E P I L O G O

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Haram, molto probabilmente se stai leggendo questa lettera vuol dire solo una sola ed unica cosa, non ci sono più. E molto probabilmente ora sarai più che arrabbiata contro di me e non ti biasimo. Anzi, farei lo stesso se fossi in te.
Purtroppo, questa era l'unica cosa che potevo fare se non volevo mettere ancora una volta la tua vita in pericolo. No, non volevo proprio e mi dispiace tanto doverti spiegare tutto questo tramite questo pezzo di carta. Avrei di gran lunga preferito dirtelo dal vivo prima di sparire così dalla tua vita, ma non potevo. Perché farlo avrebbe reso ancora più difficile il tutto. Soprattutto quando ormai è chiaro che tra noi non c'è amicizia, ma qualcosa di molto più profondo che sfortunatamente non ha avuto modo di sbocciare.

E no, Haram. Affrontare le future difficoltà assieme non sarebbe bastato e mai sarebbe bastato. A volte l'amore non basta ad affrontare qualcosa di così grande, nonostante le storie dicano il contrario. Ma questa è la pura e vera realtà. Forse è anche perché io sono un codardo, ma preferisco esserlo ed essere considerato tale se questo significa poter farti vivere una vita più sicura.
Sappi però che continuerò ad amarti anche da questa distanza nonostante tutto e forse, a tua insaputa, potrei essere molto più vicino di quel che credi.

Tuo, Yoongi.

Non è la prima volta che mi capita di rileggere questa lettera e non sarebbe stata sicuramente neanche l'ultima.
In questi cinque anni la mia vita da quando lui se n'è andato è cambiata molto, soprattutto a partire dalla sua scomparsa. Sempre che si possa considerare come tale. Non credo che si possa neanche considerare un addio o un arrivederci, in realtà ancora adesso non so come considerarlo che nome dargli.

Devo ammettere che all'inizio è stato piuttosto difficile, soprattutto accettare il tutto. A partire dal fatto che di loro non avremmo avuto mai più notizie e che nessun'altro, oltre a me e Dae, avrebbe avuto memoria di quei sette ragazzi.
E' un tipo di dolore che non consiglio a nessuno di provare, perché fa veramente male vedere le persone intorno a te andare avanti con la loro vita come se nulla fosse e tu, invece, lì incapace di andare avanti. Ancora bloccata nel passato e incapace di perdonare te stessa per quello che è successo e vederti come una sola ed unica fonte di problemi.
Mi ci è voluto tempo prima di riuscire a riprendere in mano la mia vita e a chiudere quel capitolo della mia vita che a volte mi fa ancora stare male. Perché nonostante siano passati anni da quel giorno, a quando ho dovuto dire addio a una parte di me, rimane comunque una ferita che fa ancora male.

Se devo essere onesta, più volte ho sperato che fosse tutto uno scherzo o un sogno e anche se questa mia speranza col passare del tempo è andata a scemare, a diminuire sempre più, ancora adesso una piccola parte di me spera che sia così. Spera che un giorno lui torni da me e che tutto si possa sistemare e che quello che non è potuto succedere possa accadere.
Ma, purtroppo, so che non potrà mai accadere. Alla fine sono passati cinque anni da quando lui e i ragazzi hanno smesso di fare parte della mia vita e di quella di Dae, quindi le probabilità per cui ciò accada sono pochissime e bassissime.
E per quanto mi faccia arrabbiare come le cose sono andate, spero che tutti loro stiano bene e che stiano vivendo bene.

Inoltre, se per me è stato difficile per Dae lo è stato ancora di più. Non so quante siano state le notti che ha passato in bianco a piangere, a chiedersi perché ha dovuto dire addio alla persona più speciale per lui dopo che era stato capace di ritrovarla. E vedere Dae ridotto in quelle condizioni mi ha fatto piangere il mio cuore e mi ha fatto sentire ancora di più una persona che distrugge la vita delle persone intorno a sé. Ma con il passare del tempo, e ce n'è voluto, sono arrivata alla conclusione che non potevo continuare a buttarmi così tanto odio per una cosa che io stessa non poteva gestire.
Ed è stato anche il motivo principale per cui sono stata capace di lasciare il tutto indietro le mie spalle e di perdonarmi, anche se non totalmente.

