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ADRIEN

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Non la sopporto, sempre tra i piedi, sempre pronta a intromettersi. Se pensa che passerò un intero anno a sopportare questo, si sbaglia di grosso. Parlare con lei, poi? Come se fosse l'ultima ragazza rimasta sulla faccia della Terra... non se ne parla nemmeno. Però devo ammettere che sa tenere testa, non si spaventa nemmeno quando la minaccio, ed è riuscita a farsi rispettare. Ma tutto questo lo sta facendo con la persona sbagliata.

Quello che mi irrita più di tutto è il suo modo di guardarmi, come se cercasse di vedermi dentro, come se capisse qualcosa di me che non voglio mostrare. Com'è possibile? Lei non sa nulla di me. Non sa che vuol dire sentirsi allontanato dagli altri o vivere in una famiglia che sembra più una prigione che un rifugio. Eppure, ogni volta che mi guarda in quel modo, è come se mi sfidasse, come se riuscisse a percepire quello che nascondo. Ed è insopportabile.

E poi, cos'è questa debolezza che provo davanti a lei? Perché non riesco a fare o dire nulla? È una ragazza come tante altre, no? Una fottuta ragazza nuova che crede di fare la furba con i suoi discorsetti e il suo atteggiamento da eroina. Mi dico di lasciar perdere, di smettere di pensarci. Ma non è facile come sembra. Sarà per i suoi occhi, per quel modo ostinato e sfrontato con cui mi tiene testa... qualsiasi cosa sia, devo smetterla di lasciarmi intrappolare. Sono io che decido le regole, e lei dovrà capirlo.

Comunque basta, chiudo questa storia qui. Stasera esco con Miriam, quella tipa che mi ha presentato Nino a una festa quest'estate. È una ragazza niente male: mora, occhi verdi, corpo da urlo e modi accattivanti. Ho la sensazione che stasera potrebbe scapparci qualcosa in più...

MARINETTE

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Quando torno a casa, sento subito il peso della giornata lasciarmi, e non appena chiudo la porta alle spalle, rilascio un sospiro lungo. Giornata impegnativa, davvero. Stasera mi tocca il turno al café, ma per fortuna non inizio prima delle 18:30. Ho ancora un po' di tempo per ricaricarmi, sistemarmi e godermi un momento di relax prima di iniziare a servire tavoli.

Appena arrivo in cucina, decido di prepararmi un piatto di pasta. Mentre cuoce, lascio vagare i pensieri su quanto sia stata intensa la giornata. Adrien... ancora non riesco a capacitarmi di quanto sia arrogante e sfrontato. Ma al tempo stesso... cosa c'è dietro tutta quella rabbia e freddezza? È come se, in fondo, nascondesse qualcosa, ma non è un pensiero che voglio approfondire più di tanto.

Finito di mangiare, mi cambio rapidamente: tolgo la divisa scolastica, mi metto i vestiti di questa mattina, e mi sdraio sul divano per rilassarmi un po'. Sono grata di non avere compiti oggi; mi sarebbe pesato affrontare anche quelli dopo tutto. Mi concedo qualche minuto di riposo, mentre il tempo scorre senza che me ne renda conto. Ripensando a quel confronto con Adrien, avverto ancora un briciolo di tensione, ma decido di lasciarlo andare. È solo il primo giorno e non posso farmi destabilizzare da lui. Ho obiettivi ben più importanti a cui pensare.

Dopo un paio d'ore, è ora di prepararmi per il lavoro. Prendo il giacchetto, le chiavi, il telefono e mi assicuro di aver tutto il necessario prima di uscire di casa. Mentre scendo le scale del palazzo, il telefono squilla. È Alya.

Rispondo subito e sento la sua voce familiare dall'altra parte: 

<< Hey Marinette! Che fai? >>

<< Hey Alya sto andando a lavoro, dimmi! >>

<< Questo sabato ci sarà una festa ti va di venirci? >>

|| DIVERSI, MA UGUALI || [ ! REVISIONE ! ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora