Capitolo 3

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Le fiamme si fanno sempre più alte, il respiro è sempre più pesante

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Le fiamme si fanno sempre più alte, il respiro è sempre più pesante. Tossisco per cercare di togliere il fumo dai miei giovani polmoni. Mi trascino con le braccia cercando di andare il più veloce possibile. Una trave sopra la mia testa si spacca in due. Emetto un urlo strozzato per la mancanza d'ossigeno. Una parte della trave in legno cade vicino alle mie caviglie. Cerco di alzarmi in piedi per scappare dell'incendio più velocemente. Il caldo si fa sempre più soffocante. Porto una mano al collo sentendo il mio respiro bloccarsi. Dopo un paio di tentativi finiti con una mia caduta, riesco ad alzarmi in piedi. Faccio un ultimo sforzo e inizio a correre fuori dalla casa branco delle Amazzoni.

Esco fuori trovando il villaggio nelle stesse condizione della casa da dove sono appena uscita. I miei polmoni sospirano di sollievo non appena entrano in contatto con l'ossigeno. Mi guardo in torno cercando delle facce conosciute, ma trovo soltanto corpi stesi per terra. Sono ricoperti di sangue e bruciature. Bambini, donne e uomini sono morti in questo incendio. Una lacrima scende involontariamente rigando la mia guancia destra. Soffoco un singhiozzo al pensiero che il mio branco è distrutto.

<<Diana>> urla mio fratello Jake avvicinandosi a me. <<dobbiamo andarcene>> dichiara quando è vicino a me. Annuisco non appena sento i passi di umano sempre più vicino. Chiudo gli occhi e mi trasformo nella mia lupa dal manto grigio e Jacob fa lo stesso. Iniziamo a correre verso il bosco, anche se il respiro non è tornato normale per colpa del fumo ancora presente nel mio corpo. I passi si fanno più lontano, anche se so che non è finita.

Apro gli occhi sconvolta dal sogno, anzi incubo, che ho fatto durante la notte. Senza guardare la sveglia, mi dirigo verso il bagno impaziente di togliermi lo strato di sudore presente sul mio corpo. Mi spoglio della maglietta nera di mio fratello e sospiro una volta che l'acqua calda entra in contatto con la mia pelle chiara.

I miei capelli biondi si scuriscono per colpa dell'acqua. Prendo lo shampoo e il balsamo e, dopo aver massaggiato bene la cute, risciacquo le ciocche con l'acqua. Appena finita la doccia avvolgo con un asciugamano azzurro il mio copro bagnato. Decido, per oggi, di non truccarmi nemmeno con il mascara. Vado velocemente verso l'armadio dopo aver visto che sono in leggero ritardo. Decido di indossare un top grigio, una camicia aperta bianca e nera, dei jeans strappati e delle Convers nere. Pettino e raccolgo i miei capelli in una coda alta, visto che non ho tempo per asciugarli.

Scendo in cucina e prendo un succo di frutta dal frigo soltanto visto la mia mancanza di fame. Ho lo stomaco chiuso per colpa dell'incubo. Esco di casa silenziosamente cercando di evitare di svegliare i due piccioncini che hanno fatto le ore piccole. Come il giorno precedente, mi dirigo verso scuola con le cuffiette alle orecchie, mentre canticchio la canzone. Nel giro di qualche minuto arrivo alla mia destinazione, ma prima che possa alzare gli occhi al cielo annoiata, mi scontro un petto di marmo.

Due braccia muscolose mi circondano la vita prima che possa cadere. Alzo lo sguardo e incontro due occhi azzurri come il cielo d'estate. Un'ondata di profumo mi invade le narici. Pino e terriccio. È il mio compagno. Ha la mascella squadrata, le labbra carnose e molto invitanti. I capelli castani spettinati che attirano la mia mano per toccarli. È molto alto, sicuramente supera mio fratello. Mi stringe al suo petto mentre mi squadra da cima a piedi.

<<attenta dove metti i piedi, piccola>> parla con la sua voce roca e sexy facendo diventare le mie gambe come la gelatina. Stringe la presa sul mio corpo e, appena me ne accorgo cerco di allontanarmi. Purtroppo fallisco nella mia impresa. <<come mai ieri sei scappata da me?>> mi chiede mordendosi il labbro ripetutamente. Apro la bocca per dire qualcosa, ma nessun suono esce da essa. Deglutisco rumorosamente sentendo il bisogno di acqua fresca.

<<n-non lo so-o>>balbetto incapace di parlare in modo normale. Sorride e io mi incanto a osservarlo. È così bello. <<vieni con me>> parla guardandomi in modo dolce ed io annuisco dimenticandomi della scuola, ma sinceramente non mi importa. Mi trascina delicatamente tenendomi per il polso verso una pizzeria. Quando cammina le sue braccia oscillano avanti e indietro, i muscoli della schiena si contraggono e si rilassano. Entriamo dalla porta principale sentendo un campanello suonare.

<<cosa desiderate?>> chiede un anziano signore osservandoci attentamente. <<un tavolo per due per favore>> parla il mio compagno essendo ancora incapace di parlare decentemente. Dopo esserci seduti comodamente e aver ordinato la pizza, il mio compagno dagli occhi azzurri decide di parlare.

<<mi chiamo Logan Wagen, sono l'Alpha del branco dei Blackforest, uno dei branchi più potenti al mondo>> dichiara per poi prendere un sorso di acqua dal bicchiere e mi invita a presentarmi con un cenno con la testa. Sospiro e mi convinco a parlare. <<sono Diana Cooper>> dichiaro soltanto il mio nome abbassando lo sguardo. <<fai parte di un branco?>> mi chiede curioso con la sua voce roca e forte. <<una volta>> dico per poi osservare il cameriere portarci le pizze. Inizio a mangiare sentendo il suo sguardo puntato su di me. <<ho 24 anni e ho una sorella minore forse più grande di te, tu invece?>> mi chiede dopo aver finito di masticare. <<ho 20 anni e ho un fratello maggiore>>parlo guardandolo negli occhi. Mi sorride e poggia la mano, che è il doppio della mia, sopra la mia accarezzando dolcemente la pelle. Milioni di brividi partono da quel punto e arrivavano alla spina dorsale. <<come mi hai trovata?>> chiedo curiosa di sapere.

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