<Haram di questo passo diventerai un ghiacciolo. Hai pure le mani rosse!> mi rimprovera Dae non appena vede le condizioni delle mie mani, ormai tutte arrossate, secche e leggermente screpolate a causa del freddo che c'è in questi giorni.

<Non ti preoccupare, stavo giusto per tornare dentro> gli spiego prima di ripiegare il foglietto che tengo in mano.
Con la coda dell'occhio vedo Dae seguire il movimento delle mie mani e l'espressione che occupa il suo viso dice molto più di quel che si potrebbe immaginare. <C'è qualcosa?>

<Oh- no no, solo che sono sorpreso nel vedere che hai ancora quel foglietto. Pensavo che non lo avessi più> ammette appoggiandosi con la schiena contro il bordo del balcone. Bloccando con la sua figura quel poco di luce che ancora splende alta nel cielo colorato dai soffici colori che il tramonto porta con sé prima che il sole ceda il suo posto alla notte.

<Credo che mi ci vorrà ancora un po' prima di dire addio a tutto, in più è l'unica cosa che mi rimane di lui...> a causa delle mie parole vedo Dae rivolgermi uno sguardo pieno di compassione, per poi darmi un caldo e veloce abbraccio, di cui non sapevo di aver bisogno. <Grazie, ma non ti preoccupare sto bene> sussurro cercando di portare la mia attenzione su altro, anche se è energia sprecata.

<Mhh ti credo, comunque io vado ad ordinare della pizza. Tu come la vuoi?> mi domanda sulla soglia della porta finestra, prima di rientrare in casa.

<Il solito>

<D'accordo e non stare troppo fuori. Sennò rischi di ammalarti>

<Va bene, mamma. Ora vai su su che sennò mangiamo tardi> e così, proprio come qualche minuto fa, torno ad esserci solo io nel balcone.
Nel cielo hanno già cominciato a farsi spazio le prime stelle e i vari lampioni che illuminano le strade dell'interno vicinato sono stati accesi.

E proprio come qualche istante fa, riapro il biglietto che ho tra le mie mani, per poi rileggerlo per l'ennesima volta. Ma non faccio in tempo ad arrivare a metà del contenuto che sento il citofono di casa suonare.

<Haram puoi andare ad aprire? Sono in bagno!> urla Dae dall'altra parte dell'appartamento.

<Va bene!> urlo di rimando per poi rientrare, chiudendo attentamente dietro la mia schiena la finestra evitando che altro freddo entrasse dentro casa.

"Sono stati veloci" penso piuttosto sorpresa tirando fuori dal mio portafoglio i soldi per pagare il fattorino.
Generalmente ora che la pizza arriva ci vuole quasi un ora, invece questa volta ce ne hanno messo molto meno. Neanche venti minuti, un vero e proprio record. Che abbiano cambiato personale?

<Eccomi, scusatemi ma non trovavo-> e per quanto voglia andare avanti a parlare, non riesco a farlo quando sento il suono della sua voce. E' come se il mio corpo si fosse momentaneamente bloccato.

<Vedo che non sei cambiata in questi anni. Rimani ancora una piccola nana>

<Vedo che tu invece rimani sempre il gran rompipalle di sempre> dico non appena riesco a tirare fuori il coraggio per parlare, cercando di trattenere le lacrime di gioia e la felicità che non fanno altro che crescere sempre più dentro di me.

<Modestamente>

<Su entra, credo che abbiamo molto di cui parlare>

<Già, molto> e per la prima volta, in tutta la mia vita, non posso fare a meno di ringraziare me stessa per aver continuato ad avere speranza in tutti questi anni.

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Fine

My Dear Vampire//M.YDove le storie prendono vita. Scoprilo ora