✨Capitolo 2✨

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Passarono sei mesi.

Iniziavo a stare sempre con loro, quando non dovevano andare al lavoro.
Trovai un posto in una gelateria vicino al centro e passavo la maggior parte dei pomeriggi a lavorare.

Avevo lo stesso giorno libero di Lloyd e Cole, quindi uscivamo sempre noi tre insieme.

Inutile nascondere che stavo iniziando a provare qualcosa, ma non riuscivo a capire per chi.

Con gli altri tre avevo un rapporto di solida amicizia e ne ero molto felice.
Non volevo però far pensare alle ragazze cose strane e non vere, quindi cercai di essere un po' più distaccata con loro, com'è giusto che sia...

Con le ragazze non sapevo come comportarmi, non ero molto abituata ad... avere amiche: ho vissuto la mia intera vita con Ash, stavo meglio con i ragazzi.

Ultima cosa: nonostante fossi la più piccola di tutti, mi facevano sentire a loro agio e ne ero molto grata.

Per quanto riguarda la band, ci divertivamo moltissimo a suonare tutti insieme e alla fine riuscirono a convincermi di cantare. Dopo la prima volta, non mi vergognai piú e continuai a far sentire la mia voce senza problemi, aiutando le ragazze come mi aveva chiesto Cole.
Decidemmo infatti che tutti potevano cantare (escluso Cole che non riusciva proprio ad azzeccare una nota) e ci venne l'idea di aggiingere qualche coreografia nei pezzi, alternati alle parti in cui eravamo noi a suonare.

Facemmo un profilo instagram della band (che ancora non aveva un nome), mettemmo qualche video e piano piano gli ascolti e i followers iniziarono a crescere.

Stavo finalmente avendo una mia vita.

«Lloyd! Vieni qui!» urlai contro il biondino mentre lo stavo inseguendo cercando di riprendere ciò che mi apparteneva.
«Non ci penso nemmeno! Questa sciarpa mi dona, vero?» disse fermandosi e mettendosela al collo. Scoppiai a ridere.
«Tieni» aggiunse poi ridendo.
«Ascolta, oggi hai qualcosa da fare?» mi chiese dopo avermi messo la sciarpa.
«Esco da lavoro alle cinque, ma poi sono libera»
«Ecco... pensavo di andare al cinema a vederci qualcosa, ti va?» lo vidi arrossire un po' e sorrise, mostrando le sue dannatissime fossette.
Si passò una mano fra i capelli, come faceva ogni volta che era nervoso.

«Noi due... soli?» dissi balbettando.
Ragazzi, quel sorriso mi metteva K.O.
«Se vuoi chiediamo agli alt-»
«No no va benissimo!»
Sapevo di essere un po' arrossita, dannazione.
«Bene, ti passo a prendere alle sei.»
«Se vuoi vieni anche prima. Io fino alle cinque sono al lavoro ma Ash è a casa, puoi fargli compagnia.»
«Perfetto.»

Quel giorno sarei dovuta tornare a casa a piedi, poiché mio fratello era a malato.
Guardai fuori: stava nevicando e le strade iniziavano a diventare bianche.
«Layn, come torni a casa?»
«A piedi.»
«Ti prenderai qualcosa, ti accompagno io.»
«Se non ti disturbo.»
«Non mi disturberai mai.»
«Dolce» gli sorrisi e lo vidi arrossire.
Questa cosa mi fece ancora più tenerezza.

«Dai, sali» mi disse aprendomi lo sportello dopo essere usciti da scuola finite le lezioni.

Durante il viaggio ridemmo e scherzammo quando, ad un certo punto, Lloyd mi fece una domanda un po' scomoda.

«Ascolta Layn... ma i tuoi genitori?»

Ho sempre odiato questa domanda. Le persone dovevano farsi i fatti loro. Ma me l'avevo chiesto Lloyd, lui non era come gli altri.

«Non so molto sui miei. Non so nulla sulla mia vera madre: quella di Ash e Sammie non mi vuole. Infatti sono cresciuta con mio padre, anche se non mi ricordo nulla di lui. Quando morì, Ash si prese cura di me.»
«Quindi Ash è come un padre per te...»
«Eh già. È stato lui a dirmi della collana.»
«Quella che porti?»
«Si.»

Destino Incontrollabile - ᴏʀɪɢɪɴᴀʟDove le storie prendono vita. Scoprilo ora