suoi genitori avevano assassinato molte vittime, tra cui sua cugina Dora.
Quando l'aveva conosciuta, quasi una decina di anni prima, la trovava infantile e imbranata ma, dopo averla conosciuta meglio, aveva stretto una sincera amicizia con la ragazza.
Era perfino andata al suo matrimonio, dove aveva conosciuto sua zia Andromeda, mentre Dora era venuta al suo.
Sorrise al pensiero di una Dora diciottenne che si era presentata al matrimonio con i capelli di un eccentrico blu elettrico.
Si girò a guardare le zie che piangevano sommessamente: non si sarebbe mai aspettata che quelle due, due Black, piangessero in pubblico.
Non se lo aspettava ma non disse niente per non incorrere nell'ira delle due donne.
Invece, li fece cenno di spostarsi così avrebbero potuto parlare più tranquillamente.
Le due annuirono e seguirono Cassandra e Antares in un angolo appartato del cortile.
«Quando siamo arrivati, dopo la battaglia non abbiamo avuto l'occasione di salutarci» iniziò Antares sorridendo alle due donne.
Cassandra imitò il fratello e Narcissa Malfoy non fece altro che abbracciare i due nipoti.
Dopotutto, non si vedevano da anni e la zia probabilmente aveva sentito la loro mancanza.
Con Andromeda era tutto diverso e Cassandra non sapeva bene come comportarsi con la donna.
Ma la zia la stupì ancora una volta: le sorrise teneramente come a voler dire che non le stava dando la colpa della morte della figlia.
Così, Cassandra si avvicinò alla donna e guardò amorevolmente il piccolo Teddy in braccio ad Andromeda.
La zia glielo passò e Cassandra lo prese dolcemente in braccio.
In quel momento, si sentì stringere amorevolmente la vita.
Si girò e vide il volto olivastro di Julian.
Nonostante la madre morente, suo marito era riuscito a venire e ritagliare un po' di tempo per lei.
Lo amava e di questo era certa.
Julian la baciò sulla fronte poi si concentrò sul piccolo Teddy, che, allo sguardo dell'uomo, assunse la sua stessa tonalità di capelli.
«Vuol dire che gli piaci» disse Andromeda fissando Julian.
Il ragazzo sorrise all'affermazione della donna.
E si mise a fare le pernacchie a un sorridente Teddy Lupin.
Antares presentò Julian alle zie:
«Amico, loro sono le mie splendide zie mentre lui è Julian, il marito di Cassandra»
Julian fece un elegante baciamano alle due donne, le quali si stupirono della formalità del gesto.
«Sei il figlio di Evan Rosier, vero?» chiese Narcissa ricordando ormai il defunto cugino.
Il ragazzo annuì e accennò un sorriso alle due donne.
«Sei uguale a lui» gli disse Andromeda cercando di fare conversazione.
«Lo prendo come un complimento» affermò Julian un po' imbarazzato.
Non si sentiva paragonare al padre da una vita ormai e, per certi versi, era stato meglio così.
Cassandra osservava teneramente il piccolo Teddy: era uguale a Dora e sperò, per un istante, che il neonato si trasformasse nella cugina.
Era un pensiero stupido e lei lo sapeva, ma non riusciva a non pensarci, era più forte di lei.
Ridiede Teddy alla zia e il bambino sembrò dispiaciuto per l'allontanamento da Cassandra, o almeno lei ci sperava.
«Dov'è Altair?» chiese Julian guardando la moglie.
Cassandra si irrigidì: sapeva che la notizia che stava per dare al marito non sarebbe stata di suo gradimento.
«È con i miei genitori» gli rispose Antares salvandola da una brutta litigata «stavamo per tornare al Manor»
Per una volta, Cassandra voleva ringraziare il fratello per i suoi interventi.
Julian annuì pensieroso e Cassandra immaginò che stava acconsentendo soltanto per non litigare.
«Forse dovrei andare anch'io» disse invece freddamente.
«Come sta tua madre?» gli chiese Antares dando una pacca sulla spalla all'amico.
« Secondo il Medimago, è questione di giorni »
Cassandra strinse la mano del marito e Julian le sorrise malinconicamente.
Sapeva quanto il marito volesse bene alla madre e vederla morente non era proprio il massimo.
Non immaginava neanche cosa avrebbe fatto alla morte dei suoi genitori se fosse stata minimamente legata a loro.
«Allora vado» disse Julian salutando i presenti per poi smaterializzarsi.
Dopo aver salutato le zie, Antares e Cassandra si smaterializzarono al Manor trovando tutto come l'avevano lasciato.
Entrarono velocemente in casa e si fiondarono nel salotto adibito alla famiglia.
La scena che si presentò davanti a loro, li stupì: Bellatrix ed Altair erano addormentati sul divano in pelle e la donna stringeva amorevolmente il nipote al petto.
Rodolphus era seduto su una poltrona di fianco al divano e leggeva il nuovo numero della "Gazzetta del Profeta".
Si accorse subito dell'arrivo dei figli e li fece cenno di uscire dalla stanza.
I tre uscirono e Rodolphus guardò i figli come per dirli " ve l'avevo detto".
«Quindi è tutto a posto» constatò Cassandra ancora sorpresa dal comportamento dei genitori.
Si sarebbe aspettata di tutto tranne quello ma, in cuor suo, era felice della piega che aveva preso la situazione.
«Non siamo così stupidi da uccidere un bambino con la casa circondata dagli Auror» esclamò Rodolphus sarcasticamente.
Cassandra non sapeva che fare e decise, semplicemente, di andarsene.
Avrebbe chiarito la situazione il giorno dopo.Angolo dell'autrice
Questo è un nuovo capitolo e non so cosa dire.
Tutto questo serviva per far capire che in Bella e Rod si sta smuovendo qualcosa anche se non vogliono ammetterlo.
Buona lettura!
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Una nuova vita
FanfictionE se Bellatrix e Rodolphus Lestrange non fossero morti alla fine della 2ª Guerra Magica? E se avessero pure due figli? I due Mangiamorte riusciranno a scampare ad Azkaban o dovranno prendersi finalmente le loro responsabilità? . . . . . Questa stori...