✨Capitolo 12✨

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Andammo al centro di Ninjago City e facemmo pranzo grazie allo street food.  Le ragazze vollero fare un giro nel centro commerciale e mi obbligarono ad andare con loro. Restammo tutto il pomeriggio lì dentro e mi sentivo scoppiare.  Mentre Nya si stava provando un vestito, ebbi ancora una volta i conati di vomito e corsi in bagno seguita da Skylor. Preoccupati, tornammo a casa.  Poco dopo arrivarono gli altri e finimmo la serata guardandoci un film. Monotono.  Tutto. Troppo. Monotono. Il giorno dopo il sensei mi diede alcune tisane che dovevano fermare i miei continui svuotamenti di stomaco "non molto graditi" e per un po' mi sentii meglio. È inutile raccontarvi gli avvenimenti delle settimane seguenti: allenamento, prove della band, film, allenamenti, lotte varie, scherzetti. Quando Ash tornò dopo essere stato altri due giorni dalla sua ragazza, ci disse che eravamo tutti invitati dal padre di Erika alla sua piscina: non ce lo facemmo ripetere due volte.  Il mattino dopo eravamo tutti armati di costume e crema solare.  Il sensei ci diede l'autorizzazione ad andare, ma si consiglia di tenere sempre gli occhi aperti, nel caso in cui il mio dolce papino si facesse vivo.

«Ricordatevi che può essere chiunque: un fantasma può impossessare il corpo di tutti.» fu l'ultima frase che ci disse.

Nei giorni precedenti tra me e Cole non c'era più il rapporto di prima: parlavamo poco, era difficile guardarci negli occhi e tutti lo notarono. Lloyd mi stette vicino ma non in modo eccessivo (come faceva prima) e gliene fui grata. Continuavamo lo stesso ad allenarci noi tre e piano piano stavo controllando i miei poteri d'argento. Quella mattina Cole era di buon'umore e la cosa mi fece piacere: come io stavo soffrendo anche lui lo stava facendo. Lo salutai con un sorriso che lui ricambiò subito. 

«Pronta per la giornata?» mi chiese.
«Abbastanza» risposi.
Arrivati ​​anche tutti gli altri, decidemmo di prendere le macchine di Lloyd e l'altra, che usavano tutti a turni: qui salimmo io e le ragazze, ma i ragazzi non si fidarono di lasciare me guidare perché fui definita da Ash "pericolosa". Appena Cole sentì quella parola mi costrinse a mettermi seduta dalla parte del passeggero e guidò lui. Le altre si sistemarono nei sedili posteriori e nella macchina di Lloyd salirono i rimasti. Poco dopo la nostra partenza, alla radio misero Bad Blooddi Tailor Swift e non mi lasciai sfuggire l'occasione: iniziai a cantare, con le ragazze che fecero le doppie voci del bridge. Nya cantò il ritornello, visto che era quella con la voce più alta, mentre io e le altre prendemmo il ruolo da coriste. Fu tutto molto carino e Cole sembrò gradire.

«Dovreste cantarla» ci suggerì.
«L'abbiamo appena fatto» affermò Pixal.
«Intende nella band» la aiutò a capire Nya.
«Ah, scusate. I miei circuiti ancora non vanno d'accordo con l'intuito »ci informò la nindroide. Poverina, chissà com'era sentirsi diversa da tutti.
«Tranquilla Pix, quanto manca Cole?» si intromise Skylor.
«Poco.»

Infatti dopo qualche minuto Cole uscì dalla strada principale, vieni suggeriva il navigatore: dopo un'altra canzone, questa volta Hot Girl Bummer di Blackbear. La sapevo a memoria, ricordandomi tutte le volte in cui io e Ash la cantavamo in casa quando Sammie e sua madre se ne andavano lasciandoci soli. Ovviamente la dedicavamo proprio a loro (se non l'avete capita, andate a vedervi il testo. Baci Sammie). Anche Cole iniziò a cantarla e si divertì nel vedere le facce delle ragazze dietro che cantavano insieme a noi ridendo per l'intonazione mancata del belloccio. Arrivati, scendemmo e prendemmo i nostri zaini dal bagagliaio e, aspettando gli altri, entrammo. Erika salutò Ash appena lo vide dandogli un bacio veloce, poi si avvicinò e mi abbracciò, dandoci un calorosissimo benvenuto. Calorosissimo perché ad agosto il sole era cocente ed i miei capelli corvini non miglioravano la cosa. Mi feci una coda alla meno peggio per contrastare il caldo mentre pagavamo l'entrata. Non vi erano molte persone e la piscina era grande: c'era una vasca molto vasta nel quale l'acqua diventava sempre più alta fino ad arrivare a due metri, di fianco a questa era stata costruita una vasca rotonda nella quale uscivano bollicine. Le ragazze subito si spogliarono rimanendo in costume e si misero nella vasca idromassaggio. Io prima sistemai il mio lettino, mettendoci sopra l'asciugamano che avevo nello zaino, poi ci misi il telefono e presi il libro, che avevo comprato qualche mesetto prima, sopra lo sdraio. Accarezzai la copertina come se fosse la cosa più preziosa che avevo e sorrisi: avevo usato il buono dei ragazzi che mi avevano regalato e ogni volta che lo guardavo mi ricordavo i bei momenti con loro. Mi guardai intorno e notai che tutti erano già entrati, così mi feci coraggio e misi a tacere la timidezza: mi tolsi prima la maglia e la ripiegai, mettendola piegata sopra al lettino, poi mi tolsi i pantaloni.

Destino Incontrollabile - ᴏʀɪɢɪɴᴀʟDove le storie prendono vita. Scoprilo ora