Capitolo 5 "Saint".

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*Zee*
La mia vita nelle settimane successive continuò serena senza troppi stravolgimenti, una strana quiete.
Non vidi Saint per tutto il tempo ma ero concentrato su altro, volevo preparare al meglio la mia performance, io non ero un professionista come lui, desideravo essere all'altezza del mio ruolo e dimostrare a chi era titubante nei miei confronti che sarei riuscito a far amare quel personaggio a tutti.

*Saint*
Passai il tempo nella mia solitudine, per questo, forse, non facevo altro che pensare a come mi stavo facendo trasportare da lui, non mi era bastata la lezione?
Quelle labbra, chi stavano baciando adesso?
Ah, la solitudine.
Che brutto effetto, la solitudine.

Se vedesse come sono ridotto adesso penso che smetterebbe di considerarmi il suo idolo.

*Zee*
Io, Wendy e i miei amici andammo a festeggiare il primo ingaggio da attore, quello che mi avrebbe cambiato la vita.

Tornammo nel mio appartamento più eccitati che ubriachi, io e Wendy.
La mia lingua calda scorreva liscia nella sua bocca che l'accoglieva. Quando mi staccai per prendere fiato, gli occhi mi mostrarono l'immagine più bella che avessi mai visto.
Percorsi il suo viso con il mio pollice, avevo paura che non fosse vero, che se avessi premuto più forte si sarebbe sgretolata.
Spostai la frangia corvina che gli copriva la parte più bella, i suoi occhi, sottili come mandorle appena sgusciate.
Arrivai a tracciare il contorno delle sue labbra, carnose nella parte inferiore, rubine come il colore della passione che mi travolgeva.
Scesi giù lungo il collo, osservai la sua pelle, più candida del latte.
Iniziai a baciare quella parte così delicata, fino ad arrivare al lobo del suo orecchio gemendo e sussurrando.

Zee: vuoi che ti baci Saint?

Baciai la persona che avevo di fronte con tutto il fervore che possedevo, feci l'amore con lei, le entrai dentro riflettendo l'impeto dei miei sentimenti, forte.
Nel culmine del mio desiderio con la voce rauca, chiamai il suo nome, ancora ancora e ancora tra i singhiozzi del mio piacere.

Zee: Sa(aah)int...

Non ero mai venuto così.
Mi appoggiai al suo morbido petto che mi fece da cuscino fino alle prime ore dell'alba.
Non ero in grado di spiegare che cazzo fosse successo e perché.
Lei non disse nulla, si vestì e lasciò la mia stanza.
Di solito avevo la testa che mi scoppiava di pensieri, ma adesso non ne ronzava neanche uno.
Tutto ciò era accaduto a causa dello stress per l'inizio della serie non c'erano né ci sarebbero state altre spiegazioni, né tanto meno sarebbe stato necessario pensarci più del dovuto.
Non credevo che sarebbe stato più possibile rivedere Wendy dopo quello che era successo, così non abbi mai occasione di restituirle il suo pacchetto di sigarette.

Nonostante tutte le cure che riservavo al mio corpo, quella notte rimase impressa anche su di esso.
Quel mercoledì, con il suo nome nella mente iniziai a fumare.

*Saint*
Scesi di casa per comprare qualcosa che riempisse la mia voragine.
Non mi importava del mio aspetto erano giorni che non dormivo bene, gli occhi erano gonfi e rossi, a chi fotteva?
Non ero perfetto.
Il supermercato del mio quartiere era chiuso nel momento meno opportuno ma mi ricordai, in realtà, che avevo perso il conto dei giorni e che era domenica.
Provavo irritazione e stanchezza alle gambe quando finalmente trovai un negozietto aperto che vendeva il mio nettare.
Stavo per pagare le mie 6 bottiglie di liquore quando una mano grande e familiare passò i soldi prima di me.
Alzai gli occhi, spostando la mia frangia un po' troppo cresciuta per vedere Zee, non avrei mai voluto che mi vedesse così, tra tutti perché proprio lui?

Zee: che ci fai con tutte quelle?

(Zeepensieri: non sembrava stare bene, aveva una maglia bianca che in realtà aveva cambiato colore in grigio, pantaloni corti della tuta dentro i quali ci ballava per quanto era magro, e un paio di ciabatte. Non posso credere che sia la stessa "super star" che ho conosciuto.)

Saint: Non ti sembra di impicciarti un po' troppo?

Dopo che mi aveva porto la sua gentilezza perché ero così? Ma alla fine se lo meritava, chi gli aveva chiesto niente. Non gli avevo chiesto io di pagare per me nè di accompagnarmi, ha solo inziato a seguirmi, da solo.

Zee: casa tua è da questa parte?

Saint: guarda che non devi venire con me, solo perché non mi vedi ben vestito e pettinato non vuol dire che stia male.
Io sono anche questo!

Involontariamente avevo appena scaricato tutta la mia rabbia su di lui, quanto era frustrante. Mi sentii in colpa abbastanza da invitarlo a salire da me, avevo un bisogno immediato di tornare nella mia confort zone e di bere qualcosa per calmare i miei nervi.

Saint: allora, vieni?

Non rispose, la sua faccia non lasciava trasparire emozioni e la cosa non mi dispiaceva.
Non avevo voglia di pensare.

(Zeepensieri: gli presenterò il conto quando ne avrò occasione.)

*Zee*
Quando Saint aprì la porta del suo appartamento ne rimasi basito.
Era tutto in disordine, vestiti buttati ovunque, carte di cibo confezionato, il letto sfatto, solo un maiale poteva viverci.

Saint: scusa è un po' in disordine... accomodati pure.

Un po'? Era invivibile, dove avrei dovuto sedermi? Sulle sue mutande sporche da giorni?

Zee: perché intanto tu non fai una doccia, io mi... guardo intorno...

Saint: non troverai niente di valore se è questo a cui stai pensando.

Gli lanciai dietro un cuscino del divano, che non lo colpì neanche lontanamente.
Mi toccava fare da balia ad un ragazzino che sorte amara.
Ci mise più di quanto pensassi a farsi una doccia ed ebbi modo di sistemare tutto quello che potevo, trovai almeno 5 bottiglie di alcool vuote.
Non era come pensavo. (Vero?)
Accesi una sigaretta per smorzare la tensione dei miei pensieri, poi andai in cucina.
Chissà da quanto non mangiava qualcosa di buono aveva solo dei noodles istantanei. Anche se ero incapace ad accendere un fornello tentai di preparargli qualcosa di commestibile.

Uscì dal bagno forse per il frastuono che avevo generato, i noodles erano sparsi sul pavimento della cucina e io avevo un polso scottato, mi ci era caduta l'acqua bollente sopra.

Saint: che cosa è successo?!?!

Si precipitò verso di me con gli occhi sgranati dalla preoccupazione.

Zee: non è niente.

Saint: niente?!? Stai scherzando vero? Se ti fosse finita in faccia? Lo sai che a breve avremo le riprese. Che ti salta in mente?

Mi guardò davvero arrabbiato prendendomi il braccio con forza e scrutando in ogni dettaglio la mia ferita.

Saint: per fortuna non è niente di grave.

Zee: e io che avevo detto...

Sospirò e mi mise una mano sulla testa, accarezzandomi e spingendo verso il basso.

Saint: sei proprio scemo!

Anche se non era come me l'ero immaginato aveva riso, una risata leggera, c'ero riuscito.

Strinsi la mia mano intorno la sua e gli feci vedere i miei 32 denti.

Buonasera a tutti! Spero vi piaccia il nuovo capitolo, fatemelo sapere nei commenti! ❤

